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Sotto il controllo del Governo si trovano: le Forze Armate, che sono costituite approssimativamente da 200.000 uomini; la Polizia Nazionale, con un totale di 120.000 ufficiali (spesso coinvolti in abusi, come esecuzioni extragiudiziali di giovani uomini sospettati di simpatizzare con la guerriglia), e i Soldati Contadini, un’iniziativa introdotta dal governo Uribe nel 2003, che coinvolge giovani uomini armati ed addestrati dal Governo, che si serve di loro come soldati professionisti in città e luoghi molto lontani dal potere centrale.
L’agenda politica del Governo Uribe si basa su una nuova strategia di sicurezza, detta “guerra al narco-terrorismo”, basata essenzialmente sull’uso della forza armata contro i gruppi guerriglieri e i paramilitari, seguendo un filo comune della storia colombiana, per cui i conflitti o i disagi sociali vengono risolti con la forza. A tal fine il Governo Uribe ha emanato una legislazione d’emergenza per aumentare la spesa da destinare al settore militare ed ha creato una rete di spionaggio fra i civili. L’esercito governativo ed i gruppi paramilitari ricevono armi e uomini principalmente dagli Stati Uniti d’America.
Gruppi Paramilitari
I gruppi paramilitari sono stati costituiti nel corso degli anni ’80 allo scopo di dare
protezione militare ai proprietari terrieri ed ai grandi latifondisti contro gli attacchi
dei guerriglieri che spesso, per autofinanziarsi, prelevavano la cosiddetta “tassa
rivoluzionaria” dalla popolazione locale. I paramilitari ricevevano fondi ed armi dalle
forze di sicurezza governative, nell’intento di combattere i guerriglieri. Questo ha
portato, da un lato, alla professionalizzazione dei paramilitari, che sono ad oggi una sorta
di “soldati mercenari”senza regole d’ingaggio e totalmente fuori dal rispetto dei
fondamentali diritti umani, e, dall’altro, li ha coinvolti direttamente nel commercio
illegale di droga. Nel 2002 il Presidente Uribe ha dichiarato i gruppi paramilitari
“illegali” e si è impegnato a smobilitarli.
Le Forze Unite di Auto- Difesa (AUC o Autodefensas Unidas de Colombia) sono il più rilevante
gruppo paramilitare colombiano, con circa 13.000 combattenti, guidato da Carlos Castano. In
seguito alla decisione di entrare a far parte dei negoziati di pace con il Governo nel 2002,
molte fazioni di militanti si sono separate dal gruppo principale, allo scopo di continuare
la loro campagna militare contro la guerriglia.
I membri delle milizie AUC sono stati accusati di aver compiuto alcuni dei più gravi crimini
contro l’umanità commessi in Colombia durante i 40 anni di guerra civile. Inoltre, le
milizie sono state accusate di essere coinvolte direttamente nel traffico illecito di droga,
in particolare Castano ed altri due leader dell’AUC sono stati imputati negli Stati Uniti
con l’accusa di aver esportato 17 tonnellate di cocaina in territorio americano e in Europa
dal 1997 in poi.
La forza combattente e le azioni delle Auc sono aumentate di numero e intensità nell'ultimo
anno, durante il quale i paramilitari sono raddoppiati – da 8 a 15mila – sotto la guida del
successore di Castano, l'italo-colombiano Salvatore Mancuso. Nonostante le Auc siano state
certificate come unità terroristiche dagli Stati Uniti dopo l'11 settembre, l'esercito
colombiano manterrebbe ancora legami organici – ad esempio scambi di personale in azione –
con i paramilitari.
I paramilitari hanno trovato immediatamente l'appoggio dell'amministrazione e dell'esercito,
che ben presto arrivano a sostituire nelle "operazioni" dirette sia contro i membri della
guerriglia, sia contro i civili accusati di sostenerla: i massacri conoscono dunque un
brusco aumento, causando ulteriori fughe di massa da parte della popolazione. Altrettanto
brutali sono le campagne di "limpieza social" (pulizia sociale) ai danni di piccoli
criminali, senzatetto, prostitute, soprattutto nelle grandi città.
Il governo vede progressivamente i "pàras" come esecutori di compiti "scomodi", quali ad
esempio gli omicidi di giornalisti, attivisti umanitari, sindacalisti ed oppositori
politici, che avvengono ancora oggi in numero di centinaia o migliaia per anno.
Frequentissimi sono anche i combattimenti con i ribelli, legati al controllo territoriale.
Molte delle stragi più sanguinose vengono compiute su mandato dell'Esercito, che agisce per
"salvaguardare il suo buon nome, anche di fronte all'opinione della Comunità
Internazionale".
Una parte dei militari, comunque, si è dichiarata "contraria" alle AUC, anche se recenti
scandali, insabbiati sul nascere (si parlava di civili uccisi e fatti passare per
paramilitari, per "mostrare dei risultati”) hanno gettato forti dubbi su queste
affermazioni.
