CRIS

Wsis. Al vertice si parla della libertà d'espressione in Tunisia

17 novembre 2005 - Marco Trotta
Fonte: Carta - http://www.carta.org

L'eco delle iniziative della dissidenza tunisina sono entrate finalmente anche al Summit mondiale. Mentre questa mattina si teneva una manifestazione promossa dal premio Nobel per la pace 2003, Shirin Ebadi, al centro di Tunisi in un edificio dove dal 18 di ottobre otto persone sono in sciopero della fame, nella sala "La Goulette" nella sede del vertice ufficiale si teneva un forum sulle riforme delle istituzioni internazionali organizzato da Ubuntu e Cris dove diversi sono stati gli interventi sul tema.
"State dando sostegno a delle persone che sono contro la legge internazionale - ha sostenuto un esponente di una Ong tunisina accrediata al Summit - perché si rifiutano di partecipare all'interno
di un processo istituzionale organizzando un contro summit. Questa gente beneficia della libertà, ma sono in realtà estremisti".
"La situazione sui diritti di comunicazione in Tunisia - ha replicato Sean O' Siocru, portavoce di Cris internazionale - è documentata da una fitta serie di rapporti che negli ultimi due anni diverse
organizzazioni indipendenti hanno pubblicato, inclusa l'ultimo di Amnesty International. Tutte dicono la stessa cosa: la situazione qui è semplicemente inaccettabile. Il contro summit citato in realtà non era contro, ma un iniziativa cittadina che non c'è stata perché sistematicamente impedita dalla polizia e dal governo tunisino. Trovo che sia estremamente grave che il governo tunisino abbia scelto questa occasione per restringere ulteriormente la morsa sui diritti umani
invece di fare quello che altri governi, anche peggiori di questo come la Cina, hanno fatto in occasione di eventi internazionali dove almeno c'era una apertura formale verso la richiesta della comunità internazionale di migliorare la situazione. L'inclusione della società civile ha avuto interessanti risultati, peer esempio, sulla internet governance, ma rimane il problema che sono ancora i governi a decidere quali sono le Ong che si possono accreditare e quali no. E questo
summit lo ha dimostrato. Una possibile via di uscita per la società civile è creare i propri media per crearsi uno spazio dall'interno e farsi ascoltare."
D'accordo Claudio Prado, che nel ministero della cultura del governo brasiliano si occupa dei progetti di cultura digitale: "Sono progetti frutto di idee nate nella società civile che il governo cerca di aiutare a mettere in pratica. E' la dimostrazione che si può hackerare il governo".
Da parte sua Gilberto Gill, ministro della cultura brasialiano e capo delegazione al summit, ha aggiunto: "I colpi contro la libertà d'espressione ci disturbano molto e prenderemo posizione nei tempi dovuti e con tutta la documentazione necessaria. Non è questo il luogo dove intromettersi in questioni locali, dobbiamo mantenere delle relazioni diplomatiche e siamo qui per discutere di questioni speficiche su informazioni e comunicazioni. Rimaniamo comunque attenti al tema e con una posizione chiara contro le restrizioni delle libertà in Tunisia come in Brasile".