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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Via Crucis

“Sono forse io il custode di mio fratello?”




VIA CRUCIS

"Sono forse io il custode di mio fratello?"
percorso di riflessione e preghiera sulle orme dei testimoni della speranza.

Il testo è stato curato dal PuntoPace di Pax Christi di Brescia
in occasione della Via Crucis che si è svolta per le vie della città il 4 aprile 2006


Introduzione

SON FORSE IO IL CUSTODE DI MIO FRATELLO?

La Parola

Ma Caino ebbe da dire con suo fratello Abele. E com'essi furono nei campi, Caino insorse contro suo fratello e lo uccise. Disse Jahweh a Caino : "Dov'è Abele, tuo fratello?". E quegli gli rispose: "Non lo so. Son forse io il custode di mio fratello?" (Gn 4,8)

Commento

Dio rompe il silenzio della notte con la domanda: "dov'è tuo fratello?". A un figlio senza nome chiede ragione della sua fratellanza. Tocca forse a me sapere dov'è mio fratello? Tocca forse a me amarlo? Caino, l'agricoltore sedentario, l'uomo sazio, è smarrito, ha lo sguardo a terra. Lui, civilizzatore planetario, ha sviluppato il sogno di produrre e vendere all'infinito, oscurando la legge della fratellanza scritta nel suo cuore. La paternità di Dio non è statica, Egli si china su Caino per suscitare in lui una filialità e una fratellanza responsabile in relazione con tutte le cose e le creature, per realizzare il progetto di bene, pane, pace, perdono e giustizia . Dio esprime la propria domanda con direttività e attende una nostra personale e singolare risposta . Per accogliere la volontà del Padre, ci impegniamo a percorrere questo cammino spirituale sulle tracce di nostro fratello Abele, pastore nomade, mite come i suoi agnelli, incapace di avidità e disarmato, sognatore infaticabile di nuovi stili di vita, volti alla salvaguardia della natura e di un'etica di fratellanza e di compassione. Riconosceremo, questa sera, nostro fratello Abele, nei volti-icone dei fratelli testimoni di fraternità gratuita e liberatrice "sino alla fine" (Gv 13,1).

Canto: San Damiano

Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno,
con amore ed umiltà potrà costruirlo.
Se davvero tu saprai vivere umilmente
più felice tu sarai anche senza niente

Rit. Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l'altra in alto arriverai.

Nella vita semplice troverai la strada
che la calma donerà al tuo cuore puro.
E le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi.

Rit. Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l'altra in alto arriverai.

1ª Stazione
LA CONDANNA DI GESU'

In questa stazione leggiamo la condanna dei deboli, dei piccoli.

La Parola

Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico:Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. (Marco10, 13-16)

Commento

SONO FORSE IO IL CUSTODE DI MIO FRATELLO?
CHI E'MIO FRATELLO? MIO FRATELLO E' IQBAL.

Iqbal Masih è un bambino pakistano, venduto a riscatto dalla sua famiglia quando aveva cinque anni. Fu ucciso il 16 aprile 1995 dai suoi ex-schiavisti all'età di 12 anni perché lottava per la difesa dei diritti fondamentali e di libertà di tutti i bambini schiavi del mondo. Iqbal è oggi per noi, non solo uno dei 250 milioni di piccoli schiavi moderni, è un testimone martire, è un simbolo dei crocifissi della storia, di una storia mondiale dominata da un'economia e da una politica immorali che non ridistribuiscono con giustizia le risorse del creato, togliendoci la speranza del presente e del futuro. Ma Iqbal è anche per noi simbolo della speranza di costruire un mondo diverso. Non è vero che non possiamo fare nulla. Noi possiamo diventare voce di chi non ha voce, risvegliarci dal sonno della ragione e del cuore, liberare la volontà di scegliere come cittadini responsabili di una comunità locale e mondiale, stando a fianco dei 'testimoni', di chi cerca di costruire un mondo più giusto, più equo perché legge la realtà con altri occhi e si impegna per trasformarla.

Canto: E sono solo un uomo

Io lo so Signore che vengo da lontano
prima nel pensiero e poi nella tua mano
io mi rendo conto che Tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così.

Padre di ogni uomo e non ti ho visto mai.
Spirito di vita e nacqui da una donna
Figlio mio fratello e sono solo un uomo
eppure lo capisco che Tu sei la Verità.

