DALLA TESTIMONIANZA DEI MARTIRI A QUELLA DELLA COMUNITA'
Veglia di preghiera comunitaria
DALLA TESTIMONIANZA DEI MARTIRI A QUELLA DELLA COMUNITA'
8 settembre 2008
1. INTRODUZIONE
CANTO: E’ giunta l'ora.
Cel.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Cel.: A noi, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo: grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo.
Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.
Guida: Ci siamo riuniti in questa notte in cui la Chiesa universale ricorda l'istituzione dell'Eucaristia per fare memoria dell'amore di Gesù Cristo che dona la sua vita per noi e si fa "pane spezzato" per i fratelli. Nello stesso tempo vogliamo fare memoria di tutti gli uomini e le donne che, sull'esempio di Gesù, hanno sacrificato la vita per gli altri, facendosi loro stessi "pane spezzato" per i fratelli.
2. MOMENTO PENITENZIALE
Cel.: I martiri hanno tratto dalla Parola di Dio, che è parola di vita, la forza per dare testimonianza e affrontare il martirio, ma prima di ascoltare anche noi la Parola del Signore riconosciamo il nostro peccato: non sempre la nostra vita è stata coerente e fedele al suo Vangelo di amore e di condivisione. Per questo chiediamo perdono per noi e per i nostri fratelli.
Per tutte le volte che l'Eucaristia non è stata il centro della nostra vita e non abbiamo saputo essere disponibili a spezzare la nostra vita per gli altri e a vivere "un martirio quotidiano",
Tutti: Padre, perdonaci.
Cel.: Per tutte le volte che ci siamo rifiutati di portare la nostra croce e siamo stati, anzi, "croce" per gli altri,
Tutti: Padre, perdonaci.
Cel.: Per tutte le volte che siamo stati indifferenti alle ingiustizie subite in ogni parte del mondo da tutti i testimoni della fede in Cristo e da tutti gli oppressi e gli ultimi, nostri fratelli,
Tutti: Padre, perdonaci.
Cel.: Per tutte le volte che non siamo stati speranza per quelli che erano disperati e abbiamo invece preferito cercare i nostri interessi e la nostra tranquillità,
Tutti: Padre, perdonaci.
Cel.: Per tutti quelli che "non sanno quello che fanno" e hanno accomunato tanti nostri fratelli al tuo Figlio nell'offerta estrema della vita,
Tutti: Padre, perdonaci.
Cel.: Guarda con bontà, Signore, i tuoi figli che si riconoscono peccatori e fa' che, liberati da ogni colpa e in comunione con tutti gli uomini, testimonino con fedeltà e fermezza il tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.
3. IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
GIOVANNI 10,11-18
Salmo 27
Tutti: Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore protegge la mia vita,
di chi avrò timore?
Se i malvagi mi assalgono
e si accaniscono contro di me,
saranno loro, nemici e avversati,
a inciampare e finire a terra.
Se anche un esercito mi assedia
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una battaglia
ancora ho fiducia.
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io desidero:
abitare tutta la vita
nella casa del Signore,
per godere la bontà del Signore
e vegliare nel suo tempio.
Egli mi offre un rifugio
anche in tempi difficili,
mi nasconde nella sua tenda,
sulla roccia mi mette al sicuro.
GIOVANNI 12,20-26
4. LA PAROLA SI FA VITA
Guida: Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per quelli che si amano. Di fronte ad un mondo timoroso del futuro, di fronte a uomini e donne chiusi in se stessi, diffidenti degli altri, incapaci di guardare in alto e di sognare, gli uomini e le donne uccisi perché denunciavano l'ingiustizia e la violenza e testimoniavano l'amore e la solidarietà sono una sfida a prendere sul serio le parole di Cristo, a credere che una nuova umanità è possibile e a sperare in un futuro migliore. Le parole di padre David Maria Turoldo ci invitano a questa speranza.
Tutti: Un fiume immenso inonda la terra. Fiume che lava ogni scoria di morte. Fiume che sgorga dal cuore di Cristo e vive e geme nel sangue dei giusti.
Questa è la legge per tutti i discepoli: essere vita donata in martirio, testimonianza di un Nome più grande di tutti i nomi possibili all'uomo.
Questa è la legge per tutti i discepoli: essere grano nascosto nel solco, perché morendo ad ogni egoismo maturi spighe ricolme di vita.
