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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

M.E. G.

Le risoluzioni dell’ONU sull’Iraq

"Il Regno" n. 21 del 2002

Riportiamo l’elenco completo delle risoluzioni che il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato nei confronti dell’Iraq negli ultimi 12 anni. Il giorno stesso dell’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, nel 1990, vi è la condanna della risoluzione 660 (2.8) e la richiesta che l’Iraq si ritiri «immediatamente e senza condizioni»; i beni iracheni in Occidente vengono congelati e Washington annuncia un boicottaggio economico totale dell’Iraq. La 661 (6.8), con l’astensione di Cuba e Yemen, istituisce un embargo commerciale, finanziario e militare contro l’Iraq, mentre la 662 (9.8) ripete la richiesta del ritiro dal Kuwait. Con la 664 (19.8) si chiede all’Iraq di rilasciare i cittadini dei paesi terzi illegalmente trattenuti; la 665 (25.8) istituisce ispezioni delle navi mercantili dirette in Iraq; la 666 (13.9) chiede che venga lasciato libero accesso agli aiuti umanitari per la popolazione irachena; la 667 (16.9) ribadisce la protezione del personale diplomatico. Le risoluzioni 669 (24.9), 670 (25.9), 674 (29.10), 677 (28.11) ribadiscono le precedenti. La 678 (29.11) con il voto contrario di Cuba e Yemen e l’astensione della Cina, fissa un ultimatum che scadrà il 15 gennaio 1991.

Falliti i diversi tentativi di soluzione diplomatica alla crisi del Golfo, una forza militare multinazionale sotto la guida degli USA inizia i bombardamenti il 17 gennaio 1991. La risoluzione 686 (3.3) impone all’Iraq l’accettazione delle risoluzioni precedenti, nel momento in cui si firma un provvisorio cessate il fuoco. Successivamente, la 687 (3.4) fissa il cessate il fuoco definitivo, imponendo all’Iraq la distruzione delle armi biologiche e chimiche, e crea l’UNSCOM. L’azione di soffocamento dell’insurrezione curda scoppiata nel Nord e di quella sciita nel Sud da parte dell’Iraq viene condannata dalla risoluzione 688 (5.4). La 692 (20.5) stabilisce che il ricavato di alcuni prodotti petroliferi dell’Iraq sarà usato a titolo di compensazione per i danni di guerra, istituendo un fondo apposito. Le due risoluzioni del 17.6, 699 e 700, ribadiscono l’autorità delle ispezioni dell’ONU e il divieto di ogni scambio commerciale con l’Iraq che non sia per gli scopi umanitari stabiliti dal Consiglio. Il 15 agosto si consente all’Iraq il commercio per sei mesi di alcuni prodotti petroliferi per pagarsi le importazioni di generi di prima necessità (n. 706), mentre si stabilisce che il 30% degli introiti di tale commercio venga destinato al Fondo d’indennizzo (n. 705). Contestualmente (n. 707), l’Iraq deve consentire le ispezioni ONU, secondo quanto previsto dalla risoluzione 687. Infine la 715 (11.10) stabilisce misure contro lo sviluppo del nucleare in Iraq. L’Iraq rifiuta tutte le risoluzioni.

Nel 1992, il Consiglio di sicurezza adotta le risoluzioni 773 (26.8) e 778 (2.10): quest’ultima autorizza il sequestro di una parte di beni iracheni all’estero che erano stati congelati per coprire i costi delle operazioni dell’ONU in Iraq. Nel 1993, la risoluzione 833 del 27.5 stabilisce i nuovi confini tra dell’Iraq e di essi l’ONU si fa garante; i cittadini iracheni che si troveranno così ad avere i propri beni in territorio del Kuwait saranno compensati in base alla risoluzione 899 del 4.3.1994. La 949 del 15.10.1994 intima l’immediato ritiro delle truppe irachene al confine con il Kuwait.

Nel 1995, la 986 del 14.4 addolcisce per motivi umanitari le sanzioni economiche e permette il commercio di alcuni prodotti petroliferi, il noto programma «petrolio in cambio di cibo» (l’Iraq aspetterà 18 mesi prima d’accordarsi con l’ONU su come applicare la risoluzione e i primi viveri acquistati a questo titolo arriveranno solo nel 1997); contestualmente viene istituito un fondo sotto sequestro gestito dall’ONU nel quale confluiscono i ricavi del programma, una parte dei quali finanzieranno: le esportazioni verso l’Iraq, il completamento degli aiuti umanitari per la popolazione irachena, il Fondo d’indennizzo (705 del 1991), altre spese relative all’applicazione delle risoluzioni dell’ONU. L’anno successivo, la 1051 (3.3.1996) ribadisce il controllo dell’ONU sull’import e l’export del paese per meglio applicare la 715 (1991), mentre la 1060 (12.6) intima all’Iraq di collaborare con le ispezioni all’UNSCOM.

Nel 1997, le risoluzioni 1111 (4.6) e 1129 (12.9) mettono a tema la questione del rifiuto dell’Iraq di commerciare i prodotti petroliferi consentiti dall’ONU; la 1134 (23.10) e la 1137 (12.11) reiterano la richiesta dell’ONU all’Iraq di collaborare con l’UNSCOM e minacciano la piena ripresa delle sanzioni; la 1143 (4.12) ribadisce la formula e le condizioni del «petrolio in cambio di cibo».