E imparerò a guardare tutto il mondo
con gli occhi trasparenti di un bambino
e insegnerò a chiamarti Padre Nostro
ad ogni figlio che diventa uomo. (bis)

Io lo so Signore che Tu mi sei vicino
luce alla mia mente guida al mio cammino
mano che sorregge sguardo che perdona
e non mi sembra vero che Tu esista così.

Dove nasce amore Tu sei la sorgente.
Dove c'è una croce Tu sei la speranza
dove il tempo ha fine Tu sei vita eterna
e so che posso sempre contare su di Te.

E accoglierò la vita come un dono
e avrò il coraggio di morire anch'io
e incontro a te verrò col mio fratello
che non si sente amato da nessuno. (bis)

2ª Stazione
LE CADUTE DI CRISTO

La Parola

Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. (Mt. 11,28-29). Perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: "Io ti dico" esclamò rivolto al paralitico "alzati prendi il tuo lettuccio e va a casa tua". (Lc. 5,24).

Commento

Gesù non è un super uomo che affronta le sofferenze senza quasi avvertirle. No, non solo ha aiutato i sofferenti, i peccatori, gli esclusi dalla società restituendoli alla loro dignità umana ma, si è identificato con loro, con la loro debolezza. La caduta di Cristo è simbolo delle cadute della chiesa. Tutte quelle occasioni in cui noi cristiani abbiamo commesso colpe o non abbiamo saputo incarnare il messaggio evangelico

CONFESSIAMO I NOSTRI ERRORI E CHIEDIAMO PERDONO
Preghiamo perché la nostra confessione e il nostro pentimento siano ispirati dallo Spirito Santo, la nostra consapevolezza sia sempre più autentica e profonda e perché, considerando con umiltà gli sbagli del passato, in un'autentica "purificazione della memoria", ci impegniamo in un cammino di vera conversione.

CONFESSIONE DELLE COLPE NEL SERVIZIO DELLA VERITA'
Signore, Dio di tutti gli uomini, la nostra umanità, con le potenzialità e i limiti che ci accompagnano, ci ha visto ieri e oggi praticare con fatica il comandamento dell'amore e accondiscendere all'intolleranza. Abbi misericordia di noi e accogli il nostro proposito di cercare e promuovere la verità nella dolcezza della carità, ben sapendo che la verità non si impone che in virtù della stessa verità. Perdonaci tutte le volte che con il nostro silenzio con la nostra titubanza abbiamo fatto mancare la voce del Vangelo contro ogni guerra, contro la corsa alla costruzione di armi contro la bomba atomica, assoluto peccato. E abbiamo rinunciato a sperare, a credere che un mondo diverso è possibile, e a impegnarci per costruirlo.
(Rit. IO TI CHIEDO PERDONO)

CONFESSIONE DELLE COLPE COMMESSE CON COMPORTAMENTI CONTRO L'AMORE, LA PACE, I DIRITTI DEI POPOLI, IL RISPETTO DELLE CULTURE E DELLE RELIGIONI

Preghiamo perché sappiamo riconoscere, attraverso l'incontro con Te e il volto degli altri, il diritto di tutti ad esistere, nella convivialità delle differenze. Ti chiediamo perdono soprattutto quando questo riconoscimento l'abbiamo negato a chi è più debole, più fragile, meno potente. E quando abbiamo creduto che la nostra fede, la nostra religione, la nostra appartenenza alla Chiesa fosse l'unica possibilità di salvezza, e come tale fonte di dominio, dimenticando che tutte le religioni, compreso il cristianesimo, sono in ascolto della Parola eterna, che, diversamente e secondo varie modalità, cerca di esprimersi nelle culture umane. Signore ti chiediamo perdono, come singoli e come Chiesa, per le volte che non abbiamo avuto il coraggio di cercare e mostrare la verità per paura o convenienza, siamo stati dalla parte del più forte e ci siamo serviti di questo potere per i nostri interessi. O abbiamo giustificato qualsiasi mezzo per i nostri fini. Signore del mondo, Padre di tutti gli uomini, attraverso tuo Figlio tu ci hai chiesto di amare il nemico, di pregare per i nostri persecutori, non rispondendo al male con il male, ma restituendo anche a chi ci sta colpendo un volto umano, non facendo coincidere chi ci arreca dolore con la malvagità che sta compiendo. E' una richiesta difficile, che si scontra spesso con i nostri limiti. Troppe volte, però, abbiamo sconfessato il Vangelo ceduto alla logica della forza, violato i diritti di etnie e di popoli, disprezzato le loro culture e le loro tradizioni religiose. Per questo ti chiediamo perdono e ti chiediamo di sostenerci.
(Rit. IO TI CHIEDO PERDONO)

