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TANTI ANNI FA ... COME SE FOSSE IERI LE LETTERE DEI CONDANNATI A MORTE Sandra carissima, dopo appena sette giorni dal mio arresto mi hanno condannato a morte, stamani. Ho agito in piena coscienza di cio' che mi aspettava. Il tuo ricordo e' stato per me di grande conforto in questi terribili giorni. Non hanno avuto la soddisfazione di veder un attimo di debolezza da parte mia. Non mi sarei mai aspettato di scrivere la prima lettera ad una ragazza in queste condizioni. Perche' tu sei la prima ragazza che abbia detto qualcosa al mio cuore. Mi e' occorso molto tempo per capire cosa eri per me. Io ti amo, ti amo disperatamente. In questi giorni ho avuto sempre un nome in mente: Sandra; due occhi luminosi - i tuoi - che hanno rischiarato la mia cella. Sandra, non lasciarmi mai. Perdonami questa mia debolezza, sii forte come voglio e sapro' esserlo io. Sii' felice, e' il mio grande desiderio. Bruno Sta vicina a mia madre, ne ha tanto bisogno. Sandra, Sandra 22 gennaio 1945, Carceri Giudiziarie di Torino (Ultima lettera di un partigiano, Brigata Garibaldi, condannato a morte) Caro papa', peccato che non ci saro' piu' il giorno della pace. Ho sempre sperato di contribuire allora con tutta la mia forza ed energia alla ricostruzione, non soltanto materiale, ma anche spirituale. Il nostro lavoro propriamente detto non comincia che dopo la guerra: eliminare l'odio fra i popoli. Perche', solo quando questo non esiste piu', la vera pace puo' venire. Solo allora il fondamento della pace - la fiducia - puo' fare il suo ingresso nel mondo. Fa' di contribuirvi anche tu come meglio potrai. Per rendere migliore il mondo dobbiamo cominciare da noi stessi. Tuo figlio Henk (Partigiano olandese, ultima lettera al padre) Mamma, perdi una figlia che non ti apparteneva, perche' apparteneva prima di tutto alla Grecia. Con la mia morte diventano figlie tue tutte le figlie di Grecia, e tu diventi mamma del mondo intero, di tutti i popoli che combattono per la liberta', la giustizia e l'umanita'. Sono orgogliosa, mai avrei aspettato un simile onore, di morire io, una povera ragazza del popolo, per ideali cosi' alti e belli. Vi bacio dolcemente tutti Dimitra (Partigiana greca, ultima lettera alla madre) Non penso che la mia morte sia una catastrofe; considerate che in questo momento migliaia di giovani di tutti i paesi muoiono ogni giorno, trascinati nel gran vento che porta via anche me. Mi considero un poco come la foglia che cade dall'albero per fare terriccio. La qualita' del terriccio dipendera' da quella delle foglie. Voglio alludere alla gioventu' francese nella quale ripongo ogni mia speranza. Daniel (Partigiano francese, dall'ultima sua lettera) Dell'amore per l'umanita' fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la pace e la liberta' e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitu' e' meglio non viverla. Amate la Patria, ma ricordate che la patria vera e' il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli. (Partigiano olandese condannato a morte - anonimo) Io non sono che una cosa piccola. Il mio nome sara' presto dimenticato. Ma l'amore, la vita, l'ispirazione che mi guidarono continueranno a vivere. Li incontrerai ovunque: sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino, in un breve dolce sorriso. Incontrerai cio' che ebbe un valore per me, lo amerai e non mi dimenticherai. Kim (Partigiano danese ventunenne, ultima lettera) ...Ma i padri e le madri sono fatti cosi', adesso lo capisco. Pensano che loro moriranno, che anche il mondo morira', ma che i loro figli non li lasceranno mai, nemmeno dopo la morte, e che staranno sempre a scherzare coi loro bambini, che hanno cresciuto per tanti anni, e che la morte e' un'estranea. Che sa la morte dei nostri sacrifici, dei baci che voi mi avete dati fino agrandi, delle veglie che ho fatto io sui vostri letti, sette figli, che prendono tutta una vita! E tu Gelindo, che eri sempre pronto alla risposta, ora non mi conosci piu' e non mi rispondi? E tu Ettore che nell'erba alta dicevi: "Non ci sono piu'". E tu Aldo, tu cosi' forte e piu' astuto della vita, tu ti sei fatto vincere dalla morte? Maledetta la pieta' e maledetto chi dal cielo mi ha chiuso le orecchie e velati gli occhi, perche' io non capissi, e restassi vivo , al vostro posto! Niente di voi sappiamo piu', negli ultimi momenti, ne' una frase, ne' uno sguardo, ne' un pensiero. Eravate tutti e sette insieme, anche davanti alla morte, e so che vi siete abbracciati, vi siete baciati, e Gelindo prima del fuoco ha urlato: "Voi ci uccidete, ma noi non moriremo mai!" ..." Alcide Cervi |
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