La seconda ricerca: Guerre alla finestra
Gli interrogativi della ricerca
Nell’attuale contesto internazionale, è ancora rintracciabile un modello di conflitto inteso in senso tradizionale, scandito dalla sequenza “pace-guerra-pace”, oppure, come insegnano i più recenti eventi internazionali, è sempre più diffusa una tipologia di guerra “protratta e diffusa”, nella quale l’esplosione bellica rappresenta solamente un episodio “acuto”, all’interno di una situazione endemica di tensione e conflitto tendenzialmente permanenti, con forti connessioni internazionali?
In quale misura l’attenzione pubblica tiene conto dell’attuale configurazione delle guerre, cogliendo nel tempo la cronicità e il periodico riacutizzarsi di tali conflitti?
E’ possibile evidenziare e in qualche modo quantificare, valutare, il “residuo” conoscitivo delle guerre infinite nella coscienza pubblica italiana?
I risultati della ricerca
L’indagine è stata condotta attraverso una complessa raccolta di dati e informazioni, in riferimento alle Istituzioni pubbliche, italiane ed europee; ai mass-media (agenzie stampa, stampa quotidiana, televisioni e radio); alla Chiesa cattolica (locale e universale); alla rete Internet. E’ stato inoltre realizzato un sondaggio telefonico su un campione della popolazione italiana. Il periodo di riferimento per la raccolta dei dati è stato il triennio giugno 2001 – giugno 2004.
Per offrire uno sguardo realistico allo studio, si è scelto di approfondire empiricamente un numero ristretto di casi di guerra, (Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Colombia, Afghanistan, Palestina, Iraq), selezionati in base a parametri di rappresentatività macro geografica, grado di severità (letalità e impatto in termini di fenomeni associati) del conflitto, eterogeneità delle cause supposte e delle dinamiche di conflitto, ecc.
Numerosi i centri e istituti di ricerca coinvolti nella raccolta di dati, sotto la supervisione scientifica di Francesco Strazzari (Università di Amsterdam). Tra tutti segnaliamo la società di monitoraggio radiotelevisivo Canale 3 di Roma e il Centro culturale “F. L. Ferrari” di Modena, già impegnati nella precedente ricerca sui conflitti dimenticati.
Dallo studio emergono alcuni fenomeni importanti: la presenza crescente di nuove guerre (in)finite, diluite nel tempo e nello spazio (l’irrompere del terrorismo internazionale che colpisce ovunque, senza limiti spaziali oltre alla numerosità delle guerre dal ’45 ad oggi). La presenza di conflitti apparentemente culturali o di civiltà dietro cui c’è sempre la lotta per il potere o per le risorse, accanto a guerre dimenticate, banalizzate dai media e dalle Istituzioni. I dati raccolti da questo rapporto di ricerca sono in linea con altri rapporti internazionali e confermano che le priorità dei massmedia sembrano dettate prevalentemente da interessi politici o di audience, più che dal desiderio di fedeltà alla verità.
Continua a crescere il numero delle vittime civili rispetto a quelle militari. Si confermano i forti legami tra guerre e povertà: anche il nostro studio ha individuato la guerra tra i motivi principali di fame e morte, soprattutto di bambini. Sono sempre più evidenti le correlazioni tra scontri armati e dinamiche di impoverimento e accresciuta vulnerabilità sociale, col problema del continuo crescere delle lesioni dei diritti umani: sono oltre un miliardo di persone colpite dagli effetti “invisibili” delle guerre, tra cui vanno annoverate le carcerazioni, l’accresciuto livello di sofferenza psichica che sconvolge la vita soprattutto di profughi e rifugiati, degli stessi belligeranti oltre che gli incolpevoli civili.
Prevenzione e riconciliazione
Nel Rapporto si evidenzia la necessità di approcci nuovi, efficaci ed efficienti, per la risoluzione dei conflitti internazionali, nella tutela del bene pubblico internazionale, con l’opzione preferenziale per gli ultimi, con un’attenzione particolare per coloro che non hanno tutele (le vittime civili dei conflitti in primo luogo), nella convinzione che i morti per fame e sete o per le malattie curabili, spesso a seguito di guerre infinite, costituiscono la “peggiore arma di distruzione di massa”.
Prevenire e risolvere i conflitti è possibile, come viene indicato e approfondito nella terza parte del testo. Occorrono iniziative forti di mediazione preventiva nonviolenta, con pressioni internazionali decise, comprendendo che la pace rappresenta qualcosa da garantire e difendere, nell’interesse di tutti. E’ segno di speranza, in questo senso, che l’80% degli italiani, raggiunti dal nostro sondaggio, sostenga la necessità di potenziare il ruolo dell’Onu, e che per il 77% degli italiani, le guerre vanno prevenute con la mediazione e senza l'uso della forza.
INDICE Presentazione – Introduzione – I parte. Le coordinate concettuali e culturali della ricerca. 1.Le mappe globali della violenza organizzata. 2.Le Organizzazioni Internazionali e la gestione dei conflitti. 3.La dimensione sociale dei conflitti armati. 4.La dimensione economica dei conflitti armati. 5.Media e guerra. – II parte. I volti concreti della guerra: la parola ai dati. 6.La guerra dentro casa: dai fatti ai mass-media. 7.La guerra diffusa: valori e idee degli italiani su guerre e conflitti. 8.La guerra da curare: il ruolo delle istituzioni di cooperazione internazionale. – III parte. Guerra, questione di Chiesa. 9.La Chiesa e la guerra: recenti sviluppi del magistero pontificio sulla pace. 10.Risoluzione del conflitto e costruzione della pace: origini, idee classiche ed evoluzione. 11.Esperienze di prevenzione e di riconciliazione. – Conclusioni. - Appendice metodologica. - Riferimenti bibliografici.
Allegati
- da "Avvenire" dell'11 novembre 2005 (293 Kb - Formato pdf)Leggi l'articolo di Paolo LambruschiIl documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).
- da "Italia Caritas" di novembre 2005 (186 Kb - Formato pdf)Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).
- Da "Mosaico di pace" di febbraio 2006 (344 Kb - Formato pdf)Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).