CONFESSIONE DEI PECCATI CHE HANNO FERITO LA DIGNITA' DELLA DONNA E L'UNITA' DEL GENERE UMANO

Ti chiediamo perdono, come singoli e come Chiesa, per tutti quelli che abbiamo offeso nella loro dignità umana, calpestando i loro diritti e non riconoscendoli come fratelli. Ma ti chiediamo perdono anche per tutte volte che non ci siamo indignati, non abbiamo urlato e siamo rimasti indifferenti davanti ai loro volti sofferenti, alle loro vite calpestate, alla loro dignità e ai loro corpi feriti, preferendo far finta di non vedere o pensando che fosse "un male necessario". Ti preghiamo per le donne, troppo spesso umiliate ed emarginate anche dentro la nostra Chiesa, e ti chiediamo di renderci capaci di rispettare in egual misura la dignità di entrambi i sessi, nella condivisione e nella responsabilità.
(Rit. IO TI CHIEDO PERDONO)

3ª Stazione
VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU'

La Parola

Tu sei il più bello tra i figli dell'Uomo, sulle Tue labbra è diffusa la grazia (Salmo 44)
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi. Non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e umiliato dagli uomini, Uomo dei dolori che ben conosce il patire. Come uno davanti al quale ci si copre la faccia era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. (Isaia 53, 2)

Commento

Essere significa prima di tutto essere un corpo, ma patire nel corpo infiacchisce lo spirito. Il più bello tra i figli dell'Uomo, abbruttito dalla violenza non ignora l'amaro del nostro pane quotidiano, della nostra angoscia e del nostro smarrimento e lo scandalo dei chiodi che straziano la carne. Dal corpo mortale, corpo offeso di Dio, impalato su quel legno di croce si ode un lamento sommesso: "Mi sono fatto uomo, mi sono fatto corpo". Dio svela la verità e la nudità sconcertante della sua condizione umana e si identifica nella nostra vulnerabilità e nel nostro non potere. Come noi sale su quel legno e ci restituisce la sua bellezza originaria, l'intima soavità della Sua parola. "Non scendo da questa croce, questo scandalo e questa infamia l'accetto come Amore" "sino alla fine" (Giovanni 13,1). Ora nel dolore, Bellezza e Verità si coniugano nell'accoglienza della ferita dell'Amore. Colui che è la "Bellezza in sé" non lotta corpo a corpo con il drago, ama sino alla fine e si abbandona mostrandosi più forte di ogni potere costituito. Il tempo di questo patimento anche per Cristo è lento e opprimente, è un tempo immobile e infinito, come per ogni dolente. Ma lo sguardo di Veronica contempla il suo viso sfigurato e restituisce dignità agli ultimi scampoli di vita, umanizzando il suo dolore. La fragranza di quel lino è profumo di casa, è la carezza della madre che lo ha accolto nella vita, e la presenza amante e ospitante di Maria.

SONO FORSE IO IL CUSTODE DI MIA SORELLA? CHI E' MIA SORELLA? MIA SORELLA E' ANNALENA TONELLI

Asciugare le lacrime di Dio / Asciugare le lacrime dell'uomo. Forlivese di nascita, missionaria laica, ha vissuto per oltre 30 anni in Africa, prima in Kenya poi in Somalia .Alimentata da una forte spiritualità, si spese senza risparmio in seno al mondo islamico. Possedeva due tuniche e uno scialle, i sandali glieli hanno regalati altrimenti andava scalza. Ha vissuto da povera tra i poveri, da sfollata tra gli sfollati, da rifugiata tra i rifugiati. Con il sostegno dei suoi amici italiani aveva fondato inizialmente un orfanotrofio, successivamente ha riattivato ambulatori e ospedali per la cura e la prevenzione della TBC. Oltre alle cure mediche, ha avviato scuole di alfabetizzazione per bambini e adulti tubercolotici e una scuola per bambini sordomuti e handicappati fisici. Ha combattuto la pratica crudele dell'infibulazione. "Quel che volevo era aiutare gli altri: i poveri, i sofferenti, i non amati." Indifesa e disarmata è stata assassinata a Borama (Somalia) il 5 ottobre 2003.

