La Corte Speciale per la Sierra Leone
La Corte Speciale per la Sierra Leone è stata costituita congiuntamente dal governo della Sierra Leone e dalle Nazioni Unite. E’ competente ad individuare ed incriminare i responsabili dei gravi crimini e delle violazioni di diritto umanitario e dell’ordinamento giuridico della Sierra Leone, commessi nel territorio della Sierra Leone dalla data del 30 novembre 1996.
La sua sede è a Freetown, capitale della Sierra Leone.
Finora undici persone, associate alle tre ex fazioni guerriere, sono state condannate dalla Corte Speciale. Sono accusati di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e altre gravi violazioni di diritto internazionale umanitario. In particolare i capi di imputazione includono l’omicidio, lo stupro, atti di terrore, schiavitù, saccheggio e messa a fuoco di interi villaggi, schiavitù sessuale, costrizioni di bambini ad abbracciare le armi, e, tra gli altri reati: attacchi alle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite e degli altri operatori umanitari. Gli atti d’accusa contro altri due degli imputati sono venuti meno nel dicembre 2003, a causa della morte degli accusati.
La Corte ha affrontato le particolari difficoltà dell’essere il primo tribunale penale internazionale costituito quando ancora il conflitto era in corso, con tutte le problematiche derivanti da una significante mancanza di infrastrutture. Lo stesso edificio del Tribunale (costruito ex novo) - che sarà donato al governo della Sierra Leone al termine del suo mandato - ha aperto ufficialmente i lavori solo nel marzo 2004.
La Corte Speciale è costituita: da due camere di prima istanza, da una di appello, dall’ufficio della procura e dall’ufficio di cancelleria.
La Corte viene, in un linguaggio giuridico, definita come Corte mista. Ogni sezione di primo grado è formata da tre giudici, uno nominato dal governo della Sierra Leone e gli altri due nominati dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. La sezione d’appello, invece, consiste di cinque giudici, due dei quali eletti dal governo della Sierra Leone e gli altri tre eletti dal Segretario Generale. Il presidente della camera d’appello è anche presidente della Corte. Ogni magistrato dura in carica tre anni.
L’Ufficio della Procura (che agisce indipendentemente in qualità di organo autonomo della Corte) è responsabile della funzione investigativa ed ha il compito - una volta raccolte le prove - di chiedere il rinvio a giudizio degli indagati. Il Procuratore Capo è Desmond de Silva, nominato nel maggio 2005 e che precedentemente rivestiva l’incarico di sostituto procuratore.
La creazione di un “quarto pilastro” della Corte Speciale, nella forma dell’Ufficio della Prima Difesa (che ha iniziato l’esercizio delle proprie funzioni nel febbraio 2003), rappresenta un’innovazione dei tribunali internazionali. Esso tutela i diritti delle persone sottoposte ad indagini e rinviate a giudizio, costituendo l’altro piatto della bilancia rispetto alle funzioni esercitate dalla procura.
Mentre, infatti, altre corti giudiziarie internazionali hanno organi amministrativi che si occupano della difesa, nessuna, però, ha un’istituzione al proprio interno che assicura agli imputati una concreta tutela giudiziaria. Nel marzo 2003, quando sono stati trasferiti alla giurisdizione della Corte Speciale cinque imputati l’ufficio di difesa (composto da professionisti legali nel campo del diritto penale) ha offerto loro la prima assistenza e rappresentanza legale. Nell’ambito della sua esperienza, l’ufficio della difesa ha interagito con differenti organi (camere, procura, cancelleria) su questioni riguardanti i diritti e le condizioni di detenzione degli imputati, su problematiche relative l’imparzialità del processo e la necessità di adottare un codice di condotta e delle direttive pratiche al riguardo. L’ufficio della difesa oltre a rappresentare gli interessi della difesa anche nelle varie sessioni plenarie (fissate dai giudici della Corte) ha svolto la funzione di collegamento con gli organi diplomatici e le varie o.n.g., mantenendole informate sugli sviluppi.
La cancelleria assiste le Camere, le udienze plenarie della Corte, i vari giudici, l’ufficio della procura e quello della difesa nell’esercizio delle rispettive funzioni. Sotto la responsabilità diretta del suo Presidente (Lovemore Munlo, che ha accettato la nomina ad interim il 3 ottobre 2005), la cancelleria è responsabile per l’amministrazione ed il servizio della Corte, rappresentando anche il canale di comunicazione dell’organo giudiziario.
Tre dei presunti leader - Sam Hinga Norman, Moinina Fofana e Allieu Kondewa - delle Forze di Difesa Civile (CDF) sono stati accusati separatamente di 8 capi di accusa (concernenti crimini di guerra, crimini contro l’umanità e violazioni del diritto internazionale umanitario, art. 3 delle Convenzioni di Ginevra e del Secondo Protocollo aggiuntivo). Il primo, ex Viceministro della Difesa e poi Ministro degli Interni, è stato incriminato il 7 marzo 2003, gli altri due (Fofana, presunto Dirigente Nazionale per la Guerra del CDF, e Kondewa, Ministro di Culto) il 26 giugno dello stesso anno. Il 28 febbraio 2003 la Camera di primo grado ha ordinato la riunificazione del processo di Norman, Fofana e Kondewa, e il 5 marzo i procuratori hanno presentato un atto d’accusa unificato. Il giudizio ai tre capi del CDF è iniziato il 3 giugno 2004. Il 14 luglio 2005 si è concluso il procedimento. Il 20 settembre la seconda sezione del Tribunale ha sentito oralmente gli argomenti addotti dalla difesa sulla richiesta di proscioglimento degli imputati.
