La Corte Internazionale di Giustizia
La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) è l’organo principale giudiziario dell’ONU. Ha iniziato a svolgere le proprie funzioni nel 1946 (allorquando ha sostituito la precedente Corte Permanente di Giustizia Internazionale, fondata nel 1921). Ha sede presso il Palazzo della Pace dell’Aja.
In base allo Statuto, la CIG ha un doppio ruolo: quello di regolare, in accordo con il diritto internazionale, le controversie legali esistenti tra gli Stati (di cui sia stata formalmente informata) e quello di fornire opinioni consultive su questioni legali presentate dagli organi e dalle agenzie internazionali debitamente autorizzati.
La composizione
La Corte è composta da 15 giudici eletti ogni nove anni dall’Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU (indipendentemente l’una dall’altro). Le elezioni sono tenute ogni tre anni per un terzo dei giudici, i quali possono anche essere rieletti.
Non è possibile che vi siano più giudici con la stessa nazionalità. Ognuno siede non in rappresentanza del proprio Stato, ma in funzione (indipendente) della carica rivestita. I giudici devono avere le qualifiche, richieste nei loro rispettivi paesi, per la nomina ai più alti uffici giudiziari, o essere giuristi esperti di diritto internazionale. La Corte elegge per la durata di tre anni il Presidente e Vicepresidente (a sua volta rieleggibili) e nomina il Cancelliere. La composizione della Corte deve rispettare e tenere conto, inoltre, dei diversi sistemi giudiziari rappresentati (dai diversi Stati membri dell’ONU). Nell’ipotesi in cui la Corte non includa un giudice che possiede la nazionalità di uno Stato parte di una controversia, quello Stato può nominare un giudice ad hoc per la decisione del caso.
Le competenze
Solo gli Stati membri delle Nazioni Unite possono ricorrere e presentarsi davanti alla Corte.
La CIG è competente a prendere in esame la questione soltanto se gli Stati coinvolti hanno accettato la sua giurisdizione. Ciò avviene secondo una o più delle seguenti modalità: in base ad un accordo speciale tra gli Stati avente solo lo scopo di sottoporre la controversia alla Corte; in virtù di una clausola giurisdizionale contenuta in un trattato, per effetto della quale, in caso di disaccordo riguardo la sua applicazione o interpretazione, le parti firmatarie possono in qualsiasi momento deferire la questione alla Corte; attraverso il reciproco effetto di dichiarazioni fatte dagli Stati (secondo la disciplina prevista dallo Statuto della Corte), per cui ogni Stato accetta la giurisdizione della Corte come obbligatoria nel caso si verifichi una controversia con un altro Stato che ha effettuato una dichiarazione simile. In caso di dubbio sulla giurisdizione della Corte, è essa stessa che decide.
Le procedure
La procedura seguita dalla Corte nei contenziosi è definita nello Statuto e nelle Regole della Corte, la cui ultima versione è del dicembre 2000.
I procedimenti prevedono un fase scritta nella quale le parti presentano le domande (di citazione) e scambiano comparse (di risposta), e una fase orale,
consistente in udienze pubbliche in cui agenti e consulenti legali si rivolgono alla Corte. Poiché la Corte utilizza due lingue ufficiali (inglese e francese), qualsiasi cosa scritta o detta in una lingua è tradotta nell’altra.
Al termine del procedimento orale, la Corte si ritira in camera di consiglio per deliberare. Il dispositivo, una volta preso, è letto in pubblica udienza, è definitivo e senza appello. Se una delle parti interessate non ottempera la decisione, l’altra può fare ricorso al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. La Corte al completo rilascia le sentenze ma, su richiesta delle parti, può anche stabilire una camera speciale. La Corte ha costituito la prima volta una simile camera nel 1982, poi una seconda volta nel 1985, due ne sono state istituite nel 1987 e due ancora nel 2002. Nel 1993 ha creato una camera speciale (di sette membri) per occuparsi di controversie di carattere ambientale.
Ogni anno la Corte procede all’elezione di una camera di procedura sommaria (secondo le regole previste dallo Statuto).
Le sentenze dal 1946
Dal 1946 la CIG ha deliberato 90 sentenze su dispute concernenti: i confini terrestri e marittimi tra gli Stati, la sovranità territoriale, il non uso della forza, la non interferenza negli affari interni degli Stati, le relazioni diplomatiche, la cattura di ostaggi, il diritto di asilo, la nazionalità, la tutela dei diritti assoluti, il diritto di passaggio ed altri di natura economica.
La CIG decide in conformità con i trattati e le convenzioni in vigore, le consuetudini internazionali, i principi generali di diritto e tutte le altre fonti idonee.
La procedura consultiva della Corte è appannaggio soltanto delle organizzazioni internazionali (cinque organi e sedici agenzie specializzate dell’ONU). Sulla ricezione della richiesta, la Corte decide quali Stati e/o organizzazioni debbano fornire informazioni utili, dando loro la possibilità di presentare dichiarazioni scritte o orali. Nella procedura consultiva non è obbligatoria, come nei dei procedimenti contenziosi, l'audizione delle parti, ma le fonti di diritto applicabili sono le stesse.
In linea di principio, i pareri emessi dalla CIG sono di natura consultiva, quindi non necessariamente connessi agli argomenti presentati dalle parti. Dall’anno della sua costituzione, la CIG - con 25 pareri consultivi - si è pronunciata su: le conseguenze legali della costruzione del muro in una parte dei territori occupati Palestinesi, l’ammissione di uno Stato a membro dell’ONU, il risarcimento per i danni subiti nel servizio (di assistenza: operazioni di peace-keeping) dell’ONU, lo status territoriale dell'Africa del Sudovest (Namibia) e del Sahara occidentale, i giudizi resi dai tribunali amministrativi internazionali, le spese di determinate operazioni dell’ONU, l’applicabilità dell’United Nations Headquarters Agreement, i rapporti sulla condizione dei diritti umani, la legalità della minaccia o uso di armi nucleari.
Per saperne di più visita il sito della Corte Internazionale di Giustizia
Allegati
- Annual report CIG 2004-2005 (320 Kb - Formato pdf)Il rapporto della Corte Internazionale di Giustizia presentato all'Assemblea Generale dell'ONU il 27 ottobre 2005 e riferito al periodo 1 agosto 2004-31 luglio 2005
(in inglese)Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).