(Tutti insieme)
Infondi in noi, Signore, la tenerezza della donna che ti asciugò il volto, per essere testimoni di gesti materni e di accoglienza profonda verso i poveri, gli ammalati, gli umiliati e i non amati. Suscita in noi, Signore la vocazione alla fraternità nella dimensione della vicinanza e della condivisione, per essere testimoni nella storia di nuove relazioni personali e collettive. Risveglia in noi, Signore la ricerca di nuovi stili di vita che siano prassi di nonviolenza, di ecumenismo, di ecologia e di interculturalità. Rinnova il nostro cuore, Signore, allontanaci dalle tentazioni di essere perfetti superuomini e superdonne e donaci un cuore di carne per essere perfetti nella misericordia.

Canto: Madre io vorrei

Io vorrei tanto parlare con te di quel Figlio che amavi.
io vorrei tanto ascoltare da te quello che pensavi:
quando hai udito che tu non saresti più stata sua
e questo Figlio che non aspettavi non era per te....

Rit. Ave Maria. (5v)

Io vorrei tanto sapere da te se quand'era bambino
tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di Lui
e quante volte anche tu, di nascosto, piangevi, Madre,
quando sentivi che presto l'avrebbero ucciso per noi..

Rit. Ave Maria. (5v)

Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi.
Io benedico il coraggio di vivere sola con Lui
Ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi.
Per ogni Figlio dell'uomo che muore ti prego così…

Rit. Ave Maria. (5v)

4ª Stazione
GESU' MUORE IN CROCE

Lungo i secoli abbiamo visto cadere molti uomini valorosi, donne coraggiose e giovani amanti della vita e della giustizia: tutti, in diverse maniere e circostanze, furono profeti della verità. Tutti trovarono nella croce la ragione per lottare, "perdere la vita" e difendere la verità dei poveri, degli ultimi, degli indifesi. Tutti trovarono quella forza soprannaturale in quell'uomo-Dio inchiodato nella croce.

La parola

Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: " Questi è Gesù, il re dei Giudei". Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce! ". Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio! ". Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. (Matteo 27,35-44)

Il Golgota

1L Quando la croce fu innalzata si fece un lungo silenzio. Erano tutti sconcertati per ciò che stava succedendo. Per gli amici di Gesù era la fine del mondo…Finiva tutto così? A questo tendevano tante speranze? La fede vacillava in tutti. L'avevano udito parlare di un trionfo finale, di una risurrezione: ma non riuscivano a capacitarsi. Quella croce per molti che avevano creduto in lui significava che il passato non era stato che un lungo sogno.

2L Negli anni precedenti avevano battagliato per giorni e giorni con le loro coscienze e, di tanto in tanto, erano riusciti a convincersi che Gesù era molto più che un uomo. Lo avevano seguito, avevano creduto nella sua parola e non riuscivano a capire e a immaginare il Cristo inchiodato nella croce. Non volevano credere ai loro occhi. Ma quel sangue che grondava dalla croce non era un sogno.

1L Nemmeno i suoi nemici riuscivano a capacitarsi. La verità è che, in fondo, li deludeva il fatto che tutto terminasse in quel modo così semplice. Avrebbero desiderato un finale più spettacolare. Ridevano di se stessi nel dover riconoscere di essere giunti ad aver paura di quell'uomo. Li aveva sconfitti tante volte, che avevano finito per idealizzarlo, per vedere in lui un certo non so che. Molte volte si erano chiesti: E se avesse ragione? E se fosse veramente un inviato da Dio e stesse, pertanto, al di là della vita e della morte? Ora tutto era chiaro. E si sentivano quasi scontenti di aver vinto tanto facilmente. Ormai erano cessati i prodigi. Eccolo là, ben fissato alla croce.

2L Gesù solleva un ultimo sguardo. Di fronte a lui la città per la quale ha pianto, gli uomini per i quali ha lottato, la terra sulla quale ha camminato. Ha la forza sufficiente per gridare: "Padre, nelle tue mani abbandono il mio spirito". La testa si reclina. E muore. La sua missione è compiuta.

