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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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Action for peace

Le chiese cristiane per la pace in Palestina e Israele

12-19 marzo 2006

Dal 12 al 19 marzo 2006, il Consiglio Mondiale delle Chiese ha stabilito una settimana di riflessione e preghiera per la Terra Santa. Tutte le chiese sono invitate ad unirsi a questa settimana di azione per esprimere una solidarietà di fede, confermare la partecipazione alla difficile situazione in Israele e Palestina e intraprendere nuove azioni per la pace.
Pax Christi International e molte delle sue organizzazioni sostengono questa iniziativa.

Per ulteriori informazioni:
http://overcomingviolence.org/en/news-and-events/events/events-container/article/1327/church-action-for-peace.html

Il testo che segue è la dichiarazione dei Capi delle Chiese che sono in Gerusalemme che raccomandano alle chiese di tutto il mondo e a tutti i cristiani di sostenere con forza la pace. E’ datata 6 febbraio 2006.


I CAPI DELLE CHIESE CRISTIANE
CHE SONO IN GERUSALEMME
ESORTANO LE CHIESE E TUTTI I CRISTIANI
A SOSTENERE CON FORZA LA PACE


Hanno trattato le ferite della mia gente
dicendo "Pace, Pace" quando non c’è Pace

(Geremia 6,14)

Se un membro soffre
tutte le membra soffrono con esso

(Lettera ai Corinti 12,26)

Rendi chiara la visione…
(Abacuc 2,2)


Fratelli e sorelle cristiane di tutto il mondo:
Grazia e Pace a voi da Gerusalemme!

Il Consiglio Mondiale delle Chiese assieme alle Chiese e a numerose organizzazioni internazionali si sono riuniti assieme per una speciale iniziativa di sensibilizzazione denominata Azione per la pace delle chiese cristiane per la Palestina e Israele.
E’ una settimana di “azioni” per la pace, dal 12 al 19 marzo 2006.

Questa iniziativa parte dall’EAPPI, il Programma di Accompagnamento Ecumenico in Palestina e Israele del Consiglio Mondiale delle Chiese assieme a Pax Christi International.
L’EAPPI iniziò la sua attività tre anni fa come risposta all’appello delle chiese cristiane in Gerusalemme. Oggi, ad un anno dal 40° anniversario dell’ occupazione illegale della Palestina, noi rinnoviamo la nostra richiesta e vi raccomandiamo di partecipare attivamente alla settimana mondiale di sostegno alla pace nella giustiza.

Negli ultimi 39 anni le Chiese, istituzioni e fedeli, hanno lavorato instancabilmente e pazientemente per la pace in Palestina e Israele. Ora che la situazione continua a deteriorarsi e le opportunità per la pace sembrano lontane, è cruciale per i cristiani alzare vigorosamente la loro voce. Insieme ad azioni coraggiose, alla preghiera e alla solidarietà cristiana, le chiese di Gerusalemme e della Terra Santa hanno bisogno di voi per dialogare tra chiese, come autorità morali e in una prospettiva etica della fede cristiana. I governanti e i politici dei vostri paesi devono sapere che le chiese conoscono bene le continue sofferenze causate dall’occupazione e dall’insicurezza che ne deriva e sempre più sono coinvolte attivamente nella ricerca di una giusta pace. Tutti i governi nazionali hanno la responsabilità di sostenere la legalità internazionale e i cristiani hanno un ruolo importante nel verificare quanto vengono rispettati quegli impegni.

Chiediamo a tutti i cristiani di rivalutare il ruolo profetico della chiesa e l’importanza della testimonianza pubblica cosi che le sofferenze, le ingiustizie e l’insicurezza dell’occupazione che colpisce sia gli israeliani che i palestinesi –siano essi cristiani, musulmani ed ebrei– diventino una priorità urgente per tutti i governi nazionali.

La positiva attenzione data al ritiro unilaterale dalla striscia di Gaza è servita a sviare l’attenzione mondiale dalla realtà della West Bank e di Gerusalemme Est. C’è un continuo allargarsi del controllo militare israeliano. I blocchi di insediamenti continuano ad aumentare e la terra è illegalmente sequestrata per costruire un muro che è stato condannato dalla comunità internazionale. Le città della West Bank stanno soffocando ed economicamente morendo; la gente vive in una permanente paura di incursioni militari. La situazione della sicurezza nei Territori Palestinesi è grave e le autorità palestinesi devono essere sostenute nei loro sforzi per imporre l’osservanza delle leggi e allo stesso tempo per tener conto delle diverse responsabilità.

Il prezzo dell’occupazione è insopportabilmente alto anche per quelli che vivono in Israele. Il paese è dominato dall’insicurezza, dalla paura e dalla povertà e allo stesso tempo la spirale delle disuguaglianze sociali è fuori controllo.