Questa è la legge per tutti i discepoli: e son beati coloro che nascono da questo fiume che inonda la terra e fa fiorire la nuova creazione.
A te ogni lode e ogni gloria, o Padre, a te che vendichi il sangue dei giusti, insieme al Figlio e allo Spirito Santo: gloria da tutti i tuoi martiri. Amen.
(P. David Maria Turoldo)
Guida: "Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani" diceva Tertulliano.
Nel fare memoria del sangue sparso da Cristo per la vita e la salvezza di tutti gii uomini ricordiamo quanti hanno versato il loro sangue per spezzare per sempre le pietre della violenza e della morte. Ognuno di loro è chicco di grano che muore e porta molti frutti.
5. IN ASCOLTO DEI TESTIMONI
Guida: I martiri che abbiamo ricordato e molti altri ancora hanno spezzato la loro vita per gli altri. Ascoltiamo la loro testimonianza.
Lett. 1: dai discorsi di mons. Oscar Romero:
"Fratelli, tutti noi siamo popolo battezzato, popolo profetico, popolo sacerdotale; siamo Cristo. Facciamo onore a questa partecipazione dovuta al nostro battesimo. Voglio soffermarmi su questa riflessione del terzo punto, il battesimo dei cristiani, con la figura che paria del Servo di Jahvè, il Servo di Dio. E' un personaggio misterioso; gli interpreti lo identificano con Cristo, ma un Cristo non solo individuo: un Cristo comunità. Il Servo di Jahvè è Cristo, è la comunità cristiana, il popolo cristiano. Il Servo di Jahvè, quando lo leggiamo con questo criterio, quando soffre, ecco allora i cristiani del Salvador: il Servo di Jahvè, Cristo che soffre, con i suoi cristiani, le persecuzioni. Spesso hanno minacciato di uccidermi. Come cristiano devo dire che non credo nella morte senza risurrezione. Se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza superbia, con la più grande umiltà. In quanto pastore ho l'obbligo, per divina disposizione, di dare la mia vita per coloro che amo, ossia per tutti i salvadoregni, anche per coloro che potrebbero assassinarmi. Se le minacce giungessero a compimento, fin d'ora offro a Dio il mio sangue per la redenzione e la risurrezione del Salvador. Il martino è una grazia di Dio che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, il mio sangue sia seme di libertà e segno che la speranza sarà presto realtà. La mia morte, se Dio l'accetta, sia per la libertà del mio popolo e sia una testimonianza di speranza nel futuro. Se mi uccideranno, perdono e benedico quelli che lo faranno. Dio voglia che si convincano di perdere il loro tempo. Morirà un vescovo, ma la Chiesa di Dio, ossia il popolo, non perirà mai".
Lett. 2: da una intervista rilasciata da Marianela Garcia Villas qualche settimana prima di essere uccisa:
"Non ho perduto la fede nell'umanità. Tutti noi che ci battiamo, in una maniera o in un'altra in Salvador, abbiamo fiducia nell'uomo, altrimenti non continueremmo a lottare. Anzi proprio questa è la motivazione più importante per continuare il lavoro: la fede nell'uomo, la fiducia nel popolo, il credere che i suoi veri valori possono essere ristabiliti, contro le manomissioni e degenerazioni indotte dal sistema, che rende malvagi, e del tutto assuefatti e assimilati al male, uomini che non sono affatto malvagi per natura. E' stato con l'esperienza dei gruppi universitari che abbiamo cominciato a leggere il Vangelo senza fermarci alla lettera, ma cercando nel profondo del suo insegnamento per capire che cosa voleva dire oggi per noi. E abbiamo capito che oltre la corteccia del tempo e delle forme culturali in cui era stato scritto, esso aveva senso per tutta la storia dell'umanità, quale che sia il tempo che si vive; perché è un progetto di liberazione, e in ogni momento della storia umana è necessario lavorare per la liberazione, non c'è nessuna epoca della storia in cui si possa conseguire una perfezione assoluta. Ci saranno sempre contraddizioni, avanzamenti e regressi, forme più o meno larvate di alienazione e schiavitù; allora in questo processo continuo, la Bibbia è, almeno per i cristiani, quella che illumina e sostiene, per aiutare a trovare le forme e i contenuti della liberazione; e ciò senza pretendere di instaurare in proprio nome un potere, e perciò senza tradursi in ideologia".
Lett. 3: "Di fronte all'indifferenza dei politici e alla violenza armata dei detentori del potere i sogni dei poveri si trasformano in incubi di sopravvivenza! In mezzo a tanta confusione e lotta per la vita, noi continuiamo a lavorare per la pace attraverso il processo penoso del dialogo. E' solo nel dialogo che diventiamo noi stessi più ricchi e arricchiamo gli altri della nostra esperienza religiosa. Noi continuiamo a proclamare la speranza, convinti che la trasformazione nostra e del mondo non è l'effetto immediato di una decisione o di un evento storico, ma l'impegno di tutti i giorni per la vita. Anche l'esperienza di dialogo si pone in questa dimensione di speranza che va al di là delle frustrazioni di tutti i giorni. Se cessassimo di dialogare perderemmo l'abilità di immaginare metodi di resistenza e modi di sostenersi a vicenda nella lunga lotta per la giustizia e la verità; perderemmo l'abilità di sperare e amare in tutte le forme. Credo che il nostro resistere sia un atto di gioia, perché è un atto di speranza in Colui che ha vinto la morte".
(padre Salvatore Carzedda, missionario del PIME, ucciso nelle Filippine nel 1992)
Lett. 4: "La Chiesa ha tra le mani uno strumento che Dio le ha consegnato: il Vangelo. E' proprio in nome di questo lieto annuncio, questa Parola di Dio - spada a doppio taglio - che noi dobbiamo "fendere" la gente per metterla in crisi. Alla denuncia noi affianchiamo la nostra testimonianza legata all'impegno di annuncio. .. Dove ci sono assenza di regole e di diritto, si affermano il non diritto e la sopraffazione. Bisogna risalire alle cause del problema camorra per avere la possibilità di sanarne la radice che è marcia. Una Chiesa diversamente impegnata su questo fronte potrebbe fare molto. Dovremmo testimoniare di più una Chiesa di servizio ai poveri, agli ultimi", (don Peppino Diana, ucciso a Casal di Principe nel 1994)
Lett. 5: "Viviamo concretamente quella comunione di vita e di destino con i fratelli ai quali siamo inviati che fa parte della nostra vocazione missionaria... Siamo testimoni scomodi delle continue ingiustizie perpetrate e un po' tutti abbiamo ricevuto minacce per questo. Se non altro la nostra presenza e la denuncia dell'oppressione e della menzogna hanno impedito o almeno limitato i danni. Sentiamo quanto è importante restare vicini a chi è vittima della violenza, cercare di aiutare materialmente e spiritualmente sia le singole persone sia le comunità cristiane che portano le conseguenze delle violenze e della divisione. E' questa, secondo noi, la modalità concreta di fare missione che il Signore ci chiede in questo momento", (padre Ottorino Maule, missionario saveriano, ucciso in Burundi nel 1995)
Lett. 6: "i cristiani di Mosul in Iraq non sono teologi; alcuni sono anche analfabeti. Eppure dentro di noi, da molte generazioni, è radicata una verità: senza domenica, senza l'Eucaristia non possiamo vivere. Questo è vero anche oggi che la forza del male in Iraq è giunta a distruggere le chiese e i cristiani in un modo assolutamente imprevisto fino ad ora... I terroristi pensano di ucciderci fisicamente o almeno spiritualmente, facendoci annegare nella paura. Eppure le chiese alla domenica sono sempre piene. I terroristi cercano di toglierci la vita, ma l'Eucaristia ce la ridona. Qualche volta io stesso mi sento fragile e pieno di paura. Quando, con in mano l'Eucaristia, dico le parole "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo", sento in me la Sua forza: io tengo in mano l'ostia, ma in realtà è Lui che tiene me e tutti noi, che sfida i terroristi e ci tiene uniti nel Suo amore senza fine. In tempi tranquilli si da tutto per scontato e si dimentica il grande dono che ci è fatto. L'ironia è proprio questa: attraverso la violenza del terrorismo, noi abbiamo scoperto in profondità che l'Eucaristia, il Cristo morto e risorto, ci da la vita. E questo ci permette di resistere e sperare".
(padre Raghiid Ganni, sacerdote caldeo, ucciso a Mosul, in Iraq, nel giugno 2007)
Lett. 7: "La violenza ha messo alla prova la nostra fede e in questo anno abbiamo imparato a mettere in pratica valori come il perdono e l'amore, anche per quelli che ci perseguitano".
(mons. Faraj Rahho, arcivescovo caldeo di Mosul, in Iraq, in un'intervista rilasciata prima di essere sequestrato e ucciso il 7 marzo scorso)
6. INNO ALLA CARITÀ' (1 Corinzi 13,1-13)
Tutti: Se parlo le lingue degli uomini
e anche quelle degli angeli,
ma non ho amore,
sono un metallo che rimbomba,
uno strumento che suona a vuoto.
Se ho il dono di essere profeta e di conoscere tutti i misteri,
se possiedo tutta la scienza
e anche una fede da smuovere i monti, ma non ho amore,
io non sono niente. Se do ai poveri tutti i miei averi, se offro il mio corpo alle fiamme, ma non ho amore, non mi serve a nulla.
Chi ama è paziente e generoso.
Chi ama non è invidioso,
non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti.
Chi ama non gode dell'ingiustizia,
la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza.
L'amore non tramonta mai:
la profezia passerà,
cesserà il dono delle lingue,
finirà il dono della scienza. La scienza è imperfetta, la profezia è limitata, ma verrà ciò che è perfetto, ed esse svaniranno.
Quando ero bambino
parlavo da bambino,
come un bambino pensavo e ragionavo.
Da quando sono un uomo,
ho smesso di agire così. Ora la nostra visione è confusa, come in un antico specchio; ma un giorno saremo faccia a faccia davanti a Dio.
Ora lo conosco solo in parte,
ma un giorno lo conoscerò
come lui mi conosce. Ecco dunque le tre cose che contano: fede, speranza, amore. Ma più grande di tutte è l'amore.
7. PREGHIERA
Guida: Preghiamo dicendo insieme: Ascoltaci, Signore.
Tutti: Ascoltaci, Signore.
Guida: Gesù, Pane di vita, fa' della tua Chiesa la comunità di coloro che pongono al centro i poveri e gli oppressi, preghiamo:
Tutti: Ascoltaci, Signore.
Guida: Gesù, Pane di vita, benedici e sostieni tutti coloro che in tante parti del mondo soffrono persecuzioni a causa della giustizia e della pace, preghiamo:
Tutti: Ascoltaci, Signore.
Guida: Gesù, Pane di vita, ricordati di tutti coloro i cui diritti sono calpestati, che soffrono l'oppressione, la schiavitù, l'intolleranza etnica e religiosa, preghiamo:
Tutti: Ascoltaci, Signore.
Guida: Gesù, Pane di vita, liberaci dal nostro egoismo, dalle nostre paure, rendici sempre e ovunque testimoni del tuo amore, preghiamo:
Tutti: Ascoltaci, Signore.
Guida: Gesù, Pane di vita, rendici sempre più simili a Te, rendici presenti a tutti gli uomini e alle loro necessità, offerti per il mondo, disposti a perdere la nostra vita per ottenere quella di coloro che Tu, nel Tuo amore, ci hai affidato,
preghiamo.
Tutti: Ascoltaci, Signore.
Cel.: O Dio nostro Padre, che hai dato ai tuoi martiri la grazia di renderli partecipi alla passione di Cristo tuo Figlio, vieni in aiuto alla nostra debolezza e, come essi non esitarono a morire per Te, concedi anche a noi di vivere da forti nella confessione del Tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.
Cel.: Uniti fra noi e con tutti gli uomini e le donne che nel mondo lottano per la giustizia e la pace, sentiamoci in comunione con la Chiesa dei martiri e insieme cantiamo la preghiera che Gesù ci ha insegnato:
Tutti: Padre nostro...
8. ORAZIONE CONCLUSIVA
Cel.: O Dio nostro Padre, che hai offerto Tuo Figlio, vittima innocente, per salvare tutti gli uomini, concedici di saper testimoniare con la nostra vita, come hanno fatto i tuoi martiri, l'amore che sa aiutare, servire, giungere alla croce e rinascere a vita nuova con Cristo risorto. Egli è Dio e vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Tutti: Amen:
Cel.: E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Tutti: Amen.
CANTO FINALE: Beati voi.