NOTIZIE
Luogo: Cina
Tema: ancora proteste sindacali
Data: 27/3/02
Fonte: Internazionale
Duecento lavoratori in pensione hanno bloccato il traffico a Pechino davanti al loro ex
impianto, la Beijing Automobile Works, che produce automobili su licenza DaimlerChrysler.
La protesta, eccezionale nella capitale, e' durata alcune ore. I manifestanti chiedevano
il pagamento delle pensioni degli ultimi due anni. La manifestazione segue una serie di
proteste operaie nel nordest della Cina (vedi Buone Nuove n. 140).
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Luogo: Angola
Tema: passi verso la pace
Data: 26/3/02
Fonte: Internazionale
Angola. Cinquantasei deputati dell'Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola
(Unita) hanno pubblicamente riconosciuto la validita' dei colloqui di pace che si stanno
svolgendo tra l'esercito e i ribelli a Luena, nella provincia di Modico, a est. Dopo
l'accordo sulla cessazione delle ostilitŕ, annunciato il 15 marzo, elementi interni
all'Unita contestavano la legittimita' delle discussioni intavolate, affermando che
i capi militari ribelli incaricati di portare avanti le trattative erano in realtŕ
prigionieri dell'esercito angolano. L'Unita dispone di 70 seggi parlamentari sui 223
esistenti.
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Luogo: Coree
Tema: ripartono i colloqui tra le due Coree
Data: 26/3/02
Fonte: Unimondo (www.unimondo.org)
Riprendono le relazioni diplomatiche tra la Corea del Nord e la Corea del Sud: l'annuncio
congiunto, a Seul e Pyongyang, dell'invio al Nord di un emissario speciale presidenziale
sudcoreano mira alla realizzazione, entro l'anno, di una visita ufficiale a Seul del
leader nordcoreano Kim Jong Il. I due paesi riprenderanno a parlarsi dopo che un primo
tentativo era stato interrotto dagli attentati dell'11 settembre.
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Luogo: Nigeria
Tema: Safiya libera, la mobilitazine continua
Data: 25/3/02
Fonte: Agenzia di base, agenzie
Safiya e' salva. Le donne nigeriane no. Safiya Hussaini e' libera: la corte d'appello di
Sokoto (Nigeria) ha annullato la sentenza di condanna alla lapidazione per adulterio.
Dopo la lettura della sentenza, Safiya e' uscita dall'aula senza rilasciare commenti.
Sicuramente ha influito il vasto movimento di solidarieta' internazionale che ha lottato
per la salvezza di Safiya, costringendo il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo a
intervenire. Amnesty International ha raccolto 600mila firme e anche l'Italia e' stata in
prima fila nella battaglia civile e diplomatica. Il 21 marzo la Corte federale aveva
dichiarato illegale e contraria alla Costituzione l'estensione della sharia nei dodici
Stati nel nord del paese.
Purtroppo nello stesso giorno dell'assoluzione di Safiya, e' stato reso noto che un'altra
donna accusata di adulterio e' stata condannata a morte per lapidazione da un tribunale
islamico nigeriano. Il suo nome e' Amina Lawal, la sua colpa aver dato alla luce un figlio
dopo il divorzio.
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** BUONE NUOVE ITALIA **
Luogo: Salerno
Tema: contro lo sfruttamento selvaggio delle foreste
Data: 22/3/02
Fonte: AceA (www.consumietici.it)
Alle ore 18.00 la nave Rainbow Warrior, ammiraglia di Greenpeace, e' entrata in azione
nello specchio d'acqua antistante il porto di Salerno, per ostacolare la nave
Kwanta, proveniente dalla Spagna. La nave si apprestava ad entrare nel porto salernitano
per scaricare il legname africano proveninete dal Bacino del Congo.
