Strumenti di animazione

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Un solo Signore

Proposta di veglia per un cammino di riflessione e di preghiera per il tempo quaresimale
16 marzo 2012

 

 

 

UN SOLO SIGNORE

 

Saluto e introduzione

Ammonizione

Entrare nel tempo della Quaresima significa iniziare un cammino particolare, guidati anche noi dallo Spirito, come Gesù: alla ricerca di Dio, del suo progetto sulla nostra vita e quindi, in definitiva, di noi stessi.
Per questo la Quaresima è caratterizzata anzitutto dal silenzio: silenzio per ascoltare.
Un silenzio profondo, interiore, che certamente può essere favorito da un deserto come quello in cui si ritirò Gesù… e prima di lui Elia, il Battista… poi, tanti monaci e contemplativi… mentre una città - magari un po' caotica come le nostre - rende le cose sicuramente più difficili. Difficili però non significa impossibili e se è vero che le condizioni esteriori non siano irrilevanti, quando qui diciamo "deserto" intendiamo in realtà quella dimensione interiore e profonda, che possiamo sperimentare anche nel cuore di una grande città, rumorosa e fonte di tentazioni, come anche il deserto lo fu per Gesù.
Del resto, le tentazioni - obbligandoci a fare delle scelte - costituiscono delle tappe importanti nel nostro cammino di liberazione e ricerca di Dio. Fu così per Israele, durante e dopo l'esodo e lo fu anche per Gesù, come ci racconta il vangelo di Matteo.

Canto: Dove troveremo tutto il pane (o uno scelto tra quelli conosciuti dai presenti)

Dal Salmo 146 (145)

Ant. Il Signore dà il pane agli affamati, protegge lo straniero; egli sostiene l'orfano e la vedova.
Alleluia.

Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.

Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.

Esala lo spirito e ritorna alla terra;
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,

creatore del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene.

Egli è fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri,
il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,

il Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.

Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

Gloria...

Ant. Il Signore dà il pane agli affamati, protegge lo straniero; egli sostiene l'orfano e la vedova.

Lettura

Matteo 4,1-11


Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane". Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". Allora Gesù gli rispose: "Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto". Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Silenzio

Commento

Questo testo se letto superficialmente, rischia di apparire eccessivamente mitologico per l'uomo moderno e quindi di perdere in significato. Leggendolo invece alla luce dell'Antico Testamento possiamo riscoprirne tutto il valore.

Matteo, come già aveva fatto nel racconto della fuga in Egitto, presenta Gesù come il nuovo Israele: anche lui Figlio prediletto; anche lui nel deserto (40 anni Israele; 40 giorni, Gesù); anche lui guidato dallo Spirito (dopo l'alleanza del Sinai, Israele; dopo l'alleanza del Battesimo, Gesù); anche lui messo alla prova nella tentazione.

A questo proposito è importante spiegare che, per la teologia che ispirò l'Antico Testamento, la prova non rappresentava un trabocchetto orchestrato da Dio per verificare la fedeltà dell'Eletto, quanto piuttosto un'occasione di discernimento sulla propria vita, di scelta nei confronti di Dio e quindi un momento di crescita.

Così, le 3 Tentazioni di Gesù corrispondono a 3 momenti cruciali del cammino di Israele:

La prima è dettata dalla fame. E sulla fame c'è poco da scherzare: lo sanno bene quei 925 milioni di persone che la stanno soffrendo in tutto il mondo.

Come Mosè ed Elia, anche Gesù passò 40 giorni e 40 notti in digiuno e preghiera, e come Israele, al tempo della manna , alla fine ebbe fame . A differenza di Israele però non si ribella e continua a fidarsi della parola di Dio, convinto che la tentazione non consista nell'"invocare" il pane - che anzi ci insegnerà a chiedere nella preghiera del Padre nostro - e neanche nel procurarselo in modo prodigioso - tant'è che lo moltiplicherà 2 volte, per sfamare la folla - quanto piuttosto nel cercarlo soltanto per sé!

La seconda tentazione mette invece in relazione due episodi, diversi nelle circostanze ma analoghi nel significato: Israele aveva pesantemente protestato e "tentato" il Signore nell'episodio di Massa e Meriba, quando aveva avuto sete, ma non c'era acqua .

"Tentare" il Signore significa esigere da Lui un segno della sua presenza, della sua protezione, della sua fedeltà all'Alleanza… mettendola quindi in discussione.

