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Brevi cenni storici Il motivo per cui l'ANPI di Voltana ha deciso questa pubblicazione è duplice: presentare alcune notizie sulla Resistenza e proporre agli insegnanti, agli studenti ed agli studiosi, gli elementi per una ricerca più profonda che abbia come risultato una conoscenza migliore della storia della nostra Resistenza. Essa potrebbe sembrare a qualcuno soltanto un insieme di episodi eroici e di uomini eccezionali. Fu anche questo, ma non solo questo. La Resistenza ebbe altre ispirazioni, diede altri risultati. Per questo, è necessario rifarsi, seppur brevemente, agli anni 1910-20 nei quali sorse e si sviluppò il fascismo in Italia. La guerra del 1915-18 si concluse vittoriosamente, ma creò nel Paese una situazione di crisi politica ed economica che provocò uno scontro sociale fra il bisogno di giustizia e la sete di lavoro dei reduci a cui si contrapponeva la scelta conservatrice delle classi possidenti. La cosa suscitò, nella quasi totalità della popolazione italiana, un forte senso di malcontento e di sfiducia. Si determinò così una disorganizzazione nelle masse popolari, tale da far auspicare ai più una «qualsiasi ordinata» soluzione. Purtroppo l'«ordinata soluzione» venne dal sorgere e dal rafforzarsi del partito fascista che, quale espressione dei grossi agrari e della grande industria, impersonificava la reazione e, protetto dalla monarchia. ricevette l’appoggio di grandissima parte degli Italiani anche perché i partiti politici non si erano dimostrati capaci di soddisfare le esigenze della popolazione. Si concretizzò in seguito uno dei più grossi movimenti di massa che la storia ricordi. Ogni libertà venne soppressa: non era possibile né parlare, né associarsi liberamente; i testi scolastici non avevano la varietà di quelli che si usano ora: esisteva il libro di Stato, uguale per tutte le scuole d Italia e basta; i giornali erano regolarmente censurati e pubblicavano solo le notizie permesse da chi comandava; la radio era monopolio del regime al potere e trasmetteva soltanto programmi in carattere con esso; il cinema era nelle stesse condizioni e circolavano in Italia pochissimi films stranieri; tutta l'attività ricreativo-culturale dei giovani e non, era controllata e diretta dal partito fascista che aveva inquadrato i ragazzi fin dalla più tenera età in associazioni che possiamo ben definire paramilitari; i partiti politici furono soppressi; per lavorare era necessaria la tessera del partito fascista. E, per chi non si assoggettava a quello stato di cose, per coloro che resistettero a quelle violenze, ci furono bastonature (le squadracce fasciste circolavano spesso col manganello), olio di ricino, allontanamento dai posti di lavoro, carcere, confino e talvolta l’assassimo. Era stato creato perfino un tribunale speciale per giudicare gli antifascisti, era stata creata l'OVRA, una organizzazione di volontari che, misti fra la popolazione, avevano il compito di riferire ciò che la gente mormorava e di fare denunce. Si era veramente creata un'atmosfera di timore, di soggezione, di paura che aveva coinvolto la stragrande maggioranza degli Italiani. Ma non tutti cedettero; infatti, molti di essi, fedeli agli ideali di democrazia e di libertà, non si rassegnarono mai e vennero incarcerati ed allontanati dalle loro famiglie in località isolate. Ma fu proprio in quei luoghi (carcere e confino) che i perseguitati politici studiarono, maturarono le loro capacità intellettuali e organizzative, riuscirono a stabilire contatti con altri elementi, creando quell'organizzazione di resistenti che, a liberazione avvenuta, prese in mano la direzione della cosa pubblica. Ma il fascismo non si limitò soltanto a reprimere ogni libertà in Italia; aspirava anche ad espandere nel mondo i suoi principi. Si alleò con la Germania di Hitler, uno dei maggiori criminali che la storia ricordi, dichiarò guerra all'Etiopia per fondare l'impero, partecipò attivamente alla guerra di Spagna dove vennero soffocate le libertà esistenti, conquistò l'Albania. Si giunse così al 1940, anno in cui l'Italia, dichiarò guerra agli eserciti alleati di Inghilterra, Francia, Stati Uniti d'America e Unione Sovietica. Si aprirono fronti ai confini con la Francia, Jugoslavia, Grecia, Albania, in Africa e persino in Russia. Milioni di italiani furono mandati a combattere. Erano male equipaggiati, inadeguatamente armati e col morale a brandelli. Era una guerra non sentita. Gli Italiani non capivano perché si dovesse andare a conquistare nazioni che avevano il solo ... difetto di essere governate ed organizzate in maniera democratica. Fu così che il nostro esercito, dopo le prime avanzate avvenute per l'impreparazione altrui, subì una serie di disastrose ed irreparabili sconfitte che culminarono con lo sbarco degli Anglo-Americani, avvenuto in Sicilia il 3 luglio 1943. Il nostro esercito era in rotta ed il 25 luglio 1943, di fronte alla catastrofe e nel tentativo di separare le proprie responsabilità da quelle del fascismo, il re Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini, il capo del fascismo. Fu la caduta del regime. Ma il successivo governo Badoglio non concesse quelle libertà che gli Italiani si aspettavano; firmò l'armistizio con gli Alleati ed ebbe inizio la guerra contro i tedeschi. In questo disordine generale, coloro che erano sopravvissuti alla persecuzione fascista riuscirono a tornare e perfezionarono quella organizzazione iniziata nelle carceri ed al confino, preparando la Resistenza armata che ebbe praticamente inizio pochi giorno dopo l'8 settembre 1943, data in cui l'esercito italiano si sciolse. Il re fuggì, gli Alleati avanzarono rapidamente verso il nord dell'Italia che venne così a trovarsi divisa in due partì: la parte meridionale era occupata dagli Inglesi e dagli Americani, la parte centrale e settentrionale era ancora in mano ai tedeschi. Nei due tronconi dell'Italia vi erano due governi diversi: al sud il governo legale che agiva con la collaborazione di tutti i partiti politici e intendeva condurre la guerra contro gli invasori tedeschi; al nord, invece, vi era il cosiddetto governo di Salò, la Repubblica Sociale Italiana. Si trattava di un governo illegale, costituito dai nazisti che avevano liberato Mussolini dalla prigionia e lo avevano messo a capo della nuova repubblica che egli aveva proclamato. La repubblica di Salò voleva ristabilire in tutta Italia il fascismo che era stato abbattuto dal popolo italiano. Nell'esercito della repubblica fascista (la repubblichina) vennero arruolati i giovani della leva militare, e chi di essi si sottraeva veniva deportato o fucilato. Fu in questo periodo che si registrò il maggior numero di giovani renitenti alla leva, cioè giovani che non volevano andare a combattere. E ciò non avveniva per viltà, ma per profonda avversione al fascismo ed a tutto quello che esso rappresentava. Molti di questi giovani, infatti, invece di arruolarsi sotto le bandiere fasciste, diventavano partigiani. Fonte |