Il 1998 si apre con la risoluzione 1153 (13.2) che proroga i termini del «petrolio in cambio di cibo», così come la 1158 (25.3). La risoluzione 1154 (2.3) recepisce la firma dell’accordo tra il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan e il vice primo ministro iracheno, Tarek Aziz, avvenuta il 23 febbraio, per un pieno accesso degli ispettori dell’UNSCOM e dell’IAEA ai cosiddetti siti presidenziali. Ma il 5 agosto e successivamente il 31 ottobre l’Iraq dichiara che non collaborerà con gli ispettori, decisioni condannate dall’ONU nelle risoluzioni 1194 del 9.9 e 1205 del 5.11. Tra il 16 e il 19 dicembre gli Stati Uniti e l’Inghilterra lanciano l’operazione militare «Volpe del deserto».

Il 1999 vede un’ulteriore proroga del programma «petrolio in cambio di cibo» con la risoluzione 1242 del 21.5; mentre la 1266 (4.10) autorizza l’Iraq all’aumento delle esportazioni petrolifere a fini umanitari. Le risoluzioni 1275 (19.11), 1280 (3.12) e 1281 (10.12) ribadiscono queste concessioni e prendono tempo perché i membri del Consiglio di sicurezza possano addivenire a un accordo sulla sospensione delle sanzioni imposte all’Iraq. Il disaccordo tra i membri è evidente nella votazione della 1284 (17.12), quando, con l’astensione di Russia, Cina e Francia, viene approvato un nuovo regime d’ispezioni in cambio della sospensione delle sanzioni per un periodo di 120 giorni rinnovabili; viene contestualmente istituita la Commissione di sorveglianza, verifica e ispezione dell’ONU (UNMOVIC), che sostituisce l’UNSCOM.

Il 2000 si apre con la nomina da parte del Consiglio di sicurezza dello svedese Hans Blix a presidente dell’UNMOVIC, già presidente dell’AIEA dal 1980 al 1997. La risoluzione 1293 del 31.3 ribadisce le risoluzioni 1242 e 1281, concedendo all’Iraq una cifra doppia (600 milioni di dollari) per l’acquisto del materiale utile al ripristino delle infrastrutture petrolifere. Con la 1302 (8.6) si concede un ulteriore proroga del «petrolio in cambio di cibo», anche se la 1330 (5.12) istituisce osservatori che controllino l’effettivo utilizzo umanitario degli introiti petroliferi.

Il 16 febbraio 2001, 24 aerei statunitensi e inglesi bombardano cinque basi di missili terra-aria e di batterie antiaeree irachene situate a sud di Baghdad e al di fuori dell’area di esclusione aerea imposta all’Iraq a nord del 26° parallelo e a sud del 23°. Il 1° giugno la 1352 proroga di un mese il programma «petrolio in cambio di cibo» e la 1360 del 3 luglio di altri 150 giorni: in quest’ultima risoluzione non si fa riferimento alla riforma delle sanzioni contro l’Iraq e, poiché la Russia è contraria, l’Inghilterra rinuncia a mettere ai voti del Consiglio una risoluzione per un nuovo programma detto di «sanzioni intelligenti». Il 21 giugno si era riunito a Ginevra il consiglio d’amministrazione del Fondo d’indennizzo dell’ONU, portando a un totale di 45,4 miliardi di dollari la cifra che l’Iraq deve pagare a privati e a governi a seguito dell’invasione del Kuwait. La 1382 (29.11), prorogando di altri 180 giorni il «petrolio in cambio di cibo», approva su suggerimento francese un piano per la ripresa della 1284, su cui la Francia si era astenuta, ovvero per la ripresa delle ispezioni dell’ONU in base a una «lista rivista di beni» a potenziale uso militare disponibile a partire dal 30 maggio 2002. I beni esclusi dalla lista potranno essere importati dall’Iraq senza restrizioni.

Il 29 gennaio il presidente statunitense George Bush jr. nel discorso sullo stato dell’Unione dichiara che Iraq, Iran e Corea del Nord costituiscono un «asse del male, armato per minacciare la pace del mondo». L’8 aprile l’Iraq interrompe le esportazioni di petrolio per protestare contro l’offensiva israeliana contro i palestinesi e Saddam Hussein chiede ai paesi arabi di formare una coalizione: nessuno di essi raccoglie l’appello e la protesta rientra. Il 14 maggio il Consiglio di sicurezza approva la risoluzione 1409 che modifica le sanzioni contro l’Iraq e proroga «petrolio in cambio di cibo» per altri sei mesi; è previsto inoltre un sistema rafforzato di controllo dei prodotti con un potenziale uso militare da parte dell’UNMOVIC e dell’AIEA. La 1441 (cf. qui a p. 712) dell’8.11 ordina all’unanimità (Siria compresa) all’Iraq di distruggere tutti i programmi di armamenti di distruzione di massa e la 1443 (25.11) proroga «petrolio in cambio di cibo» per un altro mese.


articolo tratto da Il Regno logo


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