Brillerà la tua luce
BRILLERÀ LA TUA LUCE
Saluto e introduzione
Ammonizione
La Quaresima è un tempo sacro. Cioè un tempo per mettersi di fronte a Dio e a se stessi, per decidere che donna o uomo si vuole essere. Di conseguenza è un tempo di conflitti profondi, perché si è chiamati a distinguere, con verità, quanto nelle nostre scelte quotidiane corrisponde o no alla decisione ultima della nostra vita. Non costituisce però una parentesi intimistica nel caos delle nostre giornate. Dobbiamo anzi portare l'intero nostro mondo di fronte a Dio, per poterlo giudicare alla luce della sua Parola e decidere, di conseguenza, la nostra azione, mirata a trasformarlo nel suo Regno. La tradizione spirituale di molti popoli, culture e religioni ci offre quali strumenti di discernimento la preghiera e il digiuno. Illuminati dall'ascolto della Parola però, che sempre li precede, appaiono in tutto il loro valore soltanto come strumenti: il fine ultimo sarà sempre la carità. La sola che resterà alla fine ed è perciò capace non solo di schiuderci le porte eterne, ma anche di garantire un'era di giustizia e di pace sulla terra.
Canto: Dove troveremo tutto il pane (o uno scelto tra quelli conosciuti dai presenti)
Dal Salmo 146 (145)
Ant. Il Signore dà il pane agli affamati, protegge lo straniero; egli sostiene l'orfano e la vedova.
Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
loderò
il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.
Non
confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
Esala
lo spirito e ritorna alla terra;
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
Beato
chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
creatore
del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene.
Egli è fedele per sempre,
rende
giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
il
Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il
Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
Il
Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
Gloria...
Ant. Il Signore dà il pane agli affamati, protegge lo straniero; egli sostiene l'orfano e la vedova.
Lettura
Isaia 58,1-10
Grida
a squarciagola, non aver riguardo;
come una tromba alza la voce;
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi
ricercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
"Perché
digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco,
voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È
forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non
è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non
consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora
la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora
lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se
offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Silenzio
Meditazione
Se Cristo, domani, batterà alla vostra porta, Lo riconoscerete?
Sarà,
come una volta, un uomo povero, certamente un uomo solo.
Sarà senza dubbio un operaio, forse un disoccupato,
E anche, se lo sciopero è giusto, uno scioperante.
Sarà forse un profugo,
uno di quei milioni di profughi
con un passaporto dell'ONU;
uno di coloro che nessuno vuole
e che vagano,
vagano in questo deserto ch'è diventato il mondo;
uno di coloro che devono morire
"perché dopo tutto non si sa da che parte arrivino
persone di quella risma...".
Se Cristo, domani, batterà alla vostra porta, Lo riconoscerete?
Avrà
l'aspetto abbattuto,
spossato,
annientato com'è,
perché deve portare
tutte le pene della terra...
Evvia, non si da lavoro a un uomo così prostrato...
E
poi se gli si chiede:
"Cosa sai fare? "
Non può rispondere: tutto.
"Donde vieni? "
Non può rispondere: da ogni dove.
Cosa pretendi di guadagnare? Non può rispondere: voi stessi.
Se Cristo, domani, batterà alla vostra porta, Lo riconoscerete?
Lettura
Matteo 4,1-11
Quando
il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si
siederà sul trono della sua gloria.
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli
uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà
le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti
del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla
fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo
e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato
e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti
abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che
avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel
fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho
avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato
da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito,
malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato
o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete
fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete
fatto a me.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.
Riflessione
Una buona notizia per i ricchi
"La Chiesa ha una buona notizia da annunciare ai poveri. Quelli che da secoli hanno ascoltato cattive notizie e hanno vissuto le peggiori realtà, stanno ascoltando ora, attraverso la Chiesa, la parola di Gesù: "Il Regno di Dio si avvicina", "Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio". E da ciò ha anche una Buona Notizia da annunciare ai ricchi: che si convertano al povero, per condividere con lui i beni del Regno" (Oscar Romero, La dimensione politica della fede dall'opzione per i poveri, Lovanio 2 febbraio 1980).
Meditazione (suggerita da colui che conduce o spontanea)
Padre nostro
Orazione (di Mons. Leonidas Proaño)
Padre
nostro che sei sulla terra
rivelato dalle nostre premure
[Oggi il tuo nome ci rende capaci di giustizia
di speranza e della gloria del tuo Regno]
Padre
nostro, Padre nostro
non sei un Dio che se ne sta allegramente nel suo cielo
[Tu incoraggi coloro che lottano
perché venga il tuo Regno].
Padre
nostro che sudi ogni giorno
nella pelle di chi fatica a procurarsi il proprio sostentamento:
[che a nessuno manchi il lavoro
perché il pane è più pane quando è stato guadagnato
col proprio sforzo].
Padre
nostro che non conservi mai contro nessuno
vergogna e disprezzo
[che dimentichi le offese e gli oltraggi
e chiedi a tutti di perdonarci a nostra volta].
Congedo e canto finale