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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Unione Europea e prevenzione dei conflitti

 

 

Unione Europea e Prevenzione dei Conflitti

(sintesi esemplificativa dei documenti allegati)

1) 1999
Assemblea Generale Nazioni Unite 13 settembre
Dichiarazione per una cultura di pace

Una cultura di pace è un insieme di valori, attitudini, tradizioni e modi di comportamento e sistemi di vita basati sul:
" rispetto per la vita, sulla cessazione della violenza e sulla promozione e la pratica della non violenza tramite l'educazione, il dialogo e la cooperazione;
" sul pieno rispetto dei principi di sovranità, integrità territoriale e indipendenza politica degli Stati e sul non intervento in quelle questioni che rientrano essenzialmente nell'ambito della giurisdizione nazionale di uno Stato, in conformità con quanto previsto dallo Statuto delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale;
" sul pieno rispetto e sul progresso di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali;
" sull'impegno in favore di una soluzione pacifica dei conflitti;
" sugli sforzi per soddisfare le esigenze inerenti allo sviluppo e all'ambiente delle generazioni presenti e future;
" sul rispetto e sulla promozione del diritto allo sviluppo;
" sul rispetto e sulla promozione dell'uguaglianza di diritti e opportunità per donne e uomini;
" sul rispetto e sulla promozione del diritto di ognuno alla libertà di espressione, di opinione e di informazione;
" sull'adesione ai principi di libertà, giustizia, democrazia, tolleranza, solidarietà, cooperazione, pluralismo, diversità culturale, dialogo e comprensione a tutti i livelli della società, e fra le nazioni;
e sostenuta da un ambiente nazionale e internazionale favorevole e orientato alla pace.

2) 2001 COM(2001)211 definitivo
Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee sulla "Prevenzione dei Conflitti"

" Per affrontare il lato oscuro della globalizzazione occorre una cooperazione internazionale e un'azione multilaterale su una scala senza precedenti. L'Unione Europea ha il dovere di cercare di affrontare le molte questioni trasversali che contribuiscono ai conflitti o che li provocano.
" L'elenco degli strumenti che interessano direttamente o indirettamente la prevenzione dei conflitti è lungo: sviluppo della cooperazione e dell'assistenza esterna, cooperazione economica e strumenti di politica commerciale, aiuti umanitari, politiche sociali e ambientali, strumenti diplomatici quali il dialogo politico e la mediazione, come pure le sanzioni economiche e d'altro tipo fino ad arrivare ai nuovi strumenti della PESD (compresa la raccolta di informazioni per prevenire le situazioni di conflitto potenziale e l'osservazione dell'attuazione degli accordi internazionali). Grazie a tutto ciò, l'UE è già fortemente impegnata nella prevenzione dei conflitti.
" Ma la Comunità Europea può e deve migliorare la definizione e l'efficacia delle proprie azioni in questo settore, deve essere in grado di rispondere con una appropriata combinazione di strumenti, senza ritardi e in modo adeguato a ciascuna situazione che si possa presentare.
" … il documento sviluppa in modo ampio le possibilità e le linee di azione.

3) 2001 (A5-0394/2001)
Risoluzione del Parlamento EU sulla comunicazione della Commissione sulla prevenzione dei conflitti

