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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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Antonella Borghi

La sfida di Toledo

"Il Regno" n. 12 del 2001

Su 26 milioni di peruviani (di cui, secondo le statistiche, circa il 50% vive in condizioni di povertà) erano 15 milioni quelli chiamati alle urne domenica 3 giugno per eleggere il nuovo presidente. Essendo il voto obbligatorio, la maggioranza si è recata ai seggi, ma il 16, 6% di schede bianche o nulle è la prova tangibile della disaffezione e dell'apatia verso le vicende politiche interne da parte di un popolo schiacciato da 10 anni di "cripto-dittatura" e chiamato alle urne per la quarta volta nel giro di 14 mesi.

Secondo gli osservatori internazionali inviati dall'Organizzazione degli stati americani (OEA) si è finalmente trattato, dopo i tanti brogli del passato, di una tornata elettorale "esemplare" quanto a correttezza e trasparenza delle procedure. "Il resto dell'America Latina dovrà studiare con attenzione le vie percorse dai peruviani per risolvere la loro crisi politica senza contestazioni e senza sparare un solo colpo", ha dichiarato con soddisfazione il capo della delegazione dell'OEA, Eduardo Stein.

Il presidente nuovo

Alejandro Toledo, che lo scorso anno aveva sfidato l'autoritarismo corrotto di Fujimori (cf. Regno-att. 10,2000,342) e che era dato per favorito in questo ballottaggio, ha vinto con il 53% dei suffragi contro il 47% ottenuto dallo sfidante Alan García (che aveva comunque recuperato molte posizioni durante le ultime settimane di campagna elettorale). I programmi dei due candidati non si discostavano di molto; le promesse di sapore marcatamente populista di García entrano ora a far parte dell'impegnativa agenda del costituendo governo Toledo, e non è escluso che un incarico possa essere attribuito a García stesso, il quale aveva dichiarato in campagna elettorale che, in caso di vittoria, avrebbe voluto Toledo al suo fianco nella squadra di governo.

Governo di "unità nazionale"

Una sorta di governo di unità nazionale, insomma, in cui il vecchio partito Aprista di Alan García (fondato nel 1924 con un orientamento di sinistra populista) potrebbe fornire un supporto tecnico-organizzativo a Perú Posible, la recente formazione nata a supporto della candidatura di Toledo. Le priorità del nuovo governo non potranno che essere d'ordine economico e istituzionale. Si tratta di fare ripartire un'economia affondata da quattro anni di pesante recessione; di creare due milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro; di aumentare i salari; di riconquistarsi la fiducia degli investitori internazionali, allontanati ultimamente dalla fallimentare gestione di Fujimori (cf. Regno-att. 22,2000,757).

Ma era già stato lo stesso Alan García a minare la credibilità internazionale del paese: tra il 1985 e il 1990, la sua disgraziata amministrazione aveva trascinato il Perú in un baratro di corruzione, carestia e iperinflazione (a un tasso annuo del 3.000%), a cui si aggiunse la deliberata sospensione del pagamento del debito estero.

Il compito che attende Toledo è arduo. L'ex indio di umili origini assurto a un ruolo di prestigio all'interno della Banca mondiale (la cui immagine, però, è stata offuscata da alcuni episodi poco edificanti cui la stampa ha dato risalto in vista del ballottaggio) dovrà smettere i panni vagamente messianici da salvatore degli indios indossati in campagna elettorale, per fare fronte alle enormi aspettative dei suoi concittadini, che hanno bisogno di trovare nuova fiducia verso la classe politica e le istituzioni. Una delle imprese più difficili sarà quella di costituire una maggioranza parlamentare all'interno di un Congresso tradizionalmente frammentato e diviso. Il partito di Toledo, Perú Posible, ha ottenuto solo 45 dei 120 seggi alle elezioni legislative dello scorso aprile, ma lo sconfitto García ha già chiesto ai 28 parlamentari del partito Aprista di sostenere il nuovo governo.

articolo tratto da Il Regno logo

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