Notizie,
testimonianze, informazioni
19 giugno 2002
COMUNICATO |
Mercoledì,
19 giugno 2002
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Ore 19
Ci e' appena giunta notizia dell'ennesimo cieco, assurdo attentato
a Gerusalemme. Altre sette persone si aggiungono alle diciannove
vittime innocenti morte nell'attentato di ieri, 18 giugno,
sempre a Gerusalemme.
Da qualche settimana viviamo nella Striscia di Gaza, nella
municipalità di Khan Younis, dove abbiamo iniziato
la protezione presso le famiglie palestinesi che vivono, di
notte, sotto coprifuoco, per il solo fatto di avere la casa
troppo vicino alla strada dei coloni, la quale spacca in due
la Striscia di Gaza.
La vita della gente è molto dura e in tutti gli aspetti
della quotidianità l'occupazione è presente
e condiziona tutto; dal lavoro all'istruzione, dall'economia
alla vita personale, tutto ha a che fare con l'occupazione.
La rabbia e la frustrazione di molti viene sfruttata dai gruppi
che credono che la strategia degli attentati sia l'unica possibile,
applicando una politica di morte che non ha altro risultato
che dare ancora più forza a chi, in Israele e nel mondo,
sostiene la brutale politica di Sharon.
Molta parte della società civile palestinese, invece,
lavora per convogliare la frustrazione e la rabbia della gente
in forza positiva, per cercare forme alternative di lotta
dove non vengano coinvolti i civili.
Ci dissociamo totalmente con chi crede che la strategia violenta
sia una strada che porta alla pace e con questo intendiamo
sia gli attacchi suicidi in Israele ma anche la politica di
occupazione, oppressione e umiliazione che Israele sta portando
avanti nei territori occupati ancor prima dell'inizio dell'operazione
"muraglia di difesa".
In Israele molti la pensano come noi e sono molti ad aver
capito che la sicurezza, per israeliani e palestinesi, si
avrà solo partendo proprio dalla fine dell'occupazione:
il motto dei pacifisti israeliani è "l'occupazione
ci uccide".
Impugnando il diritto di difesa, la politica messa in atto
da Israele si dimostra oppressiva e violenta tanto quanto
gli stessi attentati da parte palestinese, avendo quale unico
effetto quello di fomentare ulteriormente l'odio e di favorire
i gruppi estremisti.
Operazione Colomba & Berretti Bianchi
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La
notte delle officine meccaniche |
Mercoledì,
19 giugno 2002
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19 giugno, poco dopo le 21,00: elicotteri Apache decollano
verso la Striscia di Gaza, i loro obiettivi sono tre officine
meccaniche, una alla periferia di Gaza City, la seconda dentro
Gaza City e la terza a Kahan Younis.
Alle 21,20 dal tetto della casa in cui viviamo ad Al Bassan
Al Kabira, alla periferia di Khan Younis, si possono vedere
chiaramente i bengala che scendono dal cielo, lanciati da
un caccia F16 dell'aeronautica militare israeliana, e subito
dopo i lampi giallastri delle esplosioni, provocate dai missili
sparati dagli elicotteri Apache sui bersagli illuminati dai
bengala. In venti minuti circa l'operazione si conclude, un
ferito a Gaza e due a Khan Younis, nessun morto.
Lla mattina seguente andiamo sul posto dell'attacco a Khan
Younis e ci raccontano che hanno sparato quattro missili aria-terra
dentro una piccola officina meccanica dove, secondo la stampa
israeliana, si fabbricavano bombe: naturalmente tra i palestinesi
nessuno ne sa nulla.
Lo spostamento d'aria causato dalle esplosioni ha fatto uscire
i muri di mattoni dalle loro cornici di cemento armato. Nel
garage accanto all'officina, un'auto blindata è implosa
a causa dello spostamento d'aria, l'appartamento sopra il
negozietto ha riportato danni strutturali ancora da valutare,
ma fortunatamente nessuno della famiglia, che pure era in
casa al momento delle esplosioni, si èfatto male.
La casa di fronte è stata scoperchiata e ora la cucina,
la camera da letto, lo studiolo e il bagno hanno per tetto
un cielo di stelle.
Maurizio
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Casa
del fanciullo, Gerusalemme |
Mercoledì,
19 giugno 2002
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Questo è il resoconto dell'incontro avvenuto il 16/06/02
a Gerusalemme, nella "Casa del
fanciullo" (Der al Tifil) con Hidaja Husseini, co-responsabile
della scuola per ragazze (ne ospita durante l'anno scolastico
1500) e dell'orfanotrofio.
In questa importante sede storica (di fronte all'Orient House,
che la famiglia Husseini ha donato all'entità palestinese)
abbiamo conosciuto il progetto di educazione che la scuola
dedica alle orfane ed ai bambini orfani palestinesi. Quando
i bambini crescono sono mandati in scuole maschili.
Purtroppo quest'anno ne sono arrivate solo 90, perché
i Territori sono chiusi e i nuovi orfani
della seconda Intifadah non riescono a venire a Gerusalemme.
La dott. Husseini ci ha spiegato che la scuola non é
soltanto un aiuto per la sopravvivenza dei bambini, ma vuole
dare una possibilità di formazione culturale e di capacita'
di inserimento sociale di alto livello alle giovani donne.
Questa è una missione importante, perché se
la donna palestinese potrà inserirsi fattivamente nella
vita sociale e politica questo evento cambierà nel
profondo la
storia della Palestina.
Attualmente la non conoscenza del progetto e la scarsità
di mezzi, unita all'ostilità della municipalità
israeliana, ne ostacola moltissimo l'attuazione. Per cui crediamo
sia molto importante sostenerlo e farlo conoscere alle organizzazioni
e ai comuni italiani, che possono
aiutare queste persone nella loro opera.
Per informazioni contattare il gruppo dei Berretti Bianchi.
Fabio Ceo
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