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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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Siria: tre anni fa l'inizio del conflitto

17 marzo 2014

Da tre anni la Siria e la sua popolazione sono ostaggi di una guerra che non accenna a diminuire. I morti sono ormai oltre 140.000 e i rifugiati ufficialmente registrati alla data dell’11 marzo presso l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono a quota 2.560.000. Solo il Libano, paese di 4 milioni di abitanti, ne accoglie più di un milione. Inoltre fonti locali valutano la presenza di altre centinaia di migliaia di rifugiati non registrati nei paesi vicini (Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto) per cui complessivamente l’esodo dei siriani avrebbe superato i tre milioni di persone.

Il Vescovo caldeo-cattolico di Aleppo, Mons. Audo, ricorda con tristezza questo inizio di quaresima, periodo che nelle chiese orientali è vissuto con grande partecipazione: «Molte chiese sono vuote, prese a bersaglio dalle bombe e dissacrate». Aleppo, dove Mons. Audo è vescovo da 25 anni, è devastata e si è ormai abituati a vivere ogni giorno “con la sua dose giornaliera di paura e distruzione”. L’incertezza e la paura consumano le forze fisiche e spirituali. Si vive con il rumore delle bombe e delle raffiche, senza sapere dove sarà il prossimo scoppio, o dove cadrà il prossimo ordigno.

Il Vescovo di Aleppo, che è anche Presidente della Caritas Siria, non può non ricordare la lunga tradizione di convivenza fra cristiani e musulmani. C’erano 45 chiese cristiane ad Aleppo, ora per lo più abbandonate, poiché la maggioranza dei cristiani è fuggita. Rimangono i più poveri, alla continua ricerca di un po’ di pane nei pochi negozi aperti. La violenza colpisce tutti, e in modo incomprensibile: molti medici sono stati costretti a lasciare gli ospedali e solo alcuni chirurghi coraggiosi hanno deciso di restare. L’elettricità è scarsa e manca perfino l’acqua per lavarsi; allo stesso Vescovo è stato consigliato di vestirsi con abiti civili, o di nascondersi per non essere rapito, come è successo a due prelati ortodossi e al gesuita italiano Paolo Dall’Oglio, di cui non si hanno più notizie. Tuttavia Mons. Audo, e con lui gli operatori e i volontari di Caritas Siria, ha preferito restare «nelle strade, per capire le sofferenze del mio popolo e grazie al sostegno e alle preghiere di molte persone in tutto il mondo. Cammino fra la polvere e le macerie, ma non ho paura».

Caritas Siria è organizzata con una presenza in sei centri principali del paese: Damasco, Aleppo, Hassaké Litorale, Homs e Horan. Dall’inizio del conflitto, tre anni fa, è riuscita ad assistere un totale di 41.000 famiglie, oltre 260.000 persone, con viveri, medicinali, scuole, alloggi di emergenza.

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