Dichiarazione sull'Afghanistan
Nel momento in cui la nostra nazione dà corso all’azione militare, la nostra Conferenza dei vescovi chiede preghiera incessante, fermezza e misura in risposta agli attentati terroristici dell’11 settembre. Le preghiere che chiediamo sono per il nostro presidente e per i leader della nazione, per gli uomini e le donne delle forze armate e per tutti quelli che sono rimasti coinvolti in tali attentati terroristici.
Rinnoviamo l’appello affinché la nostra riposta militare sia orientata dai limiti morali tradizionali a proposito dell’uso della forza. Un’azione militare è sempre deplorevole, ma può essere necessaria per proteggere l’innocente o per difendere il bene comune. Sosteniamo ogni sforzo affinché sia chiaro che questa risposta è diretta verso quanti usano il terrore nonché verso quanti prestano loro aiuto, e non verso il popolo afgano o verso l’islam. Saranno tanto necessari quanto importanti quei provvedimenti atti a garantire la sicurezza dei civili innocenti. Sosteniamo con forza quelle iniziative umanitarie che rispondono al travaglio del popolo afgano, in particolare i civili rifugiati e sfollati.
Siamo confortati dagli sforzi rivolti a costruire una coalizione mondiale, che ricerchi la giustizia e una risposta di tipo complessivo attraverso l’uso degli strumenti della diplomazia, dell’economia e dell’azione umanitaria, oltre che di quello legittimo delle armi. Al di là della crisi attuale, continuiamo a insistere che si riprendano le iniziative, di tipo diplomatico e non, per garantire una giusta pace tra i palestinesi e gli israeliani, e un mondo più giusto e più pacificato per tutti coloro che lamentano la perdita dei loro diritti dati da Dio. Ogni nostro sforzo deve essere orientato dall’anelito verso un mondo che realmente rispetti i diritti e la dignità di ogni persona umana.
In mezzo al conflitto, preghiamo per la pace. Nei postumi del terrorismo, cerchiamo la giustizia. In risposta all’odio, offriamo l’amore. Nel tempo della prova, ci rivolgiamo a Dio, nostro rifugio e nostra forza, perché ci mostri la via della salvezza, della riconciliazione e della pace.
9 ottobre 2001