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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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GIA
Il GIA (Gruppo islamico armato) nasce nel 1992 in seguito ad un colpo di stato. L’Algeria dal 1962 al 1989 è governata dal Fronte di Liberazione Nazionale ( FLN) promotore dell’indipendenza dalla Francia. Nel 1989 le elezioni politiche vengono vinte dal Fronte Islamico di Salvezza (FIS). Questo movimento politico-militare nasce da un insieme di gruppi radicali e ha come obiettivo la creazione di una Repubblica Islamica. In particolare i leader del gruppo fanno leva sul malcontento popolare. Infatti dopo anni di lotte il paese era ridotto in uno stato di totale arretratezza economica. I settori antifondamentalisti, allarmati da questa vittoria e guidati da altre due formazioni politiche (l’UGTA E DAL FFS), convocarono 100 mila persone ad Algeri, di diversa estrazione sociale. Il presidente Chadii Bendjedid, si dimise dietro forti pressioni di politici e militari timorosi di un precipitare della situazione politica e sociale nel Paese. Venne creato un Alto Consiglio di sicurezza composto da tre militari e dal primo ministro. Poco dopo fu istituito l’ Alto Comitato di Stato , presieduto da Mohamed Boudiaf, leader dissidente del FLN, in esilio dal 1964.Vennero subito arrestati i capi del FIS e furono annullati i risultati delle elezioni. Vengono emanate leggi anti-terrorismo e imposto il coprifuoco, ma tutto ciò non serve a tenere a bada i ribelli. Nel marzo del 1992 il FIS fu dichiarato illegale. Nel giugno dello stesso anno, Boudiaf venne assassinato. A settembre il governo del Primo Ministro Belaid Abdelsalam decretò una serie di misure “antiterroristiche”, tra cui l’estensione della pena di morte a vari crimini.Nel febbraio del 1993, l’Alto Comitato di Stato prorogò lo stato d’emergenza a tempo indeterminato, impose il coprifuoco ad Algeri ed in cinque province e sciolse tutte le associazioni collegate con il FIS. Si aprì una fase molto conflittuale tra i diversi gruppi politici sulla politica da perseguire nei confronti delle organizzazioni terroristiche. . Al termine di una lunga serie di trattative fallite, il governo elesse, il Ministro della Difesa, Lamine Zeroual, presedente del paese per tre anni. In questo clima di permanente divisione, anche la guerriglia fondamentalista si divise in Gruppo islamico armato (GIA) e Movimento islamico armato. Per l’Algeria inizia un periodo di terrore: episodi di guerriglia sono all’ordine del giorno e il governo non riesce ad istaurare un dialogo con i gruppi armati. Nel 1999 viene eletto presidente Abdelaziz Boutefilka che cerca di ristabilire equilibrio nel paese. Il FIS appoggia la politica del nuovo presidente e in particolare la proposta di referendum che prevede una legge per la riconciliazione. Boutefilka propone un’amnistia a tutti i ribelli in cambio del disarmo. Il GIA non accetta questa proposta insieme ad altri gruppi di ribelli proseguendo nella lotta armata.

GSPC
Il GSPC (Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento) nasce dal GIA nel 1999 in seguito alla proposta di amnistia avanzata dal governo di Boutefilka. Si tratta di una delle fazioni più radicali del paese insieme ai Difensori degli insegnamenti Salafiti (HSD) e al Gruppo Salafita libero (GLS) . Sono gruppi che promuovono una visione dell’Islam purista e dal punto di vista ideologico intendono instaurare un califfato islamico in Algeria. All’interno di questi gruppi in realtà ci sono forti tensioni. Infatti da una parte alcuni esponenti tendono al dialogo dall’altra gli elementi più intransigenti portano avanti la lotta armata contro il Governo; quindi anche se dal punto di vista ideologico esiste un filo conduttore, dal punto di vista pratico non esiste un programma d’intervento comune.Attualmente il GSPC è l’unico gruppo attivo ed è probabile che abbia dei legami con al- Qaeda.

La Comunità Berbera in Cabilia
La Cabilia è una regione abitata dalla minoranza berbera che costituisce 1/5 della popolazione.Si tratta di una comunità con delle tradizioni molto antiche che da sempre rivendica la propria indipendenza. Ha avuto un ruolo di fondamentale importanza durante la decolonizzazione francese. In seguito all’indipendenza il Governo decise di escludere dai programmi della Costituzione la lingua berbera che venne dichiarata fuori legge. In seguito a questo provvedimento la comunità berbera cercò in tutti i modi di rivendicare i propri diritti, ma dal 1980 gli scontri con il Governo furono sempre più frequenti. La comunità berbera è organizzata in comitati di coordinazione locali (AARCHS); non tutti prediligono la lotta armata per la risoluzione dei continui momenti di crisi con il Governo. Alcuni episodi sono importanti ai fini della comprensione della situazione locale. Nel 1980 gli studenti occupano le università e il Governo interviene coinvolgendo le forze militari. Tra il 1994 e il 1995 nasce un movimento per il riconoscimento della lingua berbera finalizzato ad introdurne l’insegnamento nelle scuole. Nel 1995 il Governo decide di accogliere la richiesta. Questo provvedimento fece sperare in una tregua, ma nel 2001 la situazione precipita di nuovo.Uno studente viene ucciso dalla polizia, e nei successivi i scontri muoiono circa 100 persone. Questo episodio verrà ricordato come “Primavera Nera”. Nel gennaio 2002 le elezioni amministrative vengono boicottate in tutta la Cabila, motivo per cui il Governo annulla l’esito delle votazioni. Nello stesso anno la lingua berbera diventa lingua ufficiale.Attualmente la situazione politica sembra aver trovato un apparente equilibrio, ma ci sono ancora diverse questioni aperte da risolvere.

Intensità del conflitto
Dalla metà del 1900 ad oggi nel conflitto algerino sono morti migliaia di civili e militari. Si parla di circa 150.000 morti nel corso della guerra civile, ma il presidente Bouteflika ha dichiarato che potrebbero essere circa 200000. Le stragi compiute dai gruppi estremisti hanno instaurato un clima di terrore in tutto il paese e le autorità governative hanno risposto ai continui attacchi con controffensive altrettanto violente. La carta per la pace e riconciliazione proposta dal Governo, ha come obiettivo la costruzione di un clima di pace e di dialogo. Il Governo ha manifestato l’intenzione di trattare con particolare clemenza tutti i membri dei gruppi armati che si consegnino alle autorità. In realtà, questo documento è stato criticato perché non prende provvedimenti convincenti nei confronti delle forze di sicurezza che si sono macchiate di crimini altrettanto orrendi. Durante gli anni della guerra civile, moltissimi oppositori sono scomparsi, quasi tutti accusati dal Governo di far parte di gruppi armati. Le esecuzioni extragiudiziali sono state numerose. Nel 2004 il Governo ha istituito una commissione ufficiale incaricata di portare avanti delle indagini finalizzate ad individuare le responsabilità degli artefici delle sparizioni. La Commissione ufficiale ha concluso i propri lavori escludendo la possibilità di processare i responsabili e ha proposto di risarcire le famiglie con somme di denaro.Naturalmente questo provvedimento ha creato malcontento tra le associazioni che si occupano di questo problema perché non punisce i responsabili materiali delle sparizioni. Le famiglie chiedono giustizia per i propri congiunti e non solo un risarcimento economico.

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