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Le cause di un conflitto sono diverse e differenti e prevederne lo sviluppo spesso è compito arduo. La povertà, l’accesso limitato alle risorse, la debolezza delle strutture sociali, un governo non democratico, la discriminazione, l’oppressione delle minoranze, il problema dei rifugiati, l’intolleranza etnica, religiosa, politica, culturale, la proliferazione delle armi sono alcuni dei fattori che contribuiscono all’insorgenza di un conflitto.
Le cause di un conflitto devono essere analizzate accuratamente per poi passare ad un’azione in risposta adeguata, perché tali fattori possano contribuire, se seriamente considerati, ad evitare l’esplosione violenta del conflitto.
La prevenzione indica la capacità di intercettare e regolare le tensioni potenziali generatrici di conflitti, attraverso meccanismi che favoriscano il raggiungimento di un accordo tra le parti.
Tuttavia, presupposto della prevenzione è che i procedimenti (negoziato, mediazione, conciliazione, ecc.) adottati, in genere, dai soggetti della diplomazia ufficiale, non siano esclusivamente di loro appannaggio, ma possano essere usati anche da altri soggetti internazionali, a tal fine abilitati.
L’attenzione riservata al problema della prevenzione dei conflitti è uno dei temi più rilevanti affrontato dalla comunità internazionale (a più livelli) negli ultimi anni. In questa direzione si sono mossi, ad esempio, i segretari generali dell'ONU Boutros Boutros-Ghali già nel 1992 (con l’Agenda per la Pace) e poi Kofi Annan nel 2001. Anche la Commissione Europea si è espressa sul tema nel maggio 1999, adottando poi nell’aprile 2001 una Comunicazione sulla prevenzione dei conflitti, una sorta di “testo unico” della prevenzione dei conflitti. Anche l’Unione Africana sta giocando un proprio ruolo nella prevenzione dei conflitti: per consolidare le precarie sorti della pace e della sicurezza, l’UA si sta impegnando nella costituzione di un sistema di prevenzione e mantenimento della pace in un continente troppo spesso teatro di conflitti sanguinosi.
L'elenco sempre crescente delle cause di conflitto ha, tuttavia, richiesto e richiede una cooperazione internazionale e un'azione multisettoriale di nuovo genere. Accanto alle varie organizzazioni internazionali governative, vi è stato un crescente e profuso impegno, da parte di numerose espressioni della società civile, nella prevenzione dei conflitti. Impegno che era stato sollecitato dallo stesso Kofi Annan nel 2000. Il Segretario Generale ha invitato, infatti, le o.n.g. locali, nazionali e internazionali all’istituzione di una Conferenza Internazionale sul settore della prevenzione e di un’azione sinergica condivisa con gli organi delle Nazioni Unite. Alla fine di luglio del 2005, si è celebrata (dopo tre anni di preparazione) a New York la prima Conferenza dell’ONU sul ruolo della società civile nella prevenzione dei conflitti.
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