Il parlamento Eu riconosce che la prevenzione dei conflitti è un sostanziale passo avanti dell'azione politica per la sicurezza, evidenzia però che la struttura attuale è rigida e richiede il coraggio di ridurre la frammentazione delle politiche e aumentare gli spazi di cooperazione fra gli Stati Membri, le Ong e la società civile.
" Palude il concetto di "cultura della prevenzione", chiede maggiore attenzione per la creazione di un Corpo Civile di Pace Europeo, sottolinea la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica e formare personale adeguato. Invita a rispettare rigorosamente il Codice di Condotta sull'esportazione di armi. Invita a rivolgere attenzione particolare alla perniciosa influenza esercitata dalle imprse pubbliche e private in territori caratterizzati da instabilità.
" Chiede che il concetto di prevenzione dei conflitti sia trasversale a tutte le politiche comuni della Ue (ambiente, commercio, energia …).
" Ritiene che l'UE necessiti di un'adeguata struttura che preveda un'unità di reazione rapida non militare al fine di selezionare, oltre a una forza di polizia ben addestrata, tecnici ed economisti che abbiano ricevuto una formazione specifica per intervenire in tutti i settori appropriati, dalle attività di prevenzione alle operazioni tecniche;
" Ribadisce la necessità di istituire un Corpo Civile di Pace Eu nel quadro del meccanismo della reazione rapida cui spetterebbe il compito di attuare misure pratiche per la pace, quali arbitrato, mediazione, distribuzione di informazioni imparziali, detraumatizzazione e ripristino di un clima di fiducia fra i belligeranti, aiuti umanitari, reintegrazione, riabilitazione, ricostruzione, istruzione nonché monitoraggio e miglioramento della situazione dei diritti umani, comprese le relative misure di accompagnamento; in tal senso si formino mediatori e esperti nella trasformazione dei conflitti.
" Raccomanda la massima cooperazione con i meccanismi di prevenzione dei conflitti delle Nazioni Unite
" Ribadisce che la proliferazione di armi leggere e di piccole dimensioni costituisce un fattore cruciale per l'instabilità in tutte le regioni di crisi e invita pertanto l'UE a continuare a chiedere un efficace controllo delle esportazioni di armi
" Chiede che si presti maggiore attenzione all'istruzione come strumento chiave per la prevenzione dei conflitti e, a tal fine, invita la Commissione a contribuire alle attività del Decennio delle Nazioni Unite per una cultura di pace e non violenza


4) 2003
Un'Europa sicura in un mondo migliore - strategia europea in materia di sicurezza

" Nessun paese è in grado, da solo, di affrontare i problemi complessi di oggi.

" Come unione di 25 Stati con una popolazione di oltre 450 milioni di persone che produce un quarto del prodotto nazionale lordo (PNL) del mondo, l'Unione europea è, inevitabilmente, un attore globale ... e dovrebbe essere pronta ad assumersi la sua parte di
" responsabilità per la sicurezza mondiale e nell'edificazione di un mondo migliore.

" Ogni anno sono 45 milioni a soccombere alla fame e alla malnutrizione ... L'AIDS contribuisce al collasso della società ... La sicurezza è uno dei prerequisiti dello sviluppo.

" Minacce di fondo: il Terrorismo, la Proliferazione di armi di distruzione di massa, i Conflitti regionali, il Fallimento dello Stato, la Criminalità organizzata.

" In un'epoca di globalizzazione, le minacce lontane devono preoccuparci al pari di quelle vicine... La prima linea di difesa sarà spesso all'estero. Le nuove minacce sono dinamiche...
" La prevenzione dei conflitti e delle minacce non inizia mai troppo presto.

" L'allargamento non dovrebbe creare nuove linee di divisione in Europa. La soluzione del conflitto arabo-israeliano è una priorità strategica per l'Europa.

" La nostra sicurezza e prosperità dipendono sempre più da un sistema multilaterale efficace. Siamo impegnati nella salvaguardia e nello sviluppo del diritto internazionale. Il quadro fondamentale in cui si collocano le relazioni internazionali è la Carta delle Nazioni Unite.

" Dobbiamo sviluppare una cultura strategica che promuova interventi tempestivi,
" rapidi e, se necessario, vigorosi

" Agendo insieme, l'Unione europea e gli Stati Uniti possono costituire una forza formidabile per il bene nel mondo.

" Un'Unione europea attiva e capace avrebbe un impatto a livello mondiale
" e, in tal modo, contribuirebbe a un'efficace sistema multilaterale capace di condurre ad un mondo
" più giusto, più sicuro e più unito

5) 2003
Orientamenti dell'Unione Europea sui bambini e i conflitti armati.
Adozione da parte del Consiglio in data 8 dicembre 2003.

La promozione e la tutela dei diritti dei bambini costituiscono una priorità della politica dell'Unione europea in materia di diritti umani. L'UE considera di capitale importanza affrontare la questione dei bambini e i conflitti armati sia perché i bambini rappresentano il futuro sia perché essi sono titolari di diritti, così come stabilito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, dai suoi protocolli facoltativi e da altri strumenti internazionali e regionali in materia di diritti umani.