Ritornello: Oh popolo mio che male ti ho fatto che dolore ti ho dato, rispondimi. (3 volte)

SON FORSE IO IL CUSTODE DI MIO FRATELLO? CHI E' MIO FRATELLO? MIO FRATELLO E' OSCAR ROMERO

3L Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, amava la vita, perché amava il suo popolo: " Mai come adesso ho amato tanto la vita. Ho bisogno di un po' più di tempo. E te lo dico onestamente: io non ho la vocazione di martire", aveva confidato a Jorge Lara, suo amico, poche settimane prima del suo assassinio. Quella domenica, 23 marzo, s'incontrò per l'ultima volta col suo popolo nella cattedrale. Dal tono della voce si notava che l'omelia stava volgendo ormai alla fine. Mons. Romero alzò nuovamente la voce e lanciò lo storico e coraggioso appello ai soldati " Io vorrei lanciare un appello in modo speciale agli uomini dell'esercito, e in concreto alle basi della Guardia Nazionale, della polizia, delle caserme. Fratelli, che fate parte del nostro stesso popolo, voi uccidete i vostri stessi fratelli contadini! Mentre di fronte a un ordine di uccidere dato a un uomo deve prevalere la legge di Dio che dice: Non uccidere !

4L Nessun soldato è obbligato a obbedire a un ordine che va contro la legge di Dio. Una legge immorale, nessuno è tenuto a osservarla. È ormai tempo che riprendiate la vostra coscienza e obbediate alla vostra coscienza piuttosto che alla legge del peccato. La Chiesa, sostenitrice dei diritti di Dio, della dignità umana, della persona, non può restarsene silenziosa davanti a tanto abominio(…) In nome di Dio, e in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono ogni giorno più tumultuosi fino al cielo, vi supplico, vi prego, vi ordino: basta con la repressione!" Il giorno seguente lo uccisero durante la celebrazione dell'Eucarestia.

NON ABBIATE PAURA
(insieme)

Vedendo la nostra realtà ed il mondo di violenza, ci sembra di abitare in un posto infernale e senza possibilità di redenzione. Ci domandiamo: È servita a qualcosa la morte di Cristo? Vediamo popoli invasi da altre popoli più potenti, persone obbligate a tacere la verità, migliaia di Cristiani che continuano ad essere crocifissi come il loro maestro, e nuovamente ci domandiamo: È valsa la pena quel martirio, a che è servita la morte di Oscar A. Romero e di tanti altri martiri ? La risposta l'aveva anticipata Gesù: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me……… ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 15,16) La morte di Oscar Romero, e di tanti che hanno testimoniato col martirio, come quella di Gesù -maestro- è stata ed è feconda. Nessuna morte rimane sterile, se è preceduta da una vita di fede, di testimonianza e di servizio. La morte causa dolore e lacrime, ma la testimonianza ci porta ad amare la nostra vocazione

Canto: GRANDI COSE

Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ha fatto germogliare fiori fra le rocce.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha portati liberi alla nostra terra.
Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare
l'amore che Dio ha versato su noi.

Tu che sai strappare dalla morte,
hai sollevato il nostro viso dalla polvere.
Tu che hai sentito il nostro pianto,
nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.

5ª Stazione
GESU' E' CALATO NEL SEPOLCRO E DOPO TRE GIORNI RISORGE

La parola

C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatea, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento. Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue parole. (Luca 23,50-56; 24,1-8)

Commento

Gesù è calato nel sepolcro, entra nella terra, quasi una nuova incarnazione: non nel seno di Maria, ma nelle viscere del mondo. Tutto deve essere visitato perché tutto possa risorgere. La salvezza cristiana non è solo delle anime, ma anche dei corpi, della terra, del cosmo. Tutto è chiamato a diventare sempre più bello, affinché Dio e l'umanità possano trovare una casa degna di ospitarli nella pace e nell'amore.

SON FORSE IO IL CUSTODE DI MIA SORELLA? CHI E' MIA SORELLA? MIA SORELLA E' DOROTY STANG

Doroty Stang era una suora americana che viveva ad Anapu nello stato brasiliano del Parà. Da più di vent'anni si era presa in carico la custodia della foresta amazzonica e dei lavoratori "senza terra". Suo motto era: "Beati i miti, perché possederanno la terra" (Matteo 5,5). Una terra piccola, ma necessaria per vivere in pace con la propria famiglia. Ma nel sistema neoliberista la proprietà familiare non ha senso: non dà dividendi, non è per l'esportazione; è il latifondo quello che vale: è produttivo e permette un guadagno immediato. Per questo i proprietari terrieri e i tagliatori di legname l'hanno assassinata il 12 febbraio 2005. Il suo martirio ha scosso però l'opinione pubblica e il governo federale è intervenuto a protezione della foresta e dei suoi abitanti.