I cristiani palestinesi affrontano le stesse fatiche e soffrono della stessa situazione disperata di tutti gli altri palestinesi, ma affrontano anche un allarmante tasso di emigrazione dalla Palestina. La presenza cristiana in Palestina è importante per l’intera società e siamo preoccupati per il futuro della nostra comunità e per le istituzioni che servono tutti i palestinesi.

C’è un’unica soluzione per porre fine alle sofferenze sia in Israele che in Palestina: una giusta pace raggiunta attraverso i negoziati e in osservanza della legge internazionale. La fine dell’occupazione illegale è il primo passo verso una reale pace e sicurezza sia per Israele che per la Palestina. La pace, la giustizia e la sicurezza per la Palestina porterà pace, giustizia e sicurezza per Israele.

Noi continuiamo a pregare per la pace di Gerusalemme e ad insistere nel sostenere che una Gerusalemme condivisa e aperta, che rispetti i diritti e la sovranità delle tre religioni e dei due popoli, è essenziale per una giusta pace nel Medio Oriente.

La visione cristiana della legge e della giustizia ci porta a reclamare una soluzione dei due Stati basata sulla legge internazionale che provveda alla creazione di uno Stato veramente possibile, vitale, contiguo, indipendente e sovrano.

Noi affermiamo una visione della pace nella giustizia e fondata sulla riconciliazione. Noi, come cristiani, crediamo nella forza e nella presenza di Dio. La nostra fede è come una primavera di speranza nella perseveranza. E’ questa speranza che ci conduce ad affermare che la situazione attuale può e deve essere cambiata. Noi chiediamo degli sforzi di azioni nonviolente per portare la pace e condanniamo con tutta la forza possibile tutti coloro che usano la violenza e gli atti di terrore.

Tuttavia, la situazione è urgente. Col passare dei mesi la possibilità che una soluzione di pace negoziata possa crescere diventa sempre più distante. I sempre più numerosi insediamenti che vengono costruiti e il muro che chiude in un recinto le terre confiscate, significano che le comunità vengono separate l’una dall’altra. Similmente, poiché sia i musulmani che i cristiani hanno ulteriori restrizioni nell’accesso ai Luoghi Santi, specialmente a Gerusalemme, le persone non possono viaggiare e le famiglie vengono separate. I bambini palestinesi sono trattenuti illegalmente e molti cristiani palestinesi lasciano la Terra Santa per la mancanza di lavoro, di sicurezza e speranza per il futuro. E’ così che la possibilità reale di vedere uno Stato palestinese, vitale e contiguo nei suoi confini, diventa sempre meno realizzabile. Ogni giorno che passa si allontana sempre di più una soluzione possibile a breve termine.

Noi speriamo e preghiamo perché i cristiani, in ogni parte del mondo, si uniscano assieme nella settimana dal 12 al 19 marzo per testimoniare pubblicamente il loro desiderio di pace. Vi chiediamo di interpellare i vostri politici e perché diano un contributo nell’ alleviare le sofferenze della gente e per chiedere loro di prendere più chiare decisioni a favore della pace.

A Gerusalemme, Betlemme e Ramallah i cristiani si raduneranno in momenti particolari di preghiera il 12 marzo per lanciare l’azione della chiesa internazionale per la pace in Palestina e Israele e alzare la voce cristiana per una giusta pace. Unisciti a noi nel tuo Paese e cerca di contattare per questo i tuoi governanti.

E’ la vostra solidarietà che, unita alla Grazia di Dio, ci aiuta ad essere portatori di pace e ministri di riconciliazione in questo luogo lacerato dalla guerra. Dio ci ha anticipato la sua “visione” della Pace unita alla Giustizia: Unisciti a noi per veder realizzata questo “visione”!

I PATRIARCHI E I CAPI DELLE CHIESE CHE SONO IN GERUSALEMME
6 Febbraio 2006
+ Patriarch Theophilos III, Greek Orthodox Patriarchate
+ Patriarch Michel Sabbah, Latin Patriarchate, President of Pax Christi International
+ Patriarch Torkom II, Armenian Apostolic Orthodox Patriarchate
Father Pierbattista Pizzaballa, ofm, Custos of the Holy Land
+ Anba Abraham, Coptic Orthodox Patriarchate
+ Swerios Malki Mourad, Syrian Orthodox Patriarchate
+ Abune Grima, Ethiopian Orthodox Patriarchate
+ Paul Nabil Sayyah, Maronite Patriarchal Exarchate
+ Bishop Riah Abu El-Assal, Episcopal Church of Jerusalem & the Middle East
+ Bishop Mounib Younan, Lutheran Evangelical Church
+ Pierre Melki, Exarch for the Syrian Catholics - Jerusalem
+ André Dikran Bedoghlyan, Armenian Catholic Patriarchal Exarchate
Archimandrite Mtanious Haddad, Greek Catholic Patriarchal Exarchate

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