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Al via le licenze Creative Commons in Italia

Saranno presentate il 16 dicembre a Torino, presso la Sala Conferenze della Fondazione Giovanni Agnelli, le prime licenze italiane elaborate attraverso il lavoro congiunto del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Torino e dell'Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e delle Telecomunicazioni del CNR
11 dicembre 2004 - Iginio Gagliardone

“Alcuni diritti riservati”. Questo il motto del progetto Creative Commons, nato nel 2001 negli Stati Uniti, con l'obiettivo di adegurare la disciplina del diritto d'autore alle innovazioni e alle pratiche introdotte negli ultimi anni dalle nuove tecnologie. Un tentativo di definire delle forme intermedie di protezione delle opere dell'ingegno capaci di mediare tra i diritti esclusivi finora tutelati dal copyright (che risponde al principio “tutti i diritti riservati”) e l'anarchia che regna nelle reti peer to peer.
Le licenze creative commons consentono infatti agli autori - che siano essi musicisti, scrittori, programmatori, ma anche enti o associazioni - di selezionare tra le licenze previste quella che meglio risponde alle proprie esigenze, bilanciando tra desiderio di condivisione e diritti di protezione. Diventa quindi possibile scegliere di atorizzare la copia del prodotto, a patto di citare la fonte, permetterne una modifica parziale, consentirne o meno l'tilizzo per fini commerciali.

Tuttavia, essendo il diritto d'atore tutelato su scala nazionale, affinché le licenze possano essere riconosciute, necessitano di un'opera di localizzazione , di adattamento all'ordinamento giuridico vigente in ogni paese. Ed è per questa ragione che sul finire del 2003 il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Torino e l’IEIIT-CNR si sono assunti l'incarico di tradurre e adattare i contratti delle licenze Creative Commons al caso italiano.
Un lavoro che, dopo più di un anno e l'impegno di molti esperti e volontari, ha condotto al primo rilascio delle licenze, che verranno presentate a Torino il 16 dicembre. Ma qella piemontese è solo l'ennesima tappa di un percorso che, negli ultimi mesi, ha visto molti paesi europei determinati a trovare nuove vie per consentire tanto la condivisione quanto la protezione della conoscenza, all'interno dei nuovi scenari della Società dell'Informazione. L'1 ottobre infatti è stata la Spagna a presentare le proprie licenze, seguita il 19 novembre dalla Francia. E sembra che il numero dei paesi europei interessati al progetto sia destinato presto ad aumentare.

Per il programma dell'incontro
http://creativecommons.it/main.php