Obiettivo dell'UE è indurre i paesi terzi e gli attori non statali ad applicare le norme e gli standard internazionali in materia di diritti umani e il diritto umanitario internazionale, nonché gli strumenti legislativi internazionali e regionali in materia di diritti umani (cfr. allegato II) e ad adottare misure efficaci per proteggere i bambini dagli effetti dei conflitti armati, in modo da porre fine all'impiego dei bambini negli eserciti e nei gruppi armati e all'impunità.


6) 2004
Programma d'Azione di Dublino - sulla prevenzione dei conflitti violenti
Adottato dalla Conferenza Europea sul "Ruolo della società civile nella prevenzione dei conflitti armati"

" Il presente programma d'azione di Dublino riflette il risultato di un processo di costruzione del consenso che si è realizzato tra circa 230 partecipanti, in rappresentanza di Osc, governi e organizzazioni multilaterali … proponendo delle alleanze strategiche volte alla prevenzione dei conflitti violenti e alla costruzione di una cultura di pace.
" Il nostro obiettivo: cercare di prevenire l'emergenza, l'escalation o la ricorrenza di conflitti violenti e di riuscire a trasformare le situazioni che ne sono la causa, affrontando allo stesso tempo i conflitti in corso.
" In cosa crediamo? Nella prevenzione come priorità, nella costruzione di una Cultura della prevenzione e di una Cultura della pace, nella Sicurezza Umana come sicurezza delle persone oltre che degli stati, nella Responsabilità di prevenire e proteggere, nel Multilateralismo, in una nuova Alleanza fra Società Civile, Governi e Ong per la prevenzione, nel Primato della proprietà locale, nell'Inclusione e Uguaglianza, nella necessità di apprendere dalla pratica e responsabilità (Accountability), nella Sostenibilità di ogni azione scelta.
" Raccomandazioni Principali vengono fatte nel documento a: Organizzazioni della Società Civile, Governi, Unione Europea, Nazioni Unite, …

7) 2005
Posizione Comune 2005/304/PESC del Consiglio dell'Unione Europea
sulla Prevenzione, Gestione e Risoluzione dei Conflitti in Africa


La politica dell'Unione europea si concentra sulla prevenzione dello scoppio e della diffusione di conflitti violenti mediante un'azione rapida nonché sulla prevenzione della loro recrudescenza. In questo contesto l'azione dell'Unione europea si esplicita:
" nella prevenzione dei conflitti, cercando di affrontare le cause primarie di natura più strutturale individuando al contempo le cause dirette - fattori scatenanti - dei conflitti violenti,
" nella gestione delle crisi, affrontando le fasi acute dei conflitti e appoggiando gli sforzi miranti a porre fine alla violenza con tutti gli strumenti possibili, compresi il sostegno politico e pratico alle iniziative regionali e subregionali per raggiungere e mantenere un accordo di cessate il fuoco tra tutte le parti interessate e, nel caso, il dispiegamento di un'operazione di gestione delle crisi,
" nella costruzione della pace, sforzandosi di appoggiare le iniziative volte al contenimento dei conflitti violenti e di preparare e sostenere la soluzione pacifica di tali conflitti,
" nella ricostruzione, sostenendo la ripresa economica, politica e sociale degli Stati e delle società usciti da un conflitto per prevenire la recrudescenza della violenza e promuovere una pace sostenibile. ….

Per tenere conto dell'esigenza di tenere sotto controllo un conflitto, anche dopo la fase più acuta, e contribuire ad un approccio più coerente e sistematico nelle situazioni postconflittuali in Africa, l'Unione europea:
" sviluppa e organizza le proprie capacità al fine di appoggiare la riforma nel settore della sicurezza nel quadro dei principi democratici, del rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e del buon governo, soprattutto nei paesi che attraversano una fase di transizione dal conflitto violento alla pace sostenibile,
" continua a prestare e consolidare il suo sostegno per la risoluzione dei problemi connessi all'accumulazione destabilizzante e alla diffusione incontrollata di armi portatili,
" rafforza il suo appoggio per il disarmo e la reintegrazione sostenibile degli ex combattenti smobilitati, con particolare attenzione alle esigenze di genere e ai bisogni dei bambini che sono stati reclutati per le attività militari,
" incrementa la sua assistenza alla rimozione delle mine terrestri esistenti, promuove la sensibilizzazione sulle mine e incoraggia e sostiene lo sviluppo di capacità africane di sminamento,
" continua a sostenere le azioni, volte a facilitare la reintegrazione delle popolazioni sradicate in seguito a un conflitto, tenendo conto dei principi orientativi in materia di sfollamento interno, del rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite,
" incoraggia il processo di riconciliazione e sostiene la necessaria opera di ricostruzione affinché i paesi che escono da un conflitto possano riavviare politiche di sviluppo a lungo termine, ai sensi della posizione comune 2003/444/PESC del Consiglio, del 16 giugno 2003, sulla Corte penale internazionale (1), ribadisce, nel dialogo politico con le controparti africane, il suo forte impegno a sostenere la Corte penale internazionale e la sua posizione sugli accordi bilaterali relativi alla non consegna proposti dagli USA.

