Dichiarazione di Washington
Con la «dichiarazione di Washington», firmata il 26 luglio scorso alla Casa Bianca da re Hussein di Giordania e dal primo ministro israeliano Jizchaq Rabin, controfirmata dal presidente americano Bill Clinton, si è ufficialmente messa la parola fine alla belligeranza tra i due paesi, formalmente in stato di guerra da 46 anni.
Questo importante accordo, che si inserisce nel più ampio processo di pacificazione mediorientale avviatosi con la Dichiarazione di principi tra Israele e OLP di un anno fà (cf. Regno-att. 18,1993,527; Regno-doc. 19,1993,640), apre la strada a una nuova serie di incontri, volti a far progredire il negoziato tra i due governi su numerose questioni di natura economica, sociale, politica, militare e, non da ultimo, sul futuro status di Gerusalemme (cf. Regno-att. 16,1994,455).
(L’Orient-Le Jour 27.7.1994, 6. Nostra traduzione dal francese).
A) Dopo generazioni di ostilità, di sangue e di lacrime e sulla scia di anni di dolore e di guerre, sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin sono determinati a porre fine allo spargimento di sangue e all’afflizione. È in questo spirito che re Hussein del regno hascemita di Giordania e il primo ministro, e ministro della difesa, d’Israele Jizchaq Rabin si sono incontrati oggi a Washington, su invito del presidente degli Stati Uniti, William J. Clinton. L’iniziativa del presidente William J. Clinton costituisce una tappa storica negli sforzi instancabili degli Stati Uniti per promuovere la pace e la stabilità nel vicino oriente. L’impegno personale del presidente ha reso possibile che si giungesse a un accordo sul contenuto di questa dichiarazione storica. La firma di questa dichiarazione costituisce una testimonianza della visione del presidente e della sua dedizione per la causa della pace.
B) Nel corso del loro incontro, sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin hanno entrambi riaffermato i cinque principi che sottendono l’ordine del giorno congiuntamente definito per pervenire a una pace giusta, durevole e completa tra gli stati arabi e i palestinesi, e Israele.
1) La Giordania e Israele aspirano allo stabilirsi di una pace giusta, durevole e completa tra Israele e i suoi vicini, e alla conclusione di un trattato di pace tra i due paesi.
2) I due paesi proseguiranno intensamente i loro negoziati per pervenire a uno stato di pace, basato su tutti gli aspetti previsti dalle risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la giustizia.
3) Israele rispetta l’attuale ruolo particolare svolto dal regno hascemita di Giordania nei luoghi santi musulmani di Gerusalemme. Allorché si apriranno i negoziati sullo status permanente, Israele attribuirà una grande priorità al ruolo storico svolto dalla Giordania nei luoghi santi. Inoltre, le due parti hanno convenuto di agire concordemente per promuovere le relazioni tra le tre religioni monoteistiche.
4) I due paesi hanno riconosciuto il proprio diritto e il proprio dovere di vivere in pace tra loro, così come con tutti gli altri paesi, nel quadro di frontiere sicure e riconosciute. I due stati hanno affermato il proprio rispetto e riconoscimento della sovranità, dell’integrità territoriale e dell’indipendenza politica di ogni stato nella regione.
5) I due paesi auspicano di sviluppare buoni rapporti di vicinato fondati sulla cooperazione, per garantire una sicurezza duratura ed evitare, tra loro, le minacce e il ricorso all’uso della forza.
C) Il lungo conflitto tra i due stati arriva ora al suo termine. In questo spirito, si pone fine allo stato di belligeranza tra Giordania e Israele.
D) A seguito di questa dichiarazione e conformemente all’ordine del giorno comune, i due paesi si asterranno, ciascuno dal canto suo, da azioni o attività che possano influire negativamente sulla sicurezza dell’altro o che possano portare pregiudizio all’esito finale dei negoziati. Nessuna delle due parti minaccerà l’altra e insieme esse si opporranno alle minacce alla loro sicurezza derivanti da qualsiasi forma di terrorismo.
E) Sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin hanno preso visione dei progressi compiuti la scorsa settimana nei negoziati bilaterali nello scacchiere giordano-israeliano, sulle misure decise per mette in atto i sottopunti dell’ordine del giorno sulle frontiere, le questioni territoriali, la sicurezza, le acque, l’energia, l’ambiente e la «Rift Valley» giordana.
