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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles

Una soluzione politica

Fonte: "Il Regno" n. 21 del 2002

La Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles, al termine del suo incontro tenutosi a Leeds, ha reso noto il 15 novembre questo breve comunicato sull’ipotesi di un intervento militare contro l’Iraq (www.catholic.ew.org.uk; nostra traduzione dall'inglese).


1. La guerra è una strada senza ritorno. La necessità di evitare la guerra è una pietra angolare dell’insegnamento cristiano. Attualmente, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti si stanno preparando a mandare in guerra le proprie forze armate. Se ci sarà la guerra vi saranno perdite militari su entrambi i fronti ed essa provocherà la morte anche di migliaia di civili iracheni. Abbiamo la responsabilità morale di evitare questa guerra a meno che, in presenza di una minaccia grave e diretta, non esista alcun altro mezzo possibile per raggiungere il giusto fine del disarmo dell’Iraq.

2. L’intervento militare può essere solo l’extrema ratio. Riteniamo la risoluzione 1441 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite come la legittima espressione della determinazione collettiva della comunità internazionale a disarmare l’Iraq. Al tempo stesso sollecitiamo con forza la comunità internazionale a perseguire strade alternative alla guerra prima che sia troppo tardi.

3. Le sanzioni non hanno funzionato. Esse hanno imposto un decennio di miseria alla gente comune, mentre hanno consentito a un regime sfruttatore di mantenersi al potere. È tempo di trovare una soluzione politica che offra all’Iraq un incentivo positivo per ottemperare alle richieste del Consiglio di sicurezza. In cambio di un autentico disarmo, monitorato e verificato dalle Nazioni unite, la sospensione di sanzioni globali e il reinserimento dell’Iraq nella comunità internazionale è la strada che ora occorre esplorare.

4. Il dolore per chi sarà ucciso e feriti in guerra sarà più insopportabile se la loro perdita deriverà da un conflitto armato che avrebbe potuto essere evitato senza compromettere il bene comune. Preghiamo che entrambe le parti facciano un passo indietro e non cadano nel baratro della guerra. Insieme ai nostri fratelli vescovi di altri paesi chiediamo alla nostra comunità cattolica e a tutti i credenti di unirsi a noi in questa preghiera.

15 novembre 2002


tratto da Il Regno logo

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