CRIS

Usa e Onu, il file condiviso

18 novembre 2005 - Benedetto Vecchi
Fonte: Il Manifesto - http://www.ilmanifesto.it

L'annuncio che toccherà ancora all'Icann assegnare i domini di Internet è l'ennesimo schiaffo in faccia al segretario generale dell'Onu da parte degli Stati uniti. Le centinaia di manager, professionisti, funzionari statali ed esponenti della cosiddettà società civile sono a Tunisi per discutere un tema - l'accesso alle tecnologie digitali e all'informazione -, ritenuto nei documenti preparatori del Wsis lo spartiacque tra un passato di diseguaglianze e povertà e un futuro dove il silicio può avere il taumaturgico potere di raddrizzare il legno storto dello sviluppo economico e sociale. Il segretario generale delle Nazioni unite ha ripetuto più volte che è compito dell'Onu garantire eguali opportunità di accesso alle tecnologie digitali per gli abitanti del pianeta. Come prima mossa, però, gli Stati uniti hanno puntato i piedi, sconfessando così Kofi Annan. E tuttavia lo scontro tra Onu e Usa sul governo di Internet non è uno scontro tra buoni e cattivi. Di buono nell'Onu è rimasta solo la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, una carta che viene smentita dalle sue agenzie che si inchinano al Washington consensus. E' inoltre quanto meno sospetto che i due maggiori sponsor di un'agenzia mondiale siano Cina e Iran, dove l'accesso alla World Wide Web è da sempre «blindato». Ne sanno qualcosa gli internauti di questi due paesi arrestati in questi anni solo perché esprimevano opinioni non in linea. Allo stesso tempo imprese statunitensi hanno prontamente fornito a Pechino i nominativi dei cinesi che hanno criticato il loro governo. Infine, la fase preparatoria dell'incontro a Tunisi ha visto la progressiva colonizzazione del comitato organizzatore da parte di top manager delle multinazionali delle telecomunicazioni, dell'informatica e dei media, lasciando alla società civile il ruolo dell'invitato povero a un banchetto dove i cibi prelibati erano già stati attribuiti.

D'altronde, l'Onu del 2005 ha ben poco da spartire con l'operato delle commissioni degli anni Settanta e Ottanta che consideravano le multinazionali le responsabili della diseguaglianza nell'accesso alle tecnologie digitali e all'informazione. Ora ci sono le major che battono il ritmo sul mercato come regolatore unico dell'accesso alle tecnologie e di quella stagione non allineata dell'Onu rimane solo il documento dell'Unesco diramato sempre a Tunisi.

Dall'altra parte ci sono l'Icann e gli Stati uniti. La decisione dell'Icann di «dipendere» da un organo governativo (il ministero del commercio americano) è stata ferocemente criticata negli Usa, ma tuttavia il suo operato è sempre stato trasparente.

Lo scontro tra l'Onu e gli Usa è quindi tra un approccio multilaterale e il noto unilateralismo dell'amministrazione Bush, accomunati però dal credo nel libero mercato. E sullo sfondo di Tunisi c'è infatti il convitato di pietra del commercio elettronico e tutti i paesi vogliono dire la loro su quali debbano essere le regole che lo governano. Dunque due variazioni della stessa solfa che ha bisogno di un buon remix a base di condivisione, libertà di espressione e autonomia dal potere politico e delle imprese, gli aspiranti colonizzatori del cyberspazio.