Preghiera (tutti insieme)

O Signore, fa che ci sentiamo davvero risorti in Cristo e inviati a salvare il mondo. Dall'intima coscienza che tu ci custodisci e ci rinnovi continuamente, fa nascere in noi l'impegno ad essere custodi di questa umanità e di questa terra: custodi dell'umanità grande che abita il mondo e di quella piccola che incontriamo in casa nostra, sul lavoro, per strada… custodi della terra intera offesa dall'inquinamento globale e di quella che ogni giorno calpestiamo nella nostra città. Come Gesù ha condiviso la sorte dell'umanità e della terra e vi ha messo, risorgendo, il germe del bene, aiuta anche noi a condividere le gioie e i dolori del mondo per farlo risorgere nella giustizia, nella pace, nella bellezza delle persone e delle cose. Amen.

Invito

Vi chiediamo ora di pronunciare, a voce alta, il nome di quelli che portate nel cuore e che sono stati testimoni di bene nel mondo, perché continuino ad essere nella storia seme e acqua viva di una terra promessa dove fiorisce la pace.

Canto: Ogni mia parola

Come la pioggia e la neve
scendono giù dal cielo
e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra,
così ogni mia parola non ritornerà a me
senza operare quanto desidero,
senza aver compiuto ciò per cui l'avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni mia parola

Conclusione

"I CARE ANCORA"

Pax Christi ha dedicato quest' anno alla figura di Don Lorenzo Milani, profeta di libertà nel segno della nonviolenza, morto nel giugno del 1967 a soli 44 anni. Don Milani ha scelto la via della rottura per aggredire il mondo degli altri e far nascere nella coscienza di tutti "il piccolo amaro germoglio della vergogna". Don Lorenzo si è sempre schierato decisamente a fianco dei più poveri per aiutarli nella lotta contro le ingiustizie del sistema. Egli è stato uno dei testimoni più significativi e più veri del nostro tempo. Il suo principio era "fai largo ai poveri senza farti largo". Nella sua vita ha sempre seguito l'esempio di Gesù Cristo , che è stato davvero il volto "dell'Abbà" schierandosi sempre a difesa delle terre e delle genti impoverite dall'lmperialismo Romano. Nella sua opzione costante per i poveri Don Dilani ci ha detto " se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri" afferma alla replica ai cappellani militari, "allora vi dirò che reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato e oppressori dall'altro. I primi sono la mia patria, gli altri sono i miei stranieri". Scriveva Don Lorenzo "non vedremo sbocciare santi finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all'ingiustizia sociale". "Spero che il grido di sofferenza degli impoveriti di tutto il mondo trovi menti e cuori attenti e Don Milani avrebbe esclamato "ME NE CARE ANCORA MOLTO".

Preghiera insieme

Apri ancora più i nostri spiriti e i nostri cuori Alle esigenze concrete dell'amore di tutti i nostri fratelli, affinché possiamo essere sempre più dei costruttori di pace. Ricordati Padre di misericordia di tutti quelli che sono in pena, soffrono e muoiono nel parto di un mondo fraterno. Che per gli uomini di ogni razza e di ogni lingua Venga il tuo regno di pace e di amore e che tutta la terra sia piena della tua gloria. Amen (Papa Paolo VI)

Canto: Resta qui con noi

Le ombre si distendono
scende ormai la sera
e s'allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà,
di un giorno che ora correrà sempre
perché sappiamo che una nuova vita
da qui è partita e mai più si fermerà.

Resta qui con noi il sole scende già,
resta qui con noi Signore è sera ormai.
Resta qui con noi il sole scende già,
se tu sei fra noi la notte non verrà.

S'allarga verso il mare il tuo cerchio d'onda
che il vento spingerà
fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore,
alla porte dell'amore vero.
Come una fiamma che dove passa brucia
così il tuo amore tutto il mondo invaderà.

Resta qui con noi il sole scende già,
resta qui con noi Signore è sera ormai.
Resta qui con noi il sole scende già,
se tu sei fra noi la notte non verrà.

Davanti a noi l'umanità lotta, soffre e spera
come una terra che nell'arsura
chiede l'acqua da un cielo senza nuvole,
ma che sempre le può dare vita.
Con te saremo sorgente d'acqua pura
con te fra noi il deserto fiorirà.

Resta qui con noi il sole scende già,
resta qui con noi Signore è sera ormai.
Resta qui con noi il sole scende già,
se tu sei fra noi la notte non verrà.

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