Due gommoni lanciati dalla Ranbow Warrior hanno accostato la Kwanta e da essi alcuni
attivisti sono riusciti a scalare la fiancata . Quindi la Rainbow Warrior ha cominciato
una manovra di disturbo che si e' protratta fino all'ingresso nel porto dove la nave di
Greenpeace si e' posizionata in modo da impedire l'ingresso alla Kwanta. Una grande
piattaforma galleggiante dove alcuni attivisti sono saliti e hanno srotolato uno
striscione con su scritto: "Proteggiamo le foreste" e' stata utilizzata
allo stesso scopo.
L'Italia e' uno dei maggiori importatori di legno africano ed e' il primo dal Camerun.
Il blocco effettuato da Greenpeace a Salerno e' stato preceduto lo scorso 19 marzo da
un'azione simile nel porto di Ravenna: in quel caso sono state bloccate le operazioni di
scarico della Proussa, appena entrata in porto. La nave era carica di tronchi centenari
provenienti anch'essi dal Bacino del Congo, dove le operazioni forestali illegali o
distruttive sono diffusissime: dallo sfruttamento incontrollato delle concessioni al
mancato rispetto dei piani di gestione, dalla scarsa demarcazione dei confini alla
falsificazione dei documenti.
Tra queste compagnie, la SEFAC (Societe' d'Exploitations Forestie'res et Agricoles du
Cameroun) controllata dall'italiana Vasto Legno si e' resa responsabile di gravi
violazioni della legislazione forestale: le operazioni di taglio si svolgono in foreste di
grande importanza ambientale e alcune delle concessioni si trovano in un'area
particolarmente sensibile, ai confini dell'area protetta di Lobéké.
"La SEFAC e' stata piu' volte sanzionata per taglio illegale, e le sue operazioni
forestali distruttive minacciano le culture di diverse comunita' locali, la cui vita
dipende dall'integrita' della foresta, e mettono a serio rischio le restanti popolazioni
di specie minacciate, quali l'elefante di foresta, il gorilla e lo scimpanzé" ha
dichiarato Sergio Baffoni coordinatore della campagna foreste di Greenpeace.
"Malgrado le nostre denunce significativi quantitativi di legno SEFAC sono stati
individuati in Italia, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Finlandia e Spagna. Ogni impresa
che acquista legno SEFAC deve sapere che sta contribuendo alla distruzione delle foreste
primarie del Camerun".
Greenpeace ritiene che la responsabilita' per la distruzione delle foreste ricada anche su
chi importa tale legno e sui governi che non regolano a sufficienza tale commercio.
L'Italia, in qualita' di paese G8 si era impegnata tre anni fa a stroncare la piaga del
traffico di legno illegale. Greenpeace chiede al governo un controllo sulla legalita'
delle operazioni forestali italiane nel Bacino del Congo ed un blocco delle importazioni
di legno proveniente dalla distruzione delle foreste primarie.
"Il Summit delle Foreste, la Conferenza delle Parti della Convenzione sulla
Biodiversita', prevista tra un mese all'Aja, rappresenta l'ultima opportunita' per salvare
le ultime foreste del pianeta". Ha commentato Tim Birch, campaigner a bordo della
Rainbow Warrior "E' necessario agire subito, prima che sia troppo tardi". Le
azioni degli ultimi giorni in Russia, Finlandia, Germania, Cina, Olanda, Francia e
Svizzera sono parte di una campagna internazionale. Greenpeace chiede che il Summit delle
Foreste assuma misure concrete per:
* Fermare la distruzione sospendendo ogni ulteriore attivita' di taglio nelle foreste
ancora intatte, fino a quando non sia stato concordato e messo in pratica un piano per la
conservazione delle foreste e per una loro gestione sostenibile.
* Risanare il mercato del legno assicurando che questo venga prodotto e commerciato in
modo legale ed ecologicamente responsabile
* Trovare i fondi necessari fornendo almeno 15 miliardi di dollari annui per finanziare le
misure di conservazione delle foreste e lo sviluppo di tecnologie compatibili
Per info: Greenpeace ufficio stampa, tel.348/3988615 - 348/3988607, Campagna Foreste, tel.
348/3988680
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