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Le truppe americane compongono la maggior parte delle forze della Coalizione, con circa 130.000 soldati schierati nel tardo 2003.
Il Presidente Bush si prodigò per la costruzione di un asse internazionale che appoggiasse la guerra a prescindere dall’opinione delle Nazioni Unite.
Dopo un vertice a tre con la Gran Bretagna rappresentata da Tony Blair e la Spagna rappresentata da Jose Maria Aznar, gli Stati Uniti forti della loro potenza militare mossero alla conquista dell’Iraq supportati da quella che Bush chiamò la “Coalizione dei Volenterosi” composta da quarantanove paesi che inviarono contingenti militari.
I paesi che hanno fornito i maggiori contingenti militari sono in ordine: la Gran Bretagna con 7.500 soldati, L’Italia con 3.086 uomini, la Polonia, che ne ha schierati 2.400, l’Ucraina con 1.650 soldati ed infine l’Olanda con 1.200 uomini.
2. Forze di Sicurezza Irachene
Le forze di sicurezza irachene, assemblate ed addestrate dalle forze della Coalizione
anglo-americana, seguendo il modello organizzativo della guardia nazionale, si compongono di
un numero di uomini che è compreso fra i 150.000 ed i 200.000.Queste forze sono state a loro
volta suddivise in cinque diversi corpi di sicurezza.
· Servizio di Polizia Iracheno ( IPS ), che si compone di circa 70.000 uomini.
· Il Corpo di Difesa Civile Irachena (ICDC), una forza paramilitare di circa 31.000 uomini
che conduce operazioni offensive contro il terrorismo ed altre operazioni di sicurezza in
alleanza con le forze della Coalizione americana.
· Il Nuovo Esercito Iracheno (NIA), composto da circa 3.000 uomini.
· La Pattuglia di Controllo dei Confini, con circa 8.300 uomini.
· Il Corpo di Protezione dei Servizi (FPS), composto di circa 70.000 uomini che hanno il
compito di proteggere gli edifici e le istallazioni governative.
3. Varie Fazioni Sciite
Diverse Fazioni Sciite che tentano di impadronirsi del potere lasciato vacante dalla caduta
del regime di Saddam Hussein resistendo alle forze d’occupazione occidentali.
Sebbene queste fazioni siano tutte composte da mussulmani sciiti, esse hanno delle agende
politiche distinte ed utilizzano differenti metodi per il raggiungimento dei propri
obiettivi, occasionalmente lottando anche fra di loro. I maggiori gruppi e referenti
sono:
a) Il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq (SCIRI).
Il Consiglio, la cui leadership si è organizzata in Iran durante il regime di Saddam,
rappresenta la maggioranza della popolazione irachena sciita. I corpi Badr, il braccio
armato del Consiglio, in precedenza avevano le proprie postazioni in Iran e ricevevano
dichiaratamente supporto militare dai propri sostenitori iraniani.
La Leadership del Consiglio è tornata dall’Iran, dove trovava armamenti e protezione, in
Iraq con l’inizio della guerra irachena, incluso il Consiglio Governativo Iracheno (IGC).
Il Governo Americano è cauto nei confronti di quest’organo, a causa dei suoi legami con il
Governo Iraniano. Inoltre la Coalizione guidata dagli Americani ha inviato numerosi
avvertimenti ai Corpi Badr di non entrare in territorio iracheno durante lo svolgimento
delle attività.
b)Partito Islamico Al Dawa
Il partito rappresenta il movimento politico sciita più antico, sopravvissuto ad una dura e
sanguinosa repressione da parte del regime di Saddam Hussein avvenuta agli inizi degli anni
80. I suoi membri e la leadership sono potuti rientrare in Iraq dopo la caduta del regime,
nel corso del 2003. Il leader sciita Ibrahim al Safari, ha ricoperto la carica di
vice-presidente nel governo Allawi.
c) L’Ayatollah Ali Sistani
E’ il più anziano leader religioso sciita in Iraq, rappresenta la voce moderata degli
Sciiti iracheni, che per quanto critichi l’occupazione statunitense del paese, invita a non
prendere le armi contro la Coalizione Occidentale.
Questa posizione moderata, definita anche “quietista” ha fatto sì che alcuni militanti
sciiti abbiano preso le distanze dall’Ayatollah.