In questo contesto, e tenendo presenti alcuni punti dell’ordine del giorno comune (questioni di frontiera e territoriali), essi hanno notato che la sottocommissione sulle frontiere è pervenuta a un accordo nel luglio 1994, conformemente a una parte della missione che le era stata affidata nel sotto-programma. Essi hanno parimenti rilevato che la sottocommissione sulle acque, l’ambiente e l’energia, ha accettato che le parti riconoscessero quale mandato del suo negoziato: decidere della ripartizione equa delle acque sulle due rive del Giordano e del fiume Yarmouk; rispettare pienamente e osservare la divisione equa così negoziata, in accordo con i principi accettati dall’una e dall’altra parte; una qualità ugualmente accettata dall’una e dall’altra parte.
Similmente, sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin hanno espresso la loro profonda soddisfazione e il loro compiacimento per il lavoro della commissione trilaterale nel corso della riunione del 20 luglio 1994, sotto l’egida del primo ministro giordano Abdessalam al-Majali, e alla quale hanno partecipato il segretario di stato Warren Christopher e il ministro degli esteri Shimon Pérès. Essi hanno espresso la loro soddisfazione per la collaborazione e l’impegno degli Stati Uniti a questa impresa.
F) Sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin reputano necessario prendere delle misure per superare le barriere psicologiche e rompere con l’eredità della guerra. Lavorando con ottimismo per raccogliere i dividendi della pace per tutti i popoli della regione, Giordania e Israele sono determinati ad assumere le proprie responsabilità concernenti la dimensione umana dell’instaurazione della pace. Essi riconoscono che gli squilibri e le disparità sono una causa all’origine dell’estremismo che si nutre della povertà, della disoccupazione e della degradazione della dignità umana. In questo spirito, sua maestà il re Hussein e il primo ministro Yitzak Rabin hanno oggi approvato una serie di misure per simboleggiare la nuova era che è ora alla nostra portata:
1. Tra Giordania e Israele saranno stabiliti dei collegamenti telefonici diretti.
2. Le reti elettriche di Giordania e Israele saranno collegate nel quadro della pianificazione regionale.
3. Verranno aperti due nuovi punti di passaggio di frontiera tra Israele e Giordania - uno all’estremità sud Aquaba-Eilat e l’altro nel nord, in una località mutuamente accettata.
4. In linea di principio, verrà accordato libero ingresso ai turisti di un paese terzo in viaggio tra Israele e Giordania.
5. Verranno accelerate i negoziati sull’apertura di un corridoio aereo internazionale tra i due paesi.
6. Le forze di polizia di Giordania e Israele coopereranno nella lotta contro il crimine, con particolare attenzione al contrabbando e particolarmente al contrabbando di droga. Gli Stati Uniti saranno invitati a partecipare a questa impresa comune.
7. Si perseguiranno negoziati sui problemi economici allo scopo di preparare una futura cooperazione bilaterale che comprenda l’abolizione di ogni boicottaggio di natura economica.
Tutte queste misure vengono intraprese nel quadro dei piani di sviluppo delle infrastrutture regionali e in accordo con le discussioni bilaterali sulle frontiere, la sicurezza, le acque e i problemi a queste connessi, e senza pregiudizio sul risultato finale dei negoziati sui temi inclusi all’ordine del giorno congiuntamente definito da Giordania e Israele.
G) Sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin hanno accettato di incontrarsi periodicamente, ogni qualvolta lo giudicheranno necessario, per passare in rassegna i progressi dei negoziati ed esprimono la loro ferma intenzione di orientare e guidare l’insieme di questo processo.
H) Per finire, sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin vogliono ancora una volta esprimere al presidente Clinton e alla sua amministrazione il proprio profondo ringraziamento e il proprio apprezzamento per gli sforzi instancabili miranti a rafforzare la causa della pace, della giustizia e della prosperità per tutti i popoli della regione. Essi desiderano ringraziare personalmente il presidente per la sua calorosa accoglienza e la sua ospitalità. In segno di riconoscenza del loro apprezzamento verso il presidente, sua maestà il re Hussein e il primo ministro Jizchaq Rabin hanno domandato al presidente William J. Clinton di firmare questo documento in qualità di testimone e di ospitante del loro incontro.
Washington, 26 luglio 1994