Gesù, al contrario, si rifiuta di tentare il Signore , tanto più per chiedergli un intervento spettacolare ma inutile, come quello di salvarlo da un pericolo cercato. Lui stesso compirà miracoli ben più spettacolari, ma soltanto per salvare chi realmente si troverà nel bisogno e sarà schiacciato dal male.

La terza tentazione, infine, ripropone quella vissuta da Israele, al termine dell'esodo, nel momento di entrare nella Terra… quella cioè di adorare anche gli dèi che erano oggetto di culto in quel paese e del quale erano considerati padroni, per poterseli ingraziare.

A Gesù, che doveva estendere la propria signoria "fino agli estremi confini del mondo" e non soltanto ai 7 regni di Canaan, il Tentatore - colui che Paolo chiama "il dio di questo mondo" e a cui, secondo l'Apocalisse, l'impero deve il suo potere - chiede di adorarlo… ma Gesù, ancora una volta, rifiuta.

Diventerà, sì, re, ma... alla maniera di Dio, non a quella del mondo! Siederà, sì, in trono ma sulla "croce" e il suo potere si eserciterà nel "servizio", non con l'oppressione.

Per questo taglia corto: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".

Celebrare la Quaresima significa quindi decidere da che parte stare: chi riconoscere come unico Signore della nostra vita e a chi soltanto vogliamo rendere culto… stando molto attenti che la tentazione non si trasferisca ora sul culto.

Come, infatti, c'è un modo di regnare secondo Dio e uno secondo gli uomini, allo stesso modo c'è un culto gradito a Dio e uno gradito agli uomini. Isaia lo dice chiaramente - con una forte dose di scherno - nella I lettura.

Contro un culto fatto di gesti puramente devozionali ed esteriori: inutili penitenze e mortificazioni fini a se stesse, di cui il Signore non sa cosa farsene: "forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al signore?"… il profeta annuncia cosa invece il Signore si aspetti davvero dai suoi fedeli:

"Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?".

E' questo il solo, vero, culto gradito a Dio... per quanto possa risultare sgradito a noi: le obiezioni, infatti, sono sempre le stesse e oppongono le nostre ragioni a quelle di Dio, come già, un tempo, vi opposero quelle di Israele.

Vi si oppongono perché, in realtà, rispondono agli interessi più egoistici - veri idoli - che ci portiamo dentro… spesso mascherati da valori: quelli di un benessere esclusivo, che non vogliamo condividere; dell'apparenza, che non vogliamo offuscare; del potere, che non vogliamo rinunciare ad esercitare sugli altri: come singoli, come società, come Chiese.

Secondo Gesù, però, queste sono autentiche tentazioni demoniache, che ci rendono schiavi e ci condannano a vagare soli, negli spazi vuoti di quel deserto inospitale che, a queste condizioni, diventa l'animo umano.

Per questo ci offre un tempo nuovo e rinnova per noi l'antico invito a lasciarci guidare - come lui - dallo Spirito: perché il deserto torni a fiorire... e, nel segreto riempito di ascolto, Dio possa nuovamente toccarci il cuore.

Pausa di riflessione


Preghiere libere dei presenti


Padre nostro


Orazione (di Mons. Leonidas Proaño)


Padre nostro che sei sulla terra
rivelato dalle nostre premure
[Oggi il tuo nome ci rende capaci di giustizia
di speranza e della gloria del tuo Regno]
Padre nostro, Padre nostro
non sei un Dio che se ne sta allegramente nel suo cielo
[Tu incoraggi coloro che lottano
perché venga il tuo Regno].
Padre nostro che sudi ogni giorno
nella pelle di chi fatica a procurarsi il proprio sostentamento:
[che a nessuno manchi il lavoro
perché il pane è più pane quando è stato guadagnato col proprio sforzo].
Padre nostro che non conservi mai contro nessuno
vergogna e disprezzo
[che dimentichi le offese e gli oltraggi
e chiedi a tutti di perdonarci a nostra volta].

Congedo e canto finale

Footer

A cura di Caritas Italiana (tel. +39 06 66177001 - fax +39 06 66177602 - e-mail comunicazione@caritasitaliana.it) e Pax Christi (tel. +39 055 2020375 - fax +39 055 2020608 - e-mail info@paxchristi.it)