Il Leader religioso sciita crede fermamente nella separazione fra religione e stato, e
raramente si occupa direttamente di questioni politiche. In diverse occasioni ha ammonito i
suoi seguaci di non prendere le armi contro le forze occupanti della Coalizione, ma a
partire dall’ottobre 2003 ha assunto progressivamente un atteggiamento più critico verso i
piani politici americani per l’Iraq.
d) Muqtada al-Sadr
Leader religioso sciita in posizione anti-americana
I guerriglieri di Muqtada Al-Sadr controllano numerosi miliziani con base a Baghdad, tra cui
la fazione di Jaish Al-Mahdi, responsabile di numerosi attacchi terroristici.
Fra i suoi seguaci si trovano i popolosi settori indigenti della società sciita irachena.
e) Sacche di resistenza composte dagli ex appartenenti alla Guardia Repubblicana
fedele al regime di Saddam che, nonostante sia stata ufficialmente dissolta dall’autorità
provvisoria irachena filo americana, si è riorganizzata in differenti fazioni che resistono
alle forze d’occupazione.
In particolare, l’esercito regolare, la Guardia Repubblicana, i corpi scelti della Guardia
Repubblicana, che, come detto in precedenza, sono stati formalmente sciolti dalle autorità
della coalizione, ma che in realtà sono tuttora coinvolti nelle formazioni armate che
combattono contro queste ultime.
f) Combattenti Stranieri.
E’ importante inoltre segnalare la presenza di numerosi miliziani islamici provenienti
dall’Afghanistan, dall’Iran, dall’Arabia Saudita e dalla Siria, nonché di numerosi soldati
“privati” che garantiscono militarmente la sicurezza delle grandi imprese che investono nel
business della ricostruzione.
Varie Fazioni Curde
Assemblea Nazionale del Kurdistan iracheno.
I curdi iracheni vivono nella parte nord orientale del paese, ma vi è una forte presenza
curda anche nelle provincie di Suleimaniya, Kirkuk e Mosul.
La creazione del governo regionale curdo ha inizio nel maggio 1992. In tale data, infatti,
si sono tenute per la prima volta nella storia del Kurdistan iracheno elezioni libere,
valide per la formazione di un Parlamento, L’Assemblea Nazionale del Kurdistan iracheno,
detentrice del potere legislativo. La capitale del governo è Arbil, sede dell’Assemblea
nazionale e dell’organo esecutivo.
Rowsch Shaways, presidente dell’assemblea e membro del Kdp, è stato vice-presidente nel
governo Allawi, insieme allo sciita Ibrahim al Safari.
Partito Democratico del Kurdistan:
Il Leader storico del Partito è Massoud Balzani, presidente sin dal 1979. La zona
politicamente controllata dal Kdp è la provincia di Arbil, dove il partito ha anche la sua
sede centrale. Il Kdp è stato negli ultimi anni l’interlocutore privilegiato dell’occidente,
per la sua attività di strenua contrapposizione al regime di Saddam Hussein. Il Partito,
inoltre, dispone di una propria milizia composta da decine di migliaia di guerrieri
pashmerga, che hanno combattuto a fianco delle truppe della Coalizione anglo-americana.
Unione Patriottica del Kurdistan (PUK, Patriotic Union of Kurdistan):
Tale fazione fu fondata nel 1975 dall’attuale leader Jalal Talabani, in precedenza membro
del Kdp. Talabani organizzò una milizia di partito per far fronte a quella comandata da
Balzani e, per avere un ulteriore appoggio politico, strinse alleanze con i gruppi islamici
delle regione orientale del Kurdistan. Le regioni di influenza del partito sono quelle
vicine al confine con l’Iran e la provincia di Suleimaniya.
Attori esterni coinvolti:
Il governo di Saddam Hussein ha ricevuto armi – in violazione all’embargo- da Russia,
Bielorussia, Ucraina, Repubblica Serba di Bosnia, Siria, Cina, Germania e Francia.
Si stima inoltre che un numero consistente di combattenti non iracheni, alcuni dei quali
collegati all’organizzazione terroristica di Al-Qaeda, siano giunti nel paese per
collaborare con le forze della guerriglia irachena.
In particolare, grande rilevanza riveste la figura di Fedel Nazzal al Khalayleh, meglio
conosciuto come Abu Muzab al-Zarqawi, palestinese di nazionalità giordana, esperto di armi
chimiche e biologiche, vicino ai gruppi terroristici come Ansar al Islam, attivo nel
Kurdistan iracheno. Al-Zarqawi viene indicato dall’intelligence americana come l’ideatore
dei più gravi attentati terroristici compiuti in Iraq nell’ultimo anno e mezzo, compreso
quello contro i soldati italiani a Nassyria, e come il presunto referente di Al- Qaeda in
Iraq.
Le ONG coinvolte sul campo per gestire gli aiuti umanitari sono circa 80, comprese quelle italiane(nove in tutto).