Le azioni dei "pàras" non tolgono, in ogni caso, che anche le FARC e l'ELN si siano
macchiate di orribili crimini e violazioni dei diritti umani.
Omicidi di esponenti politici (come testimoniano le ultime "purghe" nei confronti di sindaci
e consiglieri comunali dei piccoli centri), rapimenti, estorsioni, esecuzioni sommarie di
ostaggi, attentati terroristici avvengono in modo pressochè quotidiano.
Gruppi Guerriglieri: si sviluppano, a partire dagli anni ’60, sono tutti gruppi di
ispirazione marxista e socialista.
a) Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC): gruppo rivoluzionario
“marxista-leninista” e “boliviano” nato da una costola del Partito Comunista Colombiano nel
1964, allo scopo di costituire una “federazione di auto difesa contadina.. Sono attualmente
il gruppo più numeroso, essendo composto da circa 17.000 combattenti. Le FARC nacquero sulla
spinta degli eventi del maggio 1964 quando i gruppi di Autodefensas Campesinas vennero
attaccati dall’Esercito colombiano. Circa 15.000 uomini armati attaccarono i campesinos a
Marquetalia che riuscirono però a fuggire ed a riunirsi con altri gruppi di autodefensas,
formando le Farc.
Da allora le Farc, che possono contare su circa 20.000 mila guerriglieri armati, attaccano
caserme di polizia, infrastrutture energetiche, organizzano sequestri e compiono attentati
in varie città colombiane. Le numerose trattative negli ultimi vent’anni tra Governo e
Farc, allo scopo di giungere ad un cessate il fuoco, sono spesso fallite a causa
dell’intervento di disturbo dei gruppi paramilitari colombiani, dal 1980 organizzati
nell’Auc (Autodifese unite colombiane). Nel 2002 le Farc sono state inserite nelle liste dei
gruppi terroristici stilate dal Governo statunitense e dall’Unione Europea.
b) Esercito di Liberazione Nazionale (ELN): si contraddistingue per un orientamento
politico filo-cubano e rivoluzionario. E’ il secondo gruppo numericamente rilevante, con
3.500 militanti.
c) Esercito Popolare di liberazione (EPL): nasce con un orientamento politico
filo-cinese, contestando l’immobilismo del Partito Comunista Colombiano. Oggi è composto da
una dozzina circa di piccoli gruppi rivoluzionari.
Nei territori controllati, definite “zone liberate”, le organizzazioni della guerriglia in
pratica sostituiscono le istituzioni statali mancanti, offrendo dei veri e propri servizi
alla popolazione contadina residente, oltre alla difesa del territorio dagli attacchi dei
paramilitari. Per finanziare le proprie attività si servono di un sistema di rapimenti,
della cosiddetta “ imposta rivoluzionaria”, cioè di una tassa che i piccoli proprietari, le
imprese ed anche le multinazionali, versano in cambio della difesa e dei servizi, ed infine
dei proventi derivanti da attività illecite legate al narco- traffico.
Governo degli Stati Uniti
Dalla fine del 2003 gli Stati Uniti hanno versato al governo Colombiano circa due miliardi
di dollari in armamenti per la lotta contro i ribelli della FARC. Inoltre, hanno contribuito
con l’invio di 400 istruttori per addestrare il personale militare colombiano alle tattiche
anti-terroristiche. Il Congresso ha imposto in un primo momento il limite di 400 uomini da
inviare in Colombia, ma in un secondo tempo questo limite è stato superato con l’invio di
altre forze americane specializzate, che avevano il compito di assistere i colombiani nella
ricerca di alcuni civili americani presi in ostaggio dai gruppi guerriglieri.
Gli Stati Uniti hanno inoltre etichettato l’AUC, le ELN e le FARC come dei gruppi
terroristi, e proprio per questo motivo hanno negli ultimi anni accresciuto ulteriormente il
volume degli aiuti destinati al Governo colombiano.
Numero dei morti e intensità del conflitto:
· 25.000 morti l’anno
· 3 milioni di sfollati interni (su 43 milioni di abitanti)
· 1 milione di emigrati all’estero in 5 anni
· 100 sindacalisti uccisi ogni anno
· frequenti uccisioni di indigeni
· espropriazione di piccoli proprietari terrieri
· 64% della popolazione sotto la soglia di povertà
· coinvolgimento dei bambini nel conflitto
Risulta estremamente difficile poter avere un quadro esatto della situazione data la
coplessità del conflitto e la difficoltà di reperire informazioni accertabili. Inoltre,
centinaia di persone sono state rapite e tenute in ostaggio, e di queste non si hanno
notizie.
E’ drammatica in Colombia anche la situazione degli sfollati interni. La Colombia ne conta
infatti ben 2,9 milioni sparsi sul suo territorio nazionale. Campesinos e comunità indigene
risultano le principali vittime di pesanti violazioni commesse da parte di tutti gli attori
in campo nel complesso conflitto colombiano.