Commenti al libro bianco - da parte di Iginio Gagliardone
PARTE I
METTERE LA COMUNICAZIONE AL SERVIZIO DEI CITTADINI
Il libro bianco è un importante tassello nel percorso di revisione del rapporto tra l’Unione europea e i propri cittadini e si presenta al tempo stesso come occasione per animare il dibattito intorno a tale iniziativa.
Il documento, inoltre, affrontando il tema della comunicazione come processo che comprende non solo informazione ma anche partecipazione all’informazione, contribuisce ad animare il dibattito sul concetto di comunicazione e di diritto a comunicare e a creare maggiore consapevolezza tra i cittadini.
Tuttavia il libro bianco sembra fare molto affidamento un presupposto che è difficile considerare scontato. Che cioè i cittadini europei abbiano il desiderio di partecipare, comunicando le proprie idee ed esprimendo i propri valori, al processo decisionale delle istituzioni europee e ciò che difetti loro siano appropriati canali di comunicazione e persone diposte ad ascoltare.
In realtà, più che un’adeguata struttura di comunicazione, ciò che sembra mancare in Europa è un’adeguata cultura della partecipazione sui temi europei. La partecipazione è un diritto che viene richiesto a gran voce da un circolo estremamente ridotto di individui già attivi politicamente o socialmente oppure appartenenti a strutture con vasti intressi nel loro interagire con l’Unione Europea ma che interessa solo marginalmente una gran parte della popolazione.
Il documento prende atto della mancenza di interesse nei confronti dell’Unione Europea da parte dei cittadini quando affronta nella sua prima parte il problema della creazione di una sfera pubblica europea. Tuttavia quando si tratta di promuovere soluzioni a tale problema queste vengono indicate quasi esclusivamente nella moltiplicazione o nel rafforzamento dei canali di comunicazione.
In questo processo l’Unione sembra comportarsi come un ragazzino non molto popolare a scuola che vuole ottenere consensi pubblicando piu’ inviti alle proprie feste e stampandoli più colorati. L’Unione deve promuovere allo stesso tempo un processo di riforma interno piu’ radicale, che la renda uno spazio pubblico piu’ interessante per il cittadino e non un’entità altamente burocratica come viene spesso percepita.
Inoltre il processo di creazione di una sfera pubblica europea sembra puntare soprattutto nella direzione della partecipazione del cittadino nelle istituzioni europee. Tuttavia la creazione di una sfera pubblica non dovrebbe riguardare solo l’assimilazione dell’opinione pubblica da parte di strutture preposte, concentrando il suo focus sulle istituzioni e una comunicazione verticale – per quanto aperta e partecipata – verso di esse.
Sarebbe importante piuttosto creare e stimolare una comunicazione orizzontale tra cittadini il cui focus non sia soltanto l’Europa in quanto tale, o l’Unione Europea con le proprie istituzioni. Spesso ragioniamo più in fuzione di ciò che è a noi vicino, piuttosto che interessarci ad istituzioni e processi decisionali. Perché non iniziare una campagna su ciò che di europeo è già nelle nostre vite, sui temi di nostro quotidiano interesse che al momento vengono regolati e amministrati a livello europeo. In quanti sono al corrente di quanta parte della propria vita dipenda da decisioni prese a “Bruxelles”?
Forse un tale percorso puo’ contribuire a raggiungere l’obiettivo – auspicato dal vicepresidente Wallström – di fare entrare l’Europa nei cuori e nelle menti dei cittadini.
PARTE II
ANDARE AVANTI
1. LA DEFINIZIONE DI PRINCIPI COMUNI
Per quanto riguarda la definizione diprincipi comuni il documento propone la creazione di un Forum su Internet. Internet – per quanto sia uno strumento altamente partecipativo e non gerarchico – non è tuttavia sufficiente per promuovere un dialogo che raggiunga tutti i cittadini potenzialmente interessati.
Larghe fasce della popolazione sono tutt’ora escluse dall’utilizzo della rete o l’utilizzo che ne fanno è più ludico o legato a essenziali operazioni di comunicazione con una ristretta cerchia di amici e colleghi. Inoltre anche se Europa è il più grande sito del mondo questo non vuol dire assolutamente che sia il sito più visitato al mondo.
È importante non ripetere l’errore compiuto nel caso della costituzione europea il cui processo ha coinvolto solo una ristretta élite ed è poi stato bocciato quando si è trattato di ottenere un vasto consenso popolare.
È necessario che il dibattito sull’Europa si radichi maggiormente sul territorio e utilizzi anche mezzi più tradizionali. Nel Piano-D per la Democrazia, il Dialogo e il Dibattito – COM(2005) 494 final – si parla di rafforzare la rete di Europe Direct Center creati in partnership con le autorità nazionali e locali. Non se ne fa menzione invece nel libro bianco, mentre dovrebbero essere indrodotti anche in questa sede come strumenti per la comunicazione con il cittadino. Inoltre un’adeguata campagna non deve limitarsi a tali centri – talvota poco visibili – ma introdursi anche in luoghi ben più popolati (supermercati e cenri commerciali ad esempio), scendere nelle strade e creare consapevolezza fin dall’inizio del processo e non soltanto nel momento di una ratifica ufficiale.
Quest’osservazione vale anche per altre sezioni del documento (vd 2. Coinvolgere i Cittadini) in cui i processi di comunicazione e inerazione con e tra i cittadini vengono affidati soprattutto alla creazione di spazi dedicati e forum su Internet.
3. LA COLLABORAZIONE CON I MEDIA E L’UTILIZZAZIONE DELLE NUOVE TECNOLOGIE
In riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie è importante non limitarsi all’utilizzo di Internet ma sviluppare una strategia multi-piattaforma, in cui diversi media (quotidiani, radio, televisione, Internet) siano utilizzati ciascuno al loro meglio, in modo coordinato e complementare.
A margine (temi slegati dal commento del documento)
Comunicazione con stati non membri
Per quanto riguarda la comunicazione non tra le istituzioni europee o con i cittadini europei ma con gli stati non membri è estremamente importante sviluppare una strategia coerente. Infatti a causa della complessa architettura istituzionele dell’Unione Europea, spesso diversi organi (soprattutto Parlamento, Commussione e Consiglio) si trovano a comunicarfe messaggi profondamente diversi con il risultato di minare a volte duramente l’efficacia dell’azione dell’Unione all’estero.
Processo di consultazione
dopo che i feedback saranno raccolti, come avverrà la procedura di decisione di cosa incorporare e cosa no?
Esiste un codice di condotta – regolamento su come filtrare e utilizzare i feedbackprodotti da una consultazione?
Esistono documenti in materia?
Allegati
- Note libro bianco di Iginio Gagliardone (19 Kb - Formato rtf)