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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Oggi in Pakistan si combatte su tre fronti: due interni, le regioni settentrionali del Waziristan e del Balucistan, e uno lungo il confine indiano per la questione del Kashmir. Esercito pachistano: dispiegati circa 80.000 soldati nel Waziristan e 30.000 nel Balucistan. Parte dell’esercito è schierata lungo la linea di confine con l’India in appoggio ai separatisti del Kashmir. Utilizza armi soprattutto di origine statunitense, ma anche olandese, italiana, francese, cinese, bielorussa e ucraina. Esercito indiano: schierato lungo la “Linea di controllo”, zona di confine tra il Kashmir indiano e pakistano. Il governo indiano (che produce armi autonomamente) ne riceve anche da Russia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Italia, Israele, Sudafrica, Polonia, Slovacchia, Ucraina.
Guerriglieri indipendentisti del Kashmir: organizzati in diversi gruppi, il Fronte per la Liberazione del Jammu e del Kashmir (JKLF) di Yasin Malik, i Mujahedeen Hezb-ul, la Confederazione dei Partiti Liberi e Lashkar-e-Taiba, con base in Pakistan e collegata ad Al-Qaeda, rivendicano l’indipendenza dall’India o l’annessione al Pakistan.
Guerriglieri del Waziristan (regione del nord – ovest del Pakistan): guerriglieri fondamentalisti islamici legati alla resistenza talebana afgana e alla rete di al-Qaeda. Lottano per il controllo delle cosiddette Aree Tribali, storicamente autonome dal potere centrale di Islamabad, che però ora, su pressione di Washington, ha deciso di reimporre la sua autorità sulla zona considerata rifugio di terroristi legati alla resistenza talebana e ad al-Qaeda.
Guerriglieri del Balucistan (regione occidentale del Pakistan): guerriglieri indipendentisti che vorrebbero per la regione il controllo dei giacimenti di gas naturale di Sui, che danno energia alle grandi città pakistane ma dei cui proventi la popolazione baluca non ha mai goduto.

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