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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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La Commissione Africana sui Diritti dell’Uomo e dei Popoli



La Commissione Africana dei diritti dell’uomo e dei popoli (ACHPR) è stata istituita dall’Assemblea dei Capi di Stato e di Governo dell’allora Organizzazione dell’Unione Africana (divenuta poi nel luglio 2001 Unione Africana) come organo competente a promuovere e ad assicurare la tutela dei diritti fondamentali e di quelli dei popoli africani.

La sede della Commissione è a Banjul, la capitale del Gambia.

ACHPR La Commissione è composta - secondo quanto stabilito dagli articoli 30 e seguenti della Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, emanata a Nairobi nel 1981 ed entrata in vigore il 21 ottobre 1986 - di undici giudici, scelti tra persone di alta moralità ed esperti in materia dei diritti umani e dei popoli.
Ciascun magistrato agisce indipendentemente nell’esercizio delle proprie funzioni, impegnandosi ad essere imparziale nelle decisioni da adottare.
I giudici durano in carica sei anni e sono rieleggibili. Non possono essere nominati più di due giudici appartenenti allo stesso stato.
La Commissione elegge il proprio Presidente e Vicepresidente per un periodo di due anni (rinnovabili). Essa si riunisce solitamente due volte l’anno (in aprile-maggio ed in ottobre- novembre).

Le decisioni sono adottate a maggioranza di sette voti favorevoli su undici.
Attraverso la raccolta di un’idonea documentazione, di studi, di ricerche sulle problematiche dei diritti umani e dei popoli, attraverso conferenze, seminari con organizzazioni nazionali e locali che si occupano di diritti fondamentali, attraverso pareri e raccomandazioni ai governi, la Commissione assolve il compito principale di promozione dei diritti umani e dei popoli.
A tal fine, provvede, inoltre, ad elaborare e a presentare ai vari governi bozze di testi normativi in materia di diritti e libertà fondamentali. Coopera con organizzazioni (governative e non) africane o internazionali che si interessano dei diritti in questione. Infine, assicura la loro piena protezione e vigila sull’interpretazione e applicazione della Carta africana.

Ogni qualvolta uno Stato, firmatario della Carta africana, ritenga che un altro Stato abbia violato uno dei diritti ivi menzionati, può presentare allo Stato responsabile un esposto scritto e/o una comunicazione alla Commissione (nella persona del suo Presidente e del Segretario dell’Unione Africana). Se entro sei mesi dalla data di ricevimento del documento, la questione non è stata risolta (tramite negoziato o altre procedure pacifiche), essa verrà rimessa alla competenza della Commissione, la quale interviene solo allorquando i ricorsi interni siano già stati esperiti.
Dopo aver ottenuto tutte le informazioni necessarie, prepara un rapporto, indicante gli elementi di fatto e di diritto del caso in questione e le decisioni alle quali è giunta. Il rapporto viene inviato agli Stati coinvolti e ai Capi di Stato e di governo dell’UA.

Nell’ipotesi in cui la situazione sottoposta all’attenzione della Commissione riguardi una serie di violazioni gravi ed estese, essa chiede l’intervento della Conferenza dei Capi di Stato e di governo dell’UA. La Conferenza, dopo un esame circostanziato (che è obbligata a compiere anche nel caso di urgenza), adotta tutte le misure necessarie per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.

La Commissione ha adottato nella trentasettesima sessione, tenutasi dal 27 all’11 maggio 2005, due risoluzioni riguardanti la situazione di emergenza in Darfur e la crisi in Togo.
Nella prima, la Commissione, dopo aver richiamato il Sudan a rispettare le disposizioni contenute nello Statuto dell’UA, nella Carta delle Nazioni Unite e nella Carta dei diritti dell’uomo e dei popoli, chiede alle parti in conflitto di osservare i termini degli accordi per il cessate-il-fuoco (conclusi in Ciad) e a riprendere le negoziazioni ad Abuja (Nigeria), sotto la direzione del Presidente dell’Unione Africana (Olusegun Obasanjo, Presidente della Repubblica Federale della Nigeria), per una definitiva e permanente risoluzione del conflitto. La Commissione ha chiesto, inoltre, che tutti gli attori del conflitto pongano fine agli attacchi, soprattutto nei confronti della popolazione civile, ed in particolare che il governo del Sudan e le milizie janjaite fermino le campagne di spopolamento di intere aree della regione attraverso attacchi indiscriminati di villaggi, uccisioni, violenza sessuale contro donne, ragazze, bambini, rapimenti, ecc. La Commissione fa pressione sul governo sudanese perché continui a mantenere la sua collaborazione con tutte le agenzie internazionali e organizzazioni umanitarie, e ad assicurare il loro pieno, sicuro ed indiscriminato accesso alle aree coinvolte nel conflitto per facilitare la distribuzione e consegna degli aiuti umanitari e la protezione della popolazione civile.
La Commissione si è occupata anche della situazione allarmante in cui è piombato il Togo, subito dopo la morte del suo Presidente Gnassingbe Evadema. Prima, durante e dopo, le elezioni presidenziali nel paese sono state segnate da episodi di violenza che hanno determinato la migrazione di sfollati e di rifugiati nei paesi limitrofi, instabilità e violazioni dei diritti fondamentali. L’attuale Presidente dell’Unione Africana, dopo essersi consultato con alcuni leader politici togolesi, ha chiesto la loro collaborazione per il corretto svolgimento delle elezioni e il loro impegno per la creazione di un governo stabile di unità nazionale. Al nuovo Presidente del Togo Faure Gnassingbe è stato ufficialmente assegnato (il 25 aprile 2005), dalla Commissione, il compito di formare il nuovo governo, il quale dovrà provvedere al rientro della popolazione sfollata e di quasi 15.000 rifugiati, che hanno oltrepassato i confini del paese. Da parte sua, la Commissione invierà una delegazione per indagare sulle violazioni compiute durante il periodo in esame.

Nella trentottesima sessione ordinaria, svoltasi dal 21 novembre al 5 dicembre 2005, la Commissione ha adottato 17 risoluzioni. Tra queste, alcune relative alla situazione dei diritti umani in certi Stati: Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Darfur e Uganda.

La trentanovesima sessione si terrà dal 9 al 23 maggio 2006.

ACHPR logo Per saperne di più visita il sito della
Commissione Africana dei diritti dell’uomo e dei popoli



in Biblioteca: Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli

Allegati

  • Il 18° rapporto della Commissione Africana per i Diritti dell'Uomo e dei Popoli adottato dalla Conferenza dell'Unione Africana (Syrte, Libia, 4-5 luglio 2005)
    (in inglese)
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