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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

M.E. G.

Soprattutto giustizia

"Il Regno" n. 6 del 2006

Il 20 febbraio la Commissione per la verità e la riconciliazione della Liberia, prevista già dagli Accordi di Accra, firmati nel 2003, che sancirono la fine di 14 anni di guerra civile, ha iniziato ufficialmente i lavori. Nel 2005 venne formalmente istituita per legge e da allora a oggi è stata la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (CEDEAO) che ha avuto il gioco in mano, dovendo nominare i nove commissari in base a un equilibrio etnico e geografico.

Per statuto essa nei suoi due anni di vita (estensibili fino a tre) dovrà limitarsi a documentare tutti gli abusi commessi; comprovare i racconti delle vittime e dei carnefici, facendo particolare attenzione a donne, bambini, anziani e in generale ai membri più vulnerabili della società; stendere delle raccomandazioni che indichino vie concrete che consentano alla Liberia di chiudere col passato. Essa vivrà grazie al finanziamento del Programma per lo sviluppo dell’ONU, cui dovrà seguire quello dell’Unione Europea.

Su 3 milioni di abitanti, si calcola che almeno un quarto (750.000) sia la fetta di popolazione scomparsa a motivo della guerra, cui si devono aggiungere coloro che sono stati rapiti, derubati, stuprati e persino mutilati. Alla cerimonia d’inaugurazione della Commissione, la presidente liberiana Ellen Johnson-Sirleaf ha però ammonito: «Il nostro governo assicura che coloro che si sono macchiati di crimini contro l’umanità dovranno fare i conti con i propri delitti, non importa quando, dove e come». Contestualmente, infatti, durante il suo viaggio negli Stati Uniti, dove ha chiesto all’ONU la cancellazione dell’embargo sui diamanti, ha dichiarato di aver fatto formale richiesta al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo di consegnare Charles Taylor, ex presidente nonché leader di una delle fazioni che sono state all’origine della guerra civile liberiana, al tribunale ad hoc creato dall’ONU in Sierra Leone, dove deve rispondere dei 17 capi d’imputazione relativi a crimini di guerra (uno è relativo all’aver dato appoggio al gruppo di Al Qaeda che attaccò le ambasciate USA in Kenya e Tanzania nel 1998).

Lo stesso tribunale ha formalmente chiesto (26.3) alla Nigeria di arrestare Taylor perché potrebbe sottrarsi al processo «con gravi conseguenze per la stabilità della regione», ha detto il procuratore Desmond de Silva. Infatti, la motivazione principale che la Johnson-Sirleaf ha addotto per avere l’appoggio degli USA nella richiesta di estradizione di Taylor è che «la pace della Liberia è fragile; ci sono tante persone ancora fedeli a Taylor, ed egli ha ancora molti interessi economici nel paese». Taylor, in altre parole, è «una spada di Damocle che pende sulla stabilità della Liberia».


articolo tratto da Il Regno logo

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