8) 2005 COM(2005) 184 definitivo
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo
Programma dell'Aia: 10 priorità per i prossimi 5 anni

Partneriato per rinnovare l'Europa nel campo della libertà, sicurezza e giustizia

Il programma definisce il quadro d'azione e i principali obiettivi per il prossimo quinquennio. Esso cerca di rispondere alle attese dei cittadini e affronta tutti gli aspetti delle politiche relative allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, definendo sia orientamenti generali (diritti fondamentali, attuazione e valutazione) che orientamenti specifici in materia di 1) rafforzamento della libertà3, 2) rafforzamento della sicurezza, 3) rafforzamento della giustizia e 4) relazioni esterne.
Le 10 priorità per i prossimi 5 anni:
1. Diritti fondamentali e cittadinanza: varare politiche a pieno titolo
2. Lotta antiterrorismo: attivarsi per una risposta globale
3. Regime comune di asilo: istituire un'efficace procedura armonizzata, conforme a i valori e alla tradizione umanitaria dell'Unione
4. Gestione dell'immigrazione: definire una impostazione equilibrata
5. Integrazione: massimizzare le ricadute positive della migrazione sulla nostra società e sulla nostra economia
6. Frontiere interne, frontiere esterne e politiche dei visti: definire una gestione integrata delle frontiere esterne per rendere più sicura l'Unione
7. Tutela della vita privata e della sicurezza in sede di scambio di informazioni trovare il giusto equilibrio
8. Criminalità organizzata: elaborare una impostazione strategica
9. Giustizia civile e penale: garantire per tutti uno spazio europeo effettivo di giustizia
10. Libertà, sicurezza e giustizia: condividere le responsabilità e gli interventi di solidarietà.
Il programma dell'Aia invita la Commissione a presentare un piano d'azione che ne concretizzi gli obiettivi (nel documento l'elenco delle azioni concrete scelte)

9) 2006
Nota informativa per incontro Parlamento Eu: il Futuro dell'Europa: dalla riflessione all'azione
Il Ruolo della Ue nella Prevenzione dei Conflitti

Con l'adozione di questo programma il Consiglio europeo di Göteborg del 2001 ha dato il via a una nuova politica volta a fare della prevenzione dei conflitti un obiettivo centrale delle relazioni esterne dell'UE. ….

La Comunicazione sottolinea la necessità di fare un utilizzo più sistematico e coordinato degli strumenti dell'UE per affrontare le cause all'origine dei conflitti, migliorare la capacità dell'UE di reazione rapida ai conflitti nascenti e promuovere la cooperazione con tutti i maggiori partner internazionali, comprese le organizzazioni non governative. Ma come sono stati attuati questi obiettivi chiave nel corso degli ultimi 5 anni?
" Integrazione della prevenzione dei conflitti nelle politiche e negli strumenti dell'UE
" Ricerca di soluzioni alle questioni trasversali che possono contribuire ai conflitti
" Reazione rapida
" Cooperazione internazionale
" Politica di sviluppo
" Allargamento e vicinato

La bocciatura del Trattato costituzionale non ha ridotto il desiderio degli Stati membri e dei cittadini europei di "più Europa" nella prevenzione dei conflitti.

Allegati

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  • Relatore: Joost Lagendijk
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  • Strategia europea in materia di sicurezza Bruxelles, 12 dicembre 2003
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  • Nota informativa
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  • Adottato alla Conferenza europea sul "Ruolo della società civile nella prevenzione dei conflitti armati" - 2004
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