IMMIGRAZIONE, SEGNO DEI TEMPI
IMMIGRAZIONE, SEGNO DEI TEMPI
Canto: Esci dalla tua terra e va
I PARTE
L'emigrazione: da quando gli emigranti eravamo noi alle "invasioni"
di oggi.
Opinioni, dati statistici sulla nostra emigrazione, dati statistici sull'immigrazione
in Italia
La coscienza orfana della legge
(Barbara Spinelli da La Stampa del 30/8/09)
Stando a un sondaggio di SkyTg24, sono molti gli italiani convinti che
i cinque eritrei sopravvissuti alla morte nel Mediterraneo vadano processati
per reato di immigrazione clandestina: il 71 per cento. Su quel barcone
sono periti 73 fuggiaschi, tra il 18 e il 20 agosto, eppure non sembra
esserci emozione di fronte al naufragio ma solo famelica ansia di allontanare
gli alieni dalle nostre terre, con ogni mezzo. Erano uomini di troppo
i sommersi, e lo sono anche i salvati
Gli italiani non sono informati, e ancor meno formati, da guide morali
alla testa del paese.
Non sanno quel che prescrivono le convenzioni internazionali, la Costituzione,
e le antiche leggi del mare che obbligano al salvataggio del naufrago
anche in acque territoriali straniere (Convenzione di Ginevra del 1951
sui rifugiati, cap 11 e 12; Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul
diritto del mare, cap 98, 1 e 18,2).
.
Tuttavia c'è un'immensa ansia di redenzione in Italia - e in particolare
di redenzione attraverso la Legge - che si esprime in vari modi e ha i
suoi protagonisti solitari, cocciuti, impavidi. Il desiderio di redenzione
è passione civile, non solo religiosa. Ne furono pervasi uomini
come Borsellino, Falcone, Ambrosoli, Pasolini, e oggi Roberto Saviano.
È strano come i loro vocabolari si somiglino. Borsellino sognava
il "fresco profumo di libertà", contro "il puzzo
del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità, della
complicità".
E altri sognarono aria pulita e uno Stato riformato. Checché ne
dicano i sondaggi non c'è italiano, credo, che non aneli a quell'aria
pulita e a quel fresco profumo.
Dati statistici sulla nostra emigrazione: periodi caratteristici dell'emigrazione
piemontese e italiana
di MAURO REGINATO docente di Demografia all'Università di Torino
(dalla pubblicazione Piemontesi nel mondo, della serie "I Tascabili
di Palazzo Lascaris", dicembre
1999, pagg. 21-28)
La storia dice che la rilevazione statistica delle migrazioni con l'estero
iniziò ufficialmente nel 1876, però il
fenomeno aveva cominciato a manifestarsi molti anni prima ed era divenuto
sempre più importante. A livello
europeo, il 1840 si può considerare l'anno di nascita dell'emigrazione
moderna, principalmente nordica; in Italia i
movimenti importanti iniziano con una ventina di anni di ritardo rispetto
all'Europa settentrionale e coincidono
con la nascita del Regno. Il Piemonte ha avuto una parte di primo piano
nelle dinamiche migratorie italiane fino
ai primissimi anni del Novecento; successivamente il suo flusso in uscita
si è indebolito ed è stato superato dalle
correnti provenienti dal Sud.
Dal Dossier statistico 2009 sull'Immigrazione
(della fondazione Migrantes della CEI, conferenza episcopale italiana)
Nel 2005 i cittadini stranieri residenti erano 2.670.514 e nel 2008 erano
3.891.295 ma si arriva a circa 4.330.000 includendo anche le presenze
regolari non ancora registrate in anagrafe. Tenendo conto della regolarizzazione
del settembre 2009, l'Italia oltrepassa abbondantemente i 4,5 milioni
di presenze. Siamo sulla scia della Spagna (oltre 5 milioni) e non tanto
distanti dalla Germania (circa 7 milioni).
Continua a prevalere la presenza di origine europea (53,6%). Seguono gli
africani per il 22,4% e gli asiatici per il 15,8% e gli americani per
l'8,1%.
