Mali: la situazione dopo le elezione del 28 luglio 2013
Domenica 28 luglio 2013 si sono svolte le elezioni presidenziali in Mali, paese che dal marzo 2013 – data del colpo di Stato che aveva deposto l’allora presidente Amadou Toumani Touré - vive un periodo di instabilità: il conflitto con l’intervento delle forze francesi, la crisi umanitaria nel nord del paese e l’elevato numero di sfollati interni e rifugiati nei paesi limitrofi, in particolare Niger e Burkina Faso, la lunga fase di transizione.
All’indomani dello scrutinio di queste elezioni definite “storiche”, che dovrebbero sancire il ritorno della democrazia e della riunificazione nazionale, autorità locali e osservatori internazionali hanno tracciato un bilancio globalmente positivo delle elezioni, svoltesi “nella calma” e con “una partecipazione senza precedenti”.
Non ci sono ancora dati ufficiali né sulla partecipazione al voto, né sui primi risultati; va tuttavia sottolineato come il voto si sia svolto in un paese non ancora uscito dall’instabilità e in cui è ancora in corso una crisi umanitaria nelle regioni settentrionali. Anche per questo motivo l’affluenza nel nord è stata molto più limitata rispetto a Bamako e alle regioni meridionali. Al nord, ma anche nei paesi confinanti Niger e Burkina, centinaia di maliani sfollati e rifugiati non sono riusciti ad esprimere il proprio voto a causa di problemi logistici, non essendo in possesso della carta elettorale o non iscritti nelle liste, dato confermato anche dal capo missione degli osservatori elettorali dell’Unione Europea, Louis Michel.
Caritas Mali, in collaborazione con le Caritas del Sahel (Senegal, Burkina Faso, Niger), CRS e Secours Catholique Caritas France, ha svolto una missione di osservazione elettorale con 153 inviati su tutto il territorio maliano, raccogliendo e analizzando dati in tempo reale e condividendoli con tutta la rete Caritas Internationalis. Alla chiusura dello scrutinio, Caritas Mali ha pubblicato una dichiarazione preliminare che evidenzia i seguenti punti: il voto si è svolto globalmente nella calma e con una forte mobilitazione degli elettori, nonostante i ritardi verificatesi in alcuni uffici elettorali; una presenza effettiva di autorità locali, rappresentanti della Commissione elettorale, dei candidati, della stampa nazionale e internazionale, osservatori locali e internazionali è stata rilevata in tutti gli uffici elettorali, così come la presenza delle forze di sicurezza, agenti della protezione civile e della Croce Rossa.
Caritas Mali ha messo in evidenza anche alcuni punti critici: molti elettori non riuscivano a trovare l’ufficio elettorale di competenza, la cui identificazione si è rilevata spesso difficoltosa; sono stati rilevati tentativi di intimidazione degli elettori a Bamako e di minaccia di rappresaglie e blocco del voto a Kidal, nel nord del paese, che resta l’area più instabile; molti agenti elettorali avevano una formazione insufficiente all’esercizio delle funzioni loro richieste.