Per quanto riguarda il RUF (Revolutionary United Front), un’altra delle tre fazioni coinvolte nel conflitto, cinque sono i leader incriminati (separatamente) di 18 capi d’accusa. Foday Saybana Sankoh, Sam Bockarie, Issa Hassan Sesay e Morris Kallon sono stati accusati il 7 marzo 2003, Augustine Gbao un mese dopo. Il 28 febbraio dello stesso anno la Camera di giudizio ha ordinato l’unificazione del processo per tre degli imputati (Sesay, presunto leader ad interim del RUF, Kallon, ex comandante del RUF, e Gbao, alto ufficiale e comandante del RUF), per i quali la procura ha presentato un unico atto d’accusa. Le accuse contro Sankoh e Bockarie sono decadute a causa della morte di entrambi. Il processo ai capi del RUF è iniziato il 5 luglio 2004.
Per il Consiglio Rivoluzionario delle Forze Armate (AFRC), tre sono i capi accusati di 14 imputazioni di reato: Alex Tamba Brima (ufficiale dell’AFCR) e Brima Bazzy Kamara (alto membro dell’AFRC) sono stati formalmente indagati il 7 marzo 2003, Santigie Borbor Kanu (anch’egli alto ufficiale) il 15 settembre. Il processo è stato unificato dalla sezione competente il 28 febbraio 2004 e la procura ha provveduto a presentare una richiesta di rinvio a giudizio congiunta. Il processo è iniziato il 7 marzo 2005.
In aggiunta alle nove persone che sono attualmente sotto processo, altre quattro sono state sottoposte ad indagini dalla procura. Gli atti d’accusa contro il Presidente della Liberia, Charles Taylor, sono stati accolti il 7 marzo 2003. Egli non si trova sotto la custodia della Corte. Non si conosce neanche la sorte di Johnny Paul Koroma, né dove eventualmente possa essere. Gli atti d’accusa contro costoro rimangono efficaci.
L’11 novembre 2005 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato un’importante risoluzione con la quale autorizza le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite in Liberia (UNIMSIL) a catturare l’ex Presidente Charles Taylor (qualora fosse rientrato nel territorio della Liberia dopo la sua fuga in Nigeria nell'agosto 2003) e a consegnarlo alla competente Corte Speciale per la Sierra Leone. Successivamente Taylor ha terminato il suo esilio in Nigeria: il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo ha infatti accettato, il 25 marzo 2006, di consegnare l'ex leader alla giustizia internazionale. Il 24 febbario 2005 il Parlamento Europeo aveva votato una rislouzione per chiedere alla Nigeria il trasferimento di Taylor. Altrettanto avevano fatto il 30 giugno dello stesso anno più di 300 organizzazioni africane e internazionali della società civile. Il 5 marzo 2006 la Presidente della Liberia Johnson-Sirleaf aveva fatto richiesta al governo nigeriano di procedere al mandato di cattura.
L’ufficio della Procura non ha raccolto sufficienti prove per l’incriminazione del Presidente Kabbah, ritenuto uno dei maggiori responsabili dei crimini compiuti durante la guerra.
I detenuti sono rinchiusi nell’unità di detenzione (appositamente predisposta), costituita di 18 celle.
Al momento, il personale che lavora presso la Corte Speciale è formato da 164 tra giudici, funzionari, impiegati e altre cariche della Sierra Leone e da 130 provenienti da diversi parti del mondo.
La Corte Speciale dovrebbe concludere il suo mandato nel 2007, tuttavia non è esclusa una eventuale proroga, qualora vi siano in corso procedimenti o la procura sia investita delle indagini riguardanti altri imputati.
La Corte per la Sierra Leone è principalmente finanziata con contributi volontari degli Stati, secondariamente dalle Nazioni Unite (attraverso un ufficio dell’accordo di sovvenzione) e, da ultimo, dalle organizzazioni non governative e dalla Commissione Europea.
Il budget per l’anno 2004-2005 è stato di 25,8 milioni di dollari.
Per saperne di più visita i siti della
Corte Speciale per la Sierra Leone
e del War Crimes Research Office dell'American University Washington College of Law
Allegati
- Annual report SC-SL 2004-2005 (1495 Kb - Formato pdf)Il Rapporto della Corte Speciale per la Sierra Leone riferito al periodo 1 gennaio 2004-17 gennaio 2005
(in inglese)Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac). - Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per l' istituzione della Corte Speciale per la Sierra Leone (14 agosto 2000) (32 Kb - Formato pdf)(in inglese)Il documento è in formato PDF, un formato universale: può essere letto da ogni computer con il lettore gratuito "Acrobat Reader". Per salvare il documento cliccare sul link del titolo con il tasto destro del mouse e selezionare il comando "Salva oggetto con nome" (PC), oppure cliccare tenendo premuto Ctrl + tasto Mela e scegliere "Salva collegamento come" (Mac).