Il dinamismo della popolazione straniera è da ricondurre principalmente
alla sua evoluzione demografica da una parte ed alla domanda di occupazione
del Paese dall'altra, mentre influiscono in misura veramente minima le
poche decine di migliaia di sbarchi, pari a meno dell'1% della presenza
regolare.
Eppure il contrasto dei flussi irregolari ha monopolizzato l'attenzione
dell'opinione pubblica e le decisioni politiche.
Nel 2025 gli abitanti della Terra raggiungeranno gli 8 miliardi ed incrementeranno la loro concentrazione nelle grandi città, specialmente nei paesi in via di sviluppo dove in terzo della popolazione vive in baraccopoli. Nei paesi a sviluppo avanzato rimarrà solo un quinto della forza lavoro mondiale; basti pensare che alla stessa data in Europa è prevista una diminuzione di 38 milioni di persone ed in Africa l'aumento di un miliardo.
L'età media degli stranieri è di 31 anni contro i 43 degli italiani. Tra i cittadini stranieri gli ultra sessantacinquenni sono solo ilo 2%. L'immigrazione è dunque anche una ricchezza demografica per la popolazione italiana che va incontro al futuro con un tasso di invecchiamento accentuato.
I lavoratori stranieri in senso stretto sono quasi un decimo degli occupati e contribuiscono per un'analoga quota alla creazione della ricchezza del Paese. Si tratta di persone spesso inserite da molti anni sul posto di lavoro e che oggi presentano queste caratteristiche: tasso di attività di 11 punti più elevato rispetto alla media; estrema motivazione a riuscire; disponibilità a svolgere un'ampia gamma di lavori; esposizione a maggiori condizioni di rischio sul lavoro; scarso grado di gratificazione; necessità di sostenere i familiari rimasti in patria; sottoposizione ad atteggiamenti di diffidenza e di ostilità.
Gli immigrati associati in maniera ricorrente alla criminalità evidenziano il basso tasso di legalità del nostro paese, come dimostrano le assunzioni in nero, il ricorso al caporalato, l'evasione contributiva, l'inosservanza delle norme contrattuali, il mancato riconoscimento delle qualifiche.
I dati del dossier 2009 sottolineano che gli stranieri non sono persone
dal tasso di delinquenza più alto, non hanno dato luogo ad una
invasione di carattere religioso, non consumano risorse pubbliche più
di quanto versino con tasse e contributi, non sono disaffezionati al paese
che li accoglie e, al contrario, sono un efficace
ammortizzatore demografico ed occupazionale.
Continuiamo a considerare stranieri gli immigrati ed a trattarli come
tali, anche se lo sono giuridicamente ma non nei fatti. Invece, per prepararsi
alla società di metà secolo, quando secondo le previsioni
un terzo della popolazione italiana avrà superato i 65 anni, gli
immigrati sono una ricchezza indispensabile ed è in questa prospettiva
che sono auspicabili politiche sociali e familiari più incisive,
superando la tentazione dell'estraneità e favorendo l'inserimento,
anche con la partecipazione al voto amministrativo e la revisione della
normativa sulla cittadinanza, troppo rigida non solo per i bambini nati
in Italia ma anche per i loro genitori insediati stabilmente.
II PARTE
Letture bibliche
1) Dal libro del Levitico cap 19, 1-4 9-34
1 Il Signore parlò a Mosè e disse: 2"Parla a tutta
la comunità degli Israeliti dicendo loro: "Siate santi, perché
io, il Signore, vostro Dio, sono santo.
3Ognuno di voi rispetti sua madre e suo padre; osservate i miei sabati.
Io sono il Signore, vostro Dio.
4Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso.
Io sono il Signore, vostro Dio.
Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino ai margini
del campo, né raccoglierete ciò che resta da spigolare della
messe; 10quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai
gli acini caduti: li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono
il Signore, vostro Dio.
11Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo.
12Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome
del tuo Dio. Io sono il Signore.
13Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò
che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio
fino al mattino dopo.
14Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco,
ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore.
15Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità
il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il
tuo prossimo con giustizia. 16Non andrai in giro a spargere calunnie fra
il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono
il Signore.
Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente
il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui.
18Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo,
ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore.
Osserverete le mie leggi.
32Àlzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del
vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore.
33Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra,
non lo opprimerete. 34Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come
colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso, perché
anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto. Io sono il Signore,
vostro Dio.
2) Dal Vangelo di Matteo cap 25,31-46
31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti
i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno
riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni
dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà
le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà
a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio,
ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione
del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete
venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando
mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato
e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti
abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo
visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo,
il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete
fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e
per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato
da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero
e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere
e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando
mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato
o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà:
In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a
uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita
eterna".
SALMO
(136) Canto dell'esiliato
1) Sui fiumi di Babilonia,
là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
2)Seduti sulle sedie di un anonimo bar
In un piccolo paese di provincia
Pensavamo con nostalgia alla semplice vita
Del nostro paese lontano.
3) Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
4)Nelle borse da viaggio avevamo portato
Un po' di pane,qualche indumento
Con la paura di essere ripresi
E l'ansia per il nostro futuro
5) Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
"Cantateci i canti di Sion! ".
6)Le persone ci chiedevano di cantare
Le nostre canzoni di lotta
E le appassionanti ballate d'amore
"Cantiamo i bei canti della vostra terra"
7 Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
8)Come si può cantare con gioia
quando si è lontani da casa
esiliati in una terra
Che non ti ha visto nascere?
9) Se ti dimentico, Gerusalemme,
si paralizzi la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
10)Guai a noi se ci dimenticheremo
Delle sofferenze del nostro popolo,
guai a noi se tradiremo il nostro impegno
per adagiarci in questa vita borghese.
11) Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme,
dicevano: "Distruggete, distruggete
anche le sue fondamenta".
12)Metti in conto ai tiranni,Signore,
l'aver privato le nostre case
di una presenza d'amore
il nostro paese di un futuro di speranza.
13) Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sbatterà contro la pietra.
14)Canteremo e balleremo certamente
Il giorno in cui potremo vederli ripagati
Per l'amarezza di questo esilio
Che ci hanno imposto con la forza
Ognuno scelga una frase o una parola particolarmente interessante delle
letture o del salmo
Commento
III PARTE
Testi del magistero
dalla "Pacem in terris" di papa Giovanni XXIII:
Diritto di emigrazione e di immigrazione
12. Ogni essere umano ha il diritto alla libertà di movimento e
di dimora nell'interno della comunità politica di cui è
cittadino; ed ha pure il diritto, quando legittimi interessi lo consiglino,
di immigrare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse (cf.
Radiomessaggio natalizio di Pio XII, 1952). Per il fatto che si è
cittadini di una determinata comunità politica, nulla perde di
contenuto la propria appartenenza, in qualità di membri, alla stessa
famiglia umana; e quindi l'appartenenza, in qualità di cittadini,
alla comunità mondiale.
dalla "Caritas in Veritate" di papa Benedetto XVI:
Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede
diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni
situazione (n. 62)
dal messaggio di papa Benedetto XVI per la giornata mondiale del
rifugiato 2010, sul tema "Immigrati ei rifugiati minorenni"
16/10/2009
E come non considerare tra "i più piccoli" anche i minori
migranti e rifugiati? Gesù stesso da bambino ha vissuto l'esperienza
del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce
di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr
Mt 2,14).
Un aspetto tipico della migrazione minorile è costituito dalla
situazione dei ragazzi nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli
che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono
successivamente. Questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi
e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione
questa che tuttavia può offrire l'opportunità di sperimentare
la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali. E' importante
che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica
e del successivo inserimento nel mondo del lavoro e che ne vada facilitata
l'integrazione sociale grazie ad opportune strutture formativa e sociali.
.vorrei invitare tutti i cristiania prendere consapevolezza della
sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e
rifugiati. Risuonano nel nostro cuore le parole di Gesù: "ero
forestiero e mi avete ospitato" come pure il comandamento centrale
che Egli ci ha lasciato: "amare Dio ma unito all'amore del prossimo.
Questo ci porta a considerare che ogni nostro concreto intervento deve
nutrirsi prima di tutto di fede nell'azione della Grazia e della Provvidenza
divina. In tal modo anche l'accoglienza e la solidarietà verso
lo straniero diviene annuncio del Vangelo di solidarietà.
dal discorso di papa Benedetto XVI al VI congresso mondiale per la
pastorale dei migranti e dei rifugiati 9/11/2009
Oggi molti migranti abbandonano il loro paese per sfuggire a condizioni
di vita umanamente inaccettabili senza trovare altrove l'accoglienza che
sperano. Di fronte a situazioni così complesse, come non fermarsi
a riflettere sulle conseguenze di una società basata fondamentalmente
sul mero sviluppo materiale? Nell'Enciclica "Caritas in Veritate"
notavo che vero sviluppo è solo quello integrale, quello cioè
che interessa ogni uomo e tutto l'uomo.
occorre dare risposte adeguate ai grandi cambiamenti sociali in
atto avendo chiaro che non ci può essere uno sviluppo effettivo
se non si favorisce l'incontro tra i popoli, il dialogo fra le culture
ed il rispetto delle legittime differenze.
le migrazioni invitano a mettere in luce l'unità della famiglia
umana. Il valore dell'accoglienza, dell'ospitalità, dell'amore
per il prossimo. Ciò va però tradotto in gesti quotidiani
di condivisione e di sollecitudine verso gli altri, specialmente verso
i bisognosi.
Ecco perché la Chiesa invita i fedeli ad aprire il cuore
ai migranti ed alle loro famiglie, sapendo che essi non sono solo un "problema",
ma costituiscono una "risorsa" da saper valorizzare opportunamente
per il cammino dell'umanità e per il suo autentico sviluppo.
Mons. Arrigo Miglio - Da "il Risveglio popolare " 15/05/09
(Dopo che autorità italiane avevano deciso di riportare sulle sponde
africane quanti cercavano di raggiungere le nostre coste)
"Sono stati riportati d'autorità su strade di fame e di morte
che già conoscevano non tutti erano bisognosi di asilo, non tutti
santi, ma poveri lo sono di certo e in questa occasione sono divenuti
assai simili a Cristo, scaricato da Pilato a Erode e viceversa; i due
in quel giorno divennero amici, dopo essere stati nemici.
Questi episodi ci devono rendere più attenti non solo alla casistica
e alle soluzioni adottate ma alla cultura sottostante, per capire quale
è il criterio fondamentale cui fare riferimento nel giudicare questi
e altri casi analoghi. Infatti un rischio è proprio quello di rincorrere
solo la cronaca e valutare caso per caso, col pericolo ricorrente di giudicare
in modo diverso a seconda della provenienza politica delle soluzioni adottate.
Opposto e simmetrico è il rischio di chi è affezionato ai
suoi paradigmi, e ogni tanto può anche dire che i fatti gli hanno
dato ragione". Il rischio è quello di "essere dominati
da ideologie, proprio quando ci si era illusi che avessero fatto il loro
tempo. Esse invece resistono, eccome, pur trasformandosi in mille varianti,
e non è difficile riconoscerne le matrici storiche nate negli ultimi
secoli".
"La vera bussola per orientarsi resta quella offerta dall'intangibile
dignità e valore della persona, di ogni vita umana e dei suoi diritti
fondamentali, che non sono concessione di nessuna autorità o legge
umana ma sono scritti nel suo stesso essere di uomo e di donna, ogni persona
nella sua concretezza storica. Questo vale per terra e per mare, sul lavoro
e sulle strade, nei primi istanti dell'esistenza e negli ultimi; vita
umana preziosa non in base a graduatorie stabilite da criteri per lo più
riconducibili all'avere e al produrre, ma per il suo stesso esistere".
"La Chiesa è per sua natura multi etnica, e la solidarietà
cui è chiamata comprende sia il pane quotidiano sia il pane dell'accoglienza
e dell'apertura di cuore verso ogni persona".
3) Commento e pausa di riflessione
4) SALMO
(145) Inno al Dio che soccorre
1 Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
2 loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.
3 Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
4 Esala lo spirito e ritorna alla terra;
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
5 Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
6 creatore del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene.
Egli è fedele per sempre,
7 rende giustizia agli oppressi,
dá il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
8 il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
9 il Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
10 Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
5) Recita del Padre nostro
6) Benedizione
7) Canto finale: Santa Maria del cammino