Strumenti di animazione
Peacebuilding: un manuale formativo Caritas
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Questo primo decennio del nuovo secolo ha inaugurato il III millennio cristiano riproponendo su vasta scala l'antica quanto tragica logica dei conflitti: non soltanto nella prosecuzione di quelli irrisolti nelle decadi precedenti, ma aprendone di nuovi e inquietanti, dall'Afghanistan all'Iraq.
Sono anni però in cui abbiamo anche visto risorgere una coscienza collettiva, capace di grandi mobilitazioni, nelle piazze come nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle comunità ecclesiali, nelle case...; in alcune occasioni, persino sui balconi, tinteggiando le nostre città coi colori stessi dell'arcobaleno: antico e biblico segno posto da Dio, impegno perenne di pace fra il cielo e la terra, fra tutti i suoi figli.
Ben sappiamo però come le preoccupazioni e la fatica quotidiana minaccino costantemente di sopraffare anche gli slanci più sinceri e generosi, soprattutto nei contesti dominati dalla logica del "mordi e fuggi", in cui nel volgere di pochi istanti anche le emozioni più forti finiscono inesorabilmente per essere travolte dall'assuefazione e da un senso di arrendevole impotenza.
Di più, siamo consapevoli di come in un mondo dominato dai media soltanto le notizie che ricevono adeguata accoglienza ("copertura", direbbero gli addetti ai lavori) dagli organi divulgativi assurgono alla dignità dell'esistenza, condannando immani tragedie a non lasciare traccia, semplicemente perché ignorate.
Se poi allarghiamo, con attenzione, lo sguardo, scopriamo come nel mondo esiste una zona "grigia", costituita dai cosiddetti "conflitti a bassa intensità", dove alle grandi ostilità si sostituiscono una serie di vessazioni continue, di sistematiche violazioni dei diritti umani, di imperiture violenze strutturali, tale per cui la dignità umana e la sicurezza delle persone risultano offese quanto nel corso delle guerre ufficialmente riconosciute.
Queste intollerabili situazioni, come anche lo splendido anelito di pace che ovunque serpeggia e il crescente coinvolgimento di tante comunità ecclesiali, che non si arrendono all'inevitabilità della guerra, né accettano di ritenere che esistano guerre di "serie A" e guerre di "serie B", ci hanno spinto ad elaborare questo progetto per un Osservatorio Permanente sui Conflitti dimenticati.
L'idea, frutto della collaborazione tra Caritas Italiana e
Pax Christi Italia, a seguito di una riflessione comune sull'enciclica giovannea
"Pacem in Terris", cerca anzitutto di offrire continuità e consolidamento
all'impegno profuso dai due organismi promotori rispetto ai conflitti armati
e alle loro tragiche conseguenze. Obiettivo del progetto è quello di rafforzare
la linea di impegno verso una migliore informazione rivolta prevalentemente
alle realtà impegnate nello sforzo missionario e pastorale e di svolgere un
ruolo educativo nel porre le basi e le condizioni per una crescita della
consapevolezza delle minacce alla pace e dei segnali di speranza che si accendono
nelle situazioni di conflitto.
L'Osservatorio si colloca quindi in continuità con la Ricerca sui Conflitti dimenticati iniziata da Caritas Italiana, in collaborazione con Famiglia Cristiana e Il Regno, trasformandone i risultati in un impegno attivo e responsabilizzante e non soltanto di denuncia, facendo ovviamente tesoro delle esperienze e delle "reti" internazionali nei quali sono attivi i due soggetti promotori.
Oltre alle informazioni dettagliate sui vari conflitti, in queste pagine sarà possibile incontrare strumenti per l'animazione pastorale delle comunità e la crescita di una cultura di pace e d'impegno per essa.
E finalmente, l'Osservatorio vuole essere uno strumento semplice ma efficace, per costruire la Pace anche da un'approfondita analisi e denuncia dello sfruttamento della natura, habitat dell'uomo, secondo il compito affidatoci da papa Benedetto XVI ("Coltivare la Pace, custodire il Creato") in occasione della XLIII Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2010
Permanent Observatory on neglected